In marcia!
articolo a cura di Francesca Faiella
Di
professione oggi fa l’impiegata. Ma Cristina Deidda, 30 anni di Ostia,
ha praticato questa disciplina sportiva dell’atletica leggera ad alto
livello e con grande impegno. Duri allenamenti ma qualche piccola
“disobbedienza” rispetto agli stili di vita consigliati dagli
allenatori. Ed incontri importanti con gli atleti della nazionale
italiana di ieri e di oggi. La particolare esperienza nello staff del
Golden Gala, con un “good luck” sussurrato al campionissimo Michael
Johnson .
“Ogni bambino e poi ragazzo dovrebbe avere il diritto di poter vivere quello che ho vissuto io e tutto il mio gruppo!” Così esordisce Cristina Deidda,
30 anni di Ostia, impiegata ma soprattutto marciatrice professionista
fino ai 18 di età, quando decise di smettere l'attività agonistica. Nei
suoi occhi traspare un'emozione molto forte al pensiero ed al ricordo di
quelli che lei stessa definisce “in assoluto gli anni più belli della mia vita”.
Una passione che Cristina ancora oggi, impegni permettendo, cerca di
coltivare, andando a correre di tanto in tanto perchè l'atletica le è
rimasta nel sangue.
Come era la tua giornata tipo di allenamento e come hai vissuto quegli anni di attività agonistica?
“Mi
allenavo 3 volte a settimana più la domenica se non c'era gara e, col
passare del tempo, anche nei giorni in cui non c'era allenamento
(martedì e giovedì) andavamo a fare la classica “sgambata” per tenere i
muscoli e il fiato sempre su di tono. Ero arrivata al punto che anche
quando avevo momenti di nervosismo legati alla fase adolescenziale o
semplicemente per scaricare la tensione di una giornata pesante, mettevo
su scarpe e tuta e andavo a correre!! Tutto era legato alla mia vita
sportiva...per me l'importante non era comprare il jeans di tendenza, ma
avere sempre a posto tutto il materiale che mi serviva per il mio
sport, dalle scarpe alla tuta, dai pantaloncini alle canotte. C'è da
dire che le persone con cui facevo atletica per me erano come una
seconda famiglia e per anni sono state tra le persone più importanti che
avevo...alcune lo sono anche rimaste”.
Ti ricordi qualche aneddoto o curiosità legato all'attività sportiva?
“Posso
dirti che a quell'età facevamo sempre il contrario di quanto ci veniva
detto!! Ad esempio il giorno prima di una gara, era necessario andare a
letto presto per far riposare adeguatamente testa e muscoli (una gara
porta via molte energie anche a livello mentale, essendo una disciplina
individuale e non di gruppo). Neanche a parlarne....abbiamo passato
intere nottate sveglie!! Oppure il mio allenatore voleva una sana
colazione prima di una gara, fatta di pane e miele, fette biscottate con
marmellata, il tutto accompagnato da un bel succo, ma io non ho mai
abbandonato il mio cappuccino coi miei biscotti o brioches”.
Hai avuto modo di conoscere atleti famosi?
“Al
di la del fatto che conoscevo tutta la nazionale di marcia (Annarita
Sidoti, Elisabetta Perrone, Erika Alfridi, Rossella Giordano, Elisa
Rigaudo, Giovanni De Benedictis, Michele Didoni, Ivano Brugnetti),
specialità che praticavo, sono cresciuta coi ragazzi che ne fanno parte
ora, da Jean Jaques Nkouloukidi a Giorgio Rubino a Marco De Luca e
Alessandro Garozzo. In tutto questo va inserito il contesto del Golden
Gala, al quale partecipavamo sempre come staff. In quegli anni ho avuto
occasione di conoscere il nostro grande Fabrizio Mori, che incontravo
spesso in caserma ad Ostia, pista dove per un periodo mi sono allenata,
"Frankie" Fredericks, Maurice Green, Linford Christie e ultimo ma non
meno importante il mitico Michael Johnson, atleta che adoravo e al quale
ho avuto modo di sussurrare un "good luck" prima di una gara di 400 mt,
essendo la ragazza addetta a portare via il cesto con le sue cose dai
blocchi di partenza. Assolutamente fantastico!”.
Hai nostalgia dello sport e degli anni dell'attività agonistica?
“Assolutamente
sì; sono stati gli anni più belli della mia infanzia ed adolescenza.
Non c'è un solo momento di quegli anni che non mi riporti all'atletica e
a tutto quello che ad essa era legato”.



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