venerdì 14 dicembre 2012
martedì 11 dicembre 2012
mercoledì 5 dicembre 2012
ARTICOLO DI SPAZIO NAPOLI 3/12/2012
Francesca Faiella: portatrice sana del tifo partenopeo nella Capitale
Questa settimana vi racconteremo la storia di un amore che intercorre da 46 anni tra la maglia azzurra ed una delle sue più ligie ed ottemperanti tifose.
Un amore coltivato a distanza, seppure i chilometri che si interpongono tra Francesca Faiella, la protagonista di questa “favola azzurra“, e la sua città natale, siano relativamente esigui, in questo caso, il concetto di “distanza” assume l’accezione di senso di divario ideologico, poiché si ambienta in un territorio al quanto ostico e poco avvezzo ad accogliere fedi calcistiche diverse da quelle che il Dna impone: il Lazio.
La regione madre della Capitale, già arduamente abitata da un popolo scisso in due fazioni che definire avverse è riduttivo.
Romanisti e laziali, figli della stessa terra, ma rivali eterni e per l’eternità.
“Sono nata a Visciano, un piccolo paese in provincia di Napoli. - Racconta Francesca – Mi sono trasferita subito ad Ostia (Roma) poiché mio padre prestava servizio presso l’aeroporto militare di Pratica di Mare.
Come ogni napoletano che vive lontano dalla sua città, ho mantenuto, fin da piccola, un legame affettivo molto forte con le mie origini.
Mi sono innamorata, invece, della squadra del Napoli, grazie al tifo sfegatato di mio nonno materno, con il quale seguivo le partite ogni qualvolta mi recavo al paese e dal quale ho imparato la storia e le formazioni dell’epoca: ha saputo trasmettermi quella intensa passione che solo un tifoso napoletano possiede.
Vivendo a Roma, nel corso degli anni, mi sono trovata spesso a dovermi confrontare con la tifoseria locale e pur essendo donna, non ho mai evitato il raffronto difendendo “a denti stretti” il mio credo….Senza abbassare mai la testa!
Potrei raccontare molti aneddoti sul mio profondo tifo.
Quando il Napoli ha vinto i due scudetti, ad esempio, in entrambi i casi, avvolta nei colori azzurri, mi sono avventurata per la città da sola aggregandomi successivamente ad altri tifosi che di volta in volta incontravo lungo la strada… E non erano pochi!
Ricordo ancora il 1° maggio del 1988, quando il Napoli perse lo scudetto contro il Milan. Avevo una macchina senza stereo e per seguire l’incontro portai con me un classico radioregistratore dell’epoca. A fine partita lo distrussi completamente per la rabbia: non dimenticherò mai quella sconfitta.
La lontananza, quindi, non ha affievolito il mio tifo, ma non mi ha permesso, purtroppo, di seguire la squadra allo stadio San Paolo e questo mi è mancato molto. Poi ho scoperto il Club Napoli Ostia.
Grazie al club, finalmente ho colmato questa lacuna potendo esultare, gioire, scatenare tutta la mia passione insieme ad altri tifosi azzurri.
Attualmente sono consigliera di questo storico Club, presente nella capitale dal 1997 e ne curo, assieme al Presidente Giacomo Borrelli, gli eventi e le iniziative.
Ora mi sento davvero parte integrante del tifo napoletano potendo vivere a 360 gradi le vicissitudini della mia squadra.
Grazie a Giacomo ed al club, ho intensificato ancora di più il mio amore per la “napoletaneità” sul territorio romano con diversi interessanti progetti, il primo dei quali è sicuramente quello di poter organizzare pullman di tifosi per seguire la squadra allo stadio San Paolo.
Altra iniziativa stimolante è stata quella della realizzazione di un programma radiofonico “per dare voce a tutti i tifosi napoletani di Roma e del Lazio”, iniziativa che ha raccolto consensi entusiastici tra i tifosi di Roma e non solo.
La trasmissione che si chiama “Spazio Napoli” è stata condotta dalla sottoscritta e dal Presidente del club Giacomo Borrelli per circa tre anni e presto riprenderà la sua programmazione.
Posso solo concludere affermando che sono orgogliosa di essere tifosa napoletana e che la fede non tramonta mai, anche quando la squadra imperversa in situazioni difficili.
Tifosi napoletani si nasce ed io modestamente “lo nacqui”. “
Luciana Esposito
Riproduzione Riservata
domenica 25 novembre 2012
ARTICOLO DE "IL TALENTO"
Ostia-New York andata e ritorno
Articolo a cura di Francesca Faiella
Simona
Pelliccetti divide la sua vita tra il nostro litorale e gli Stati
Uniti. Insieme alla sorella Roberta ha realizzato “Le Primitive”, un
progetto che da’ spazio alla creatività. Dai mosaici al riciclo degli
oggetti usati, una serie di esperimenti che sono diventati vere e
proprie collezioni .
Ha realizzato il progetto “Le Primitive”
assieme alla sorella Roberta, dando sfogo illimitato alla sua innata
creatività nella produzione di oggetti unici ed originali in vetro
colorato, nello stile dei classici mosaici marmorei dell'antica Roma e
di cappelli in lana dai colori sgargianti e fantasiosi. Lei si chiama Simona Pelliccetti, classe 1979 di Ostia e si divide tra New York e Roma, dove espone da oltre 15 anni le sue creazioni con grande successo.
Simonetta e Roberta sono entrambe diplomate alla “Scuola d'Arte” di Roma e condividono la stessa passione “quella di creare usando il cuore per mezzo delle mani”
. Appena diplomata, Simonetta cerca di farsi strada nei laboratori di
mosaico di Roma acquisendo una notevole esperienza lavorativa ma la
svolta decisiva per la sua carriera di artista arriva tramite una
telefonata. “Mia sorella si era trasferita a
New York da qualche anno mantenendosi facendo la bartender in diversi
locali pur continuando a coltivare la sua passione - rivela Simonetta. Infatti
appena finito di lavorare si precipitava a creare installazioni di
mosaico nello studio che condivideva con altri due artisti. Un giorno
ricevetti una sua telefonata: “Simonetta sono Roberta, devi
assolutamente venire a New York e creare con me”.
Da
quel momento le due sorelle cominciano a camminare insieme coinvolgendo
anche la loro meravigliosa mamma. E' qui che nasce il progetto “Le
Primitive”, proprio a New York City dove Simonetta ha l'opportunità di
crescere professionalmente grazie anche alla strada spianatale dalla
sorella. La creatività Simonetta ce l'ha nel DNA: “fin
da piccola avevo la capacità di riciclare oggetti usati e rinnovarli
totalmente dando una nuova anima al prodotto finale. Mischiando
inventiva ed arte, usavo tutto quello che mi capitava tra le mani ed il
risultato mi gratificava perchè organizzavo mercatini improvvisati
ottenendo sorprendenti consensi, al di là di ogni mia aspettativa”.
Il
risultato degli “esperimenti” di Simonetta ha portato alle odierne
collezioni che, attraverso esposizioni, a New York come a Roma,
riscuotono un grande successo di pubblico e di vendite grazie ad
accessori semplici che colpiscono per la fantasia delle forme e dei
disegni, per i colori vivaci e briosi, per la inconsueta luminosità.
L'approvazione
e l'ammirazione popolare è visibile anche sui gruppi che Simonetta e
Roberta hanno creato per diffondere le proprie opere: http://ow.ly/i/YNYo e http://www.facebook.com/LePrimitive
, approvazione che si manifesta attraverso commenti assolutamente
lusinghieri. Le due sorelle danno anche l'opportunità a coloro che lo
desiderano, sempre attraverso i loro gruppi, di manifestare idee e
proposte a cui loro daranno vita creando...su ordinazione. Le due
sorelle ancora oggi vivono a New York “ma siamo sempre in giro per il mondo a condividere con gli altri la nostra felicità.”
ARTICOLO DE "IL TALENTO"
L'amica degli animali
Articolo a cura di Francesca Faiella
Monica
Lugini vive all’Axa con cinque cani e due gatti. Da una decina di anni,
inoltre, ha bandito dalla propria alimentazione carne e pesce. Una
scelta originata dalla passione per tali esseri e dalle brutte
sensazioni provate nel vederli privi di vita e serviti un piatto. Questo
impegno per la difesa dei diritti dei quadrupedi l’ha portata a creare
la Liberiamoli Onlus e a collaborare con azioni ed iniziative. Tra di
esse il progetto Diderot grazie al quale ad ottobre la Biblioteca Elsa
Morante avrà una sezione di libri dedicata a tematiche animaliste.
Animalista,
attivista per i diritti degli animali, volontaria e promotrice di
iniziative ed eventi legati alla lotta contro la vivisezione e per la
divulgazione di una alimentazione che esclude l'uso di prodotti di
origine animale: questo è il profilo di Monica Lugini, 42 anni, residente all’ AXA dal 2000 dove convive con cinque cani e due gatti.
“Come
tutti i bambini da sempre ho avuto la passione innata per gli animali
ma non ho avuto la fortuna di poterci crescere insieme, così appena mi
sono resa indipendente sono andata al canile e ho preso il mio primo
cane. Nel frattempo la casa si popolava di altri quadrupedi: l’amore ed
il rispetto che avevo per i cani e per i gatti mi portava a dichiararmi
animalista, come se gli animali fossero solo queste due specie. Un
giorno in macelleria ho visto appeso ad un gancio un coniglio scuoiato,
il suo corpicino era così simile a quello della mia gatta... ho provato
orrore e compassione per quella creatura. Solo in quel momento ho
realizzato che io mi dichiaravo amante degli animali ma allo stesso
tempo li mangiavo. Così, una sera d’estate di circa dieci anni fa, ho
eliminato definitivamente tutti gli animali dai miei piatti”.
Con
queste parole forti ma efficaci Monica inizia il suo racconto per
manifestare con decisione il suo amore per gli animali ed allo stesso
tempo denunciarne ogni forma di violenza.
“Allo
stesso modo, dopo aver fatto un’immersione con le bombole ed aver
osservato tantissimi pesci liberi nel loro habitat, in particolare delle
cernie meravigliose, ho percepito che stavo in un ambiente dove io ero
ospite e potevo conviverci a patto che rispettassi quel mondo sommerso
con i suoi abitanti. La stessa sera ho trovato sul tavolo del buffet un
grande pesce, sembrava proprio una di quelle cernie che avevo visto la
mattina stessa ed il suo corpo veniva dilaniato dalle forchette che ne
pretendevano le carni. Ho provato tanto dolore e tristezza nel vedere un
essere così meraviglioso e pacifico, che voleva solo vivere proprio
come me, ridotto a cibo. Da quel preciso momento ho smesso di cibarmi di
animali e dei loro derivati per sempre ed è cominciata così il mio
operato di attivista per i diritti animali”.
Così
Monica ha iniziato a documentarsi e ha scoperto un nuovo mondo per
poter convivere, liberamente e con rispetto, con gli animali. Per questo
ideale ha cominciato a combattere con tutte le sue energie,
partecipando a tutte le manifestazioni possibili contro la vivisezione,
l'ultima delle quali quella per la chiusura di Green Hill.
“Ho
fatto presidi davanti ai circhi e ai delfinari che sfruttano gli
animali, ho fatto tavoli e mostre per informare la gente su come
alimentarsi senza fare del male a nessuno, cercando di spiegare cosa
significa carne, latte e uova e da dove vengono queste “cose”, cosa
significa vivisezione e cosa comprare per non esserne complici, come
riconoscere cioè un prodotto cruelty free da uno no”.
Con
il tempo, un’altra realtà entra nella vita di Monica: la cura ed il
sostegno dei “trovatelli” e di altri cani abbandonati presso vari rifugi
e canili. Una realtà dura che, oltre allo sdegno per la situazione di
abbandono degli animali, tra cui cuccioli e cagne in calore, comporta
aiuti solidi e concreti come la sterilizzazione delle femmine. “Ma per sterilizzare così tanti cani servono soldi”
afferma Monica. Così si è rivolta alle istituzioni ma con esito
negativo. Gli unici aiuti sono arrivati dalla solidarietà della gente
comune. Monica sente sempre più l'esigenza di fare attivismo sul suo
territorio: “Nel 2012 ho creato l’associazione
“Liberiamiamoli onlus” con l’obiettivo di aiutare ed informare sui
diritti degli animali, con una forma sociale dove chi vuole aiutarmi può
riconoscersi, con la sola differenza di operare nel XIII Municipio.
Nello stesso anno ho fatto parte dell'organizzazione della seconda
edizione di “A zampe nude nel parco” evento dedicato ai cani adottati e a
quelli che ancora cercano casa, con un ricco angolo dedicato alla
degustazione di piatti cruelty free per dimostrare come è possibile
amare il proprio cane e rispettare tutti gli altri animali. Inoltre ho
creato una pagina Facebook “Antispecisti per i diritti animali XIII
Municipio” con lo scopo di riunire gli attivisti, simpatizzanti o
semplicemente persone del nostro territorio che vogliono conoscere
realtà di cui poco si parla. La prima iniziativa alla quale come gruppo
abbiamo aderito è stato il “Progetto Diderot, portiamo i diritti animali
in biblioteca”; questo progetto si
prefigge di donare libri a tematiche animaliste alle biblioteche
comunali per creare appunto una sezione dedicata ai diritti degli
animali. Il 5 ottobre inaugureremo la sezione diritti animali, con circa
cento libri, alla biblioteca Elsa Morante di Ostia, progetto che in
autunno confidiamo di presentare anche nelle scuole. Sono inoltre
presente tutte le seconde domeniche del mese, con uno stand
dell’associazione, presso il mercatino delle terrazze di Casal Palocco,
dove vendiamo piccoli oggetti per raccogliere fondi da destinare ai
randagi del mare e non solo e dove è possibile trovare tanto materiale
informativo sulle tematiche animaliste”.
Tutte
queste iniziative hanno un solo scopo: dare voce a chi voce non ne ha,
far sentire le urla silenziose degli animali, urla che vengono nascoste
dal frastuono del consumismo e dalla disinformazione. L'operato di
Monica ed il suo attivismo servono a determinare una presa di coscienza,
“una consapevolezza che non siamo i padroni
della terra e che un mondo migliore per noi e per tutti gli altri esseri
viventi, senza distinzione di specie, è assolutamente possibile”.
ARTICOLO DE "IL TALENTO"
Il mare
mantiene giovani
Articolo a cura di Francesca Faiella
Da sette anni lavora “tuttofare” in uno
stabilimento balneare. Sandra Canfora ha 62 anni, ma l’amore per sabbia
ed acqua salata fa si che abbia carica ed esuberanza…di una ragazzina.
Per alcuni è la nonna e per altri la zia. Ma sintetizzare la sua figura
un aneddoto riguardante una premiazione di un torneo di beach volley,
allorchè fu definita con una targa “Il pilastro della Spiaggia”.
Ha 62 anni, una grande professionalità e un carattere di ferro ma
nell'animo è sempre una ragazzina. Stiamo parlando di Sandra Canfora, di
Ostia, da circa 7 anni impiegata presso uno stabilimento balneare come
inserviente alle cabine. Ma questo ruolo le sta stretto. Sandra infatti
vive in simbiosi con il mare espletando diversi ruoli che spaziano
dall'assistenza ai bagnanti, alla cura dello stabilimento, non
tralasciando di accudire, con amorevolezza e rigore, le “piccole pesti”
che si aggirano incustodite per la spiaggia. A fine giornata poi non
disdegna di assaporare finalmente l'agognata acqua del mare e si tuffa
tra le spumeggianti onde. Per quanto il lavoro di Sandra sia impegnativo
e sacrificante, lei ne è assolutamente contenta perchè può vedere,
ascoltare e gustare, davvero con tutti i sensi, il vicino mare.
“Ho sempre amato il mare e quando posso, anche
d'inverno, mi affaccio al litorale per rigenerarmi con l'odore ed il
sapore dell'acqua salata- afferma Sandra. Se dovessi scegliere una meta
di viaggio, sarebbe sicuramente un posto di mare ma anche la vista della
costa durante uno spostamento in auto, mi affascina e mi ritempra”.
Non a caso il lavoro di Sandra si svolge solamente in estate e i clienti
della spiaggia la amano letteralmente per la sua gentilezza e la sua
disponibilità. Ma sono specialmente i ragazzi ad essere affascinanti
dalla sua esuberanza e dal suo spirito giovanile.
“Presso lo stabilimento dove lavoro ci sono
molti campi di beach volley e beach tennis e tutto il giorno sono
costretta a convivere con il “rumore” delle palle, schiacciate,
rimbalzi, improvvisandomi spesso raccattapalle all'occorrenza. I ragazzi
apprezzano questo mio coinvolgimento anche quando, in certi giorni,
sarei tentata di bucargli il pallone! Sono molti anche i tornei di beach
volley che si organizzano durante il periodo estivo, tornei che
richiedono un grande impegno organizzativo anche da parte mia affinchè
tutto vada per il verso giusto. Qualche anno fa, durante uno di questi
tornei, al momento della premiazione finale sentii citare il mio nome.
Mi diressi verso il podio e vidi tutti i ragazzi del torneo accogliermi
con un applauso ed una targa di riconoscimento. “Al pilastro della
Spiaggia” recitava la targa.....mi hanno davvero commosso”.
Bambini e ragazzi la chiamano con appellativi diversi: per alcuni è la “nonna” per altri la “zia” e questo per la capacità di Sandra di essersi saputa integrare completamente con i giovani. Sandra stupisce per la sua abilità nel muoversi in spiaggia, dalla pulizia delle cabine al trasporto dei lettini, dalla sistemazione dei campi da beach alla cura delle siepi che ornano i viali dello stabilimento.... e tutto con la sua inconfondibile carica esplosiva muovendosi spesso al ritmo della musica. “Mi piacerebbe un giorno poter nuotare con i delfini” conclude Sandra. "Li amo alla follia tanto che per i miei 60 anni me li sono fatti tatuare sulla spalla.”....Più giovanile di così
ARTICOLO DE "IL TALENTO"
Maestro Sommelier
Articolo a cura di Francesca Faiella
Vent’anni
di lavoro come cameriere hanno sviluppato in Massimo Lollobrigida una
grande cultura vinicola fino a fargli frequentare l’Accademia Italiana
Sommelier. Il piacere di abbinare il vino ed il cibo. E le esperienze
con i vip. Tra i quali l’attore Burt Lancaster che lo chiamava “my
friend” .
Ama
profondamente la neve e la montagna e, appena può, non disdegna di
visitare le località sciistiche più suggestive, essendo anche un ottimo
sciatore. Ma i suoi interessi abbracciano innanzitutto il campo
dell'enologia, passione dettata oltre che dal suo lavoro di cameriere
anche e soprattutto da un piacere personale.
Massimo Lollobrigida,
50 anni di Ostia, ha lavorato presso numerosi ristoranti del litorale
(Vecchia Pineta, Nuova Capricciosa, Sporting Beach) e la professione che
svolge da più di vent'anni lo ha portato a sviluppare una grande
cultura vinicola, tanto da specializzarsi nel settore partecipando al
corso dell'Accademia Italiana Maestri Sommelier: “Ho
sentito la necessita di formarmi nel campo vinicolo per avere una
maggiore cultura professionale e conoscere le caratteristiche
organolettiche, i profumi e gli abbinamenti con i cibi per poter così
consigliare al meglio i clienti - afferma Massimo. Ritengo
che i vini del nord est, principalmente bianchi, rappresentino il
meglio nel campo vinicolo italiano e quello che amo consigliare,
rispettando i canoni dell'ordinazione, è il “Veltliner bianco
altoatesino autoctono” che purtroppo
sta scomparendo sovrastato dal più richiesto “Gewurztraminer”, scelta
un po' di parte dettata anche dal mio amore per l'Alto Adige”.
Massimo
ha servito moltissimi personaggi del jet set internazionale e di alcuni
serba un ricordo particolare: Roberto Benigni, Federico Fellini, Sergio
Leone, Luca Cordero di Montezemolo, Peter Falk, Paolo Villaggio, Luca
Ward, Daniele De Rossi, Francesco Totti e moltissimi altri.
“Tra
i tanti clienti vip che ho servito, ricordo con immenso piacere
l'attore Burt Lancaster, un grande umile personaggio che si lasciava
consigliare senza nessuna paura: mi chiamava “my friend”..... un gran
signore”.
Massimo
si diletta anche in cucina e, per una sorta di deformazione
professionale, ricerca il vino più adatto ad ogni pietanza e lo serve
anche con classe, così come farebbe al ristorante.“Mi piacerebbe partecipare a qualche manifestazione od evento legato al vino - confida Massimo - per informarmi sulle novità del settore ed accrescere ancor di più il mio interesse per l' affascinante mondo dell'enologia”.
Massimo
ha tutte le carte in regola per diventare un esperto del campo
soprattutto per quella innata curiosità tipica del cultore.... ed è un
piacere assaporare la sua cucina corredata naturalmente dal giusto vino.
ARTICOLO DE "IL TALENTO"
Il motore di Sant'Aurea
articolo a cura di Francesca Faiella
Da
sei anni Padre Giovanni Gisondi è il parroco della chiesa del borgo di
Ostia Antica. Impegnato in tutte le attività parrocchiali e dotato di
forte spirito artistico, racconta la suggestiva Via Crucis con la quale
vengono riproposti gli ultimi giorni di Gesù fino alla crocifissione. Ad
animarla i fedeli. Anche se una volta ad impersonare Simone di Cirene
fu proprio il prelato…..
Parroco da sei anni della Chiesa di Sant’Aurea, capolavoro di Baccio Pontelli, Padre Giovanni Gisondi
esprime tutta la sua gioia di operare in questa meravigliosa
parrocchia, vero cuore del borgo rinascimentale di Ostia Antica. Padre
agostiniano, Don Giovanni, nativo di Potenza, dopo essere stato per
vent’anni parroco della Chiesa di Santa Rita di Latina, approda a
Sant’Aurea. Impegni parrocchiali permettendo, Padre Giuseppe è amante
dell’arte e si dedica nel poco tempo libero a disposizione, alla pittura
e soprattutto alla scultura.
Tra le tante manifestazioni che si svolgono al borgo di Ostia Antica, spicca la singolare Via Crucis vivente che da oltre 25 anni caratterizza la vita della comunità della borgata romana.
Come è articolata questa suggestiva Via Crucis?
“La
funzione, che avviene il venerdì santo, si svolge all’interno del borgo
di Ostia Antica ed è animata dalla gente del posto che partecipa
volentieri e con grande interesse. Le fasi della funzione raffigurano
nell’ordine: l’entrata di Gesù in Gerusalemme, il discorso della
montagna, l’ultima cena, l’orto degli ulivi, la cattura di Gesù, Gesù
davanti al Sinedrio e la condanna di Pilato. A questo punto la Via
Crucis, con Gesù che porta la croce, si dirige verso il Parco dei
Ravennati, dove avviene la Crocifissione su una piccola collinetta
all’interno del parco. La manifestazione è molto suggestiva e le scene
principali del “cammino della Croce” vengono sottolineate da un grosso
occhio di bue che inquadra ed illumina i personaggi lasciando
tutt’intorno il buio e creando così un’atmosfera davvero emozionante che
mette in rilievo l’elemento scenografico del borgo”.
Come risponde la gente del posto?
“Con
molta partecipazione e commozione entrando nella giusta atmosfera del
Venerdì Santo. La Via Crucis del borgo è ormai elemento caratteristico
della comunità al quale essi non sanno rinunciare”.
C’è un aneddoto particolarmente curioso legato alla funzione che ricorda con particolare interesse?
“Ricordo
simpaticamente quella volta che è venuto a mancare il personaggio che
avrebbe dovuto rappresentare il Cireneo. Mi sono dovuto prestare così
alla sostituzione permettendo il giusto svolgimento della
manifestazione”.
Uomo di fede, artista, ma anche personaggio molto simpatico, Padre Giovanni
è vicino alla sua comunità e lo fa con determinazione e forte impegno
coinvolgendo così i suoi fedeli nelle numerose attività della
parrocchia.
ARTICOLO DE "IL TALENTO"
Il Cicerone
di casa nostra.
articolo a cura di Francesca Faiella
Proprio in questo mese Claudio Santellani
festeggia i suoi 41 anni nel mondo del turismo. Una sete di conoscenza
manifestatasi quando era giovane e che lo ha portato prima viaggiare e a
dirigere agenzie di viaggio e poi ad intraprendere la strada di guida
turistica. Un lavoro affascinante e pieno di aneddoti ed incontri: da
Niky Lauda all’attore Gert Froebe fino ai discendenti degli Asburgo .
E’ un uomo che tutti vorremmo conoscere, per la sua erudizione, la sua
cultura, la sua preparazione ma soprattutto per la sua simpatia. Stiamo
parlando di Claudio Santellani, guida turistica di Roma e provincia, nel
mondo del turismo dalla prima gioventù. Claudio ha diretto tre agenzie
di viaggio prima di superare brillantemente gli esami di guida turistica
ufficiale. Ha intrapreso numerosi viaggi attraverso l’Europa dell’Unione
e per la sua professione ha imparato il francese, lo spagnolo ed il
tedesco. Ha illustrato Roma a capi d’industria, famiglie principesche,
famosi attori del cinema e del teatro, campioni sportivi, capi di stato
e personaggi del jet set internazionale.
Perché hai scelto questo mestiere?
“Fin da giovane ho manifestato una straordinaria sete di conoscenza, una
voglia inesauribile di acquisire e fare tesoro delle numerose esperienze
avute nel corso degli anni. Era il 1958, avevo 18 anni. Subito dopo la
scuola, decisi di partire in autostop: fu una sfida contro me stesso.
Arrivai a Parigi, poi a Nizza. Vissi per quindici giorni a pane e latte
e dormii nei giardini adiacenti al famoso hotel Negresco. Tutto è nato
da qui, dal coraggio di affrontare l’ignoto per pura sete di conoscenza.
Una curiosità: dopo molti anni sono tornato a Nizza, questa volta però
ospite del console generale d’Italia, mio carissimo amico d’infanzia,
una bella soddisfazione dopo anni di gavetta”.
Parlaci della tua professione.
“Ho iniziato l’attività professionale come direttore tecnico turistico
di agenzia di viaggio. Ne ho dirette tre in dieci anni. Nel frattempo ho
intrapreso diversi viaggi fermandomi per due anni in Germania e
successivamente in Spagna. Tutte queste esperienze le ho messe al
servizio del mio lavoro. Conoscendo le lingue, tedesco, francese e
spagnolo, ho sentito la necessità di voler illustrare Roma ai turisti di
queste nazionalità. Ho iniziato così nel 1970 la vera e propria
professione di guida turistica conducendo anche grandi personalità del
jet set internazionale: capi di stato, gente dello spettacolo e del
mondo sportivo. Tra questi Niki Lauda, la nazionale tedesca di calcio
del 1970 e Gert Froebe, l’attore di Goldfinger 007 visto al fianco di
James Bond.”.
C’è qualche aneddoto che ci vuoi raccontare?
“Io vengo da una famiglia friulana. Il Friuli è
stato territorio austriaco ed il mio bisnonno era quindi austriaco e di
professione faceva il mugnaio. Nel 1975 ho condotto per Roma, quaranta
discendenti della famiglia austriaca degli Asburgo: immaginate la
soddisfazione che ho provato al pensiero che io, discendente da una
famiglia di mugnai stavo accompagnando una famiglia reale!”.
Qual è il segreto della tua professione?
“Il segreto è quello di trovare una linea di spiegazione valida per
tutti i presenti, dall’intellettuale al popolano. Una buona guida deve
poi essere molto concisa e mai saccente. Ci vuole una buona dose di
istrionismo ma senza farlo vedere troppo. Allo stesso modo è importante
impressionare gli astanti ma senza enfatizzare troppo”.
Qualche progetto futuro?
“Vorrei mettere per iscritto tutte le esperienze avute in questi
quaranta anni di lavoro. Il mio sogno è creare una collana sulla storia
di Roma in rapporto alla storia europea ed una sorta di testamento
professionale raccontando centinaia di episodi, aneddoti e curiosità”.
Il nove gennaio Claudio raggiungerà i quarantuno anni di attività, una
carriera splendida portata avanti con passione, dinamismo e forte
determinazione. Claudio è innamorato della sua professione e vorrebbe
trasmettere a tutti i giovani l’amore per un lavoro straordinario che
apre la mente alla conoscenza ed all’interazione con gli altri.
ARTICOLO DE "IL TALENTO"
In marcia!
articolo a cura di Francesca Faiella
Di
professione oggi fa l’impiegata. Ma Cristina Deidda, 30 anni di Ostia,
ha praticato questa disciplina sportiva dell’atletica leggera ad alto
livello e con grande impegno. Duri allenamenti ma qualche piccola
“disobbedienza” rispetto agli stili di vita consigliati dagli
allenatori. Ed incontri importanti con gli atleti della nazionale
italiana di ieri e di oggi. La particolare esperienza nello staff del
Golden Gala, con un “good luck” sussurrato al campionissimo Michael
Johnson .
“Ogni bambino e poi ragazzo dovrebbe avere il diritto di poter vivere quello che ho vissuto io e tutto il mio gruppo!” Così esordisce Cristina Deidda,
30 anni di Ostia, impiegata ma soprattutto marciatrice professionista
fino ai 18 di età, quando decise di smettere l'attività agonistica. Nei
suoi occhi traspare un'emozione molto forte al pensiero ed al ricordo di
quelli che lei stessa definisce “in assoluto gli anni più belli della mia vita”.
Una passione che Cristina ancora oggi, impegni permettendo, cerca di
coltivare, andando a correre di tanto in tanto perchè l'atletica le è
rimasta nel sangue.
Come era la tua giornata tipo di allenamento e come hai vissuto quegli anni di attività agonistica?
“Mi
allenavo 3 volte a settimana più la domenica se non c'era gara e, col
passare del tempo, anche nei giorni in cui non c'era allenamento
(martedì e giovedì) andavamo a fare la classica “sgambata” per tenere i
muscoli e il fiato sempre su di tono. Ero arrivata al punto che anche
quando avevo momenti di nervosismo legati alla fase adolescenziale o
semplicemente per scaricare la tensione di una giornata pesante, mettevo
su scarpe e tuta e andavo a correre!! Tutto era legato alla mia vita
sportiva...per me l'importante non era comprare il jeans di tendenza, ma
avere sempre a posto tutto il materiale che mi serviva per il mio
sport, dalle scarpe alla tuta, dai pantaloncini alle canotte. C'è da
dire che le persone con cui facevo atletica per me erano come una
seconda famiglia e per anni sono state tra le persone più importanti che
avevo...alcune lo sono anche rimaste”.
Ti ricordi qualche aneddoto o curiosità legato all'attività sportiva?
“Posso
dirti che a quell'età facevamo sempre il contrario di quanto ci veniva
detto!! Ad esempio il giorno prima di una gara, era necessario andare a
letto presto per far riposare adeguatamente testa e muscoli (una gara
porta via molte energie anche a livello mentale, essendo una disciplina
individuale e non di gruppo). Neanche a parlarne....abbiamo passato
intere nottate sveglie!! Oppure il mio allenatore voleva una sana
colazione prima di una gara, fatta di pane e miele, fette biscottate con
marmellata, il tutto accompagnato da un bel succo, ma io non ho mai
abbandonato il mio cappuccino coi miei biscotti o brioches”.
Hai avuto modo di conoscere atleti famosi?
“Al
di la del fatto che conoscevo tutta la nazionale di marcia (Annarita
Sidoti, Elisabetta Perrone, Erika Alfridi, Rossella Giordano, Elisa
Rigaudo, Giovanni De Benedictis, Michele Didoni, Ivano Brugnetti),
specialità che praticavo, sono cresciuta coi ragazzi che ne fanno parte
ora, da Jean Jaques Nkouloukidi a Giorgio Rubino a Marco De Luca e
Alessandro Garozzo. In tutto questo va inserito il contesto del Golden
Gala, al quale partecipavamo sempre come staff. In quegli anni ho avuto
occasione di conoscere il nostro grande Fabrizio Mori, che incontravo
spesso in caserma ad Ostia, pista dove per un periodo mi sono allenata,
"Frankie" Fredericks, Maurice Green, Linford Christie e ultimo ma non
meno importante il mitico Michael Johnson, atleta che adoravo e al quale
ho avuto modo di sussurrare un "good luck" prima di una gara di 400 mt,
essendo la ragazza addetta a portare via il cesto con le sue cose dai
blocchi di partenza. Assolutamente fantastico!”.
Hai nostalgia dello sport e degli anni dell'attività agonistica?
“Assolutamente
sì; sono stati gli anni più belli della mia infanzia ed adolescenza.
Non c'è un solo momento di quegli anni che non mi riporti all'atletica e
a tutto quello che ad essa era legato”.
sabato 24 novembre 2012
ARTICOLO DE "IL TALENTO"
La musica
di Lil'Girl.
articolo a cura di Francesca Faiella
E’ questo il nome d’arte di Manuela Tardioli,
ventunenne compositrice di Ostia. Testi e basi musicali ispirati a
diversi temi, in primis l’amore. Ed una predilezione per il genere hip
hop. Nei suoi lavori i due aspetti della sua personalità: l’anima più
sensibile e delicata e quella più ribelle e rabbiosa.
Sono due le anime che caratterizzano Manuela Tardioli, in arte
Lil’Girl, giovane compositrice di Ostia: una più sensibile,
delicata, rivolta ai grandi valori della vita, amore, amicizia,
famiglia; ed un’altra più ribelle, rabbiosa, che punta il dito verso le
problematiche della società odierna. Manuela, a soli 21 anni, ha già
composto numerosi testi su diverse basi musicali che lei stessa realizza
attraverso il computer.
Quando e come nasce la passione per la musica?
“Sono cresciuta in una famiglia che ha sempre amato la musica e ho avuto
modo così di rapportarmi con diversi generi musicali, tra classico e
moderno, fin da bambina. E’ importante non fare selezione sulla musica,
ci vuole la giusta apertura mentale. Ho composto il mio primo testo
all’età di nove anni avvicinandomi in maniera più decisa, con il tempo,
al genere hip-hop”.
Quali sono i temi di ispirazione delle tue composizioni?
“Molti testi sono autobiografici e personali ma chi li ascolta deve
potersi immedesimare nelle cose che compongo. Sono ispirata da temi
diversi: l’amore innanzitutto. Ma un concetto molto ampio di amore: per
gli amici, per la famiglia, per una storia importante ma anche amore per
la musica, che è la fonte primaria della mia creatività. Anche una
semplice suoneria di un cellulare può essere motivo di composizione,
purchè sia suono puro. Poi c’è la rabbia, la voglia di cambiare una
società in cui non mi ritrovo, le discriminazioni, l’omertà. Diciamo che
compongo in base allo stato d’animo ma il tema deve essere toccante,
sennò non mi sento ispirata”.
Quante cose hai realizzato finora e quali sono i tuoi obiettivi per
il futuro?
“Ho composto una ventina circa di testi e basi musicali e spesso mi
cimento anche nel canto con base di ispirazione hip hop. Creo
personalmente la musica oppure scarico basi già pronte su cui adatto i
miei testi. Mi piacerebbe trovare uno studio di registrazione per poter
provare e creare qualcosa di personale. Purtroppo la disponibilità è
minima ed i costi sono molti alti”.
Manuela, così come molti altri giovani artisti del
territorio, potrebbe dare sfogo al suo estro se ce ne fossero i mezzi.
Speriamo che le Istituzioni possano sopperire a questa mancanza, creando
spazi sempre più ampi per questi giovani talenti.
[Strofa tratta dal testo "Non Ce La Faccio
Più"]
- E non ce la faccio più a respirà st'aria pesante
l'incomprensione di me stessa tra l'invidia della gente
stanca di occhi che mi guardano, mi criticano
come na giuria di fronte alla mia vita in bilico.
- E non ce la faccio più a respirà st'aria pesante
l'incomprensione di me stessa tra l'invidia della gente
stanca di occhi che mi guardano, mi criticano
come na giuria di fronte alla mia vita in bilico.
[Strofa tratta dal testo "Stanotte"]
- Si parla d'amicizia ma non c'è legame
tutti parlano d'amore ma nessuno sà amare
si incrociano le dita sperando possa cambiare
quel domani che tutti poi sogniamo un po' migliore.
ARTICOLO DE "IL TALENTO"
La
"milanese"
articolo a cura di Francesca Faiella
Così, per le sue origini meneghine, viene soprannominata Lucia Ugatti
nel corso dei tornei di beach volley. Nel nostro municipio ormai da
cinque anni, è operatrice di montaggio video e grafica, ma continua a
coltivare sulla sabbia la sua grande passione per la pallavolo, nata
all’età di 13 anni. Fino al punto di unire entrambe le attività,
realizzando dei lavori riferiti alle manifestazioni alle quali
partecipa. Ed ora che per lavoro dovrà andare di nuovo a Milano,
confessa come la mente ed il cuore siano sempre…..sulla spiaggia di
Ostia
Milanese di nascita ma romana di adozione,
essendosi trasferita cinque anni fa nella capitale....per amore,
Lucia Ugatti, residente al quartiere Caltagirone, tra Malafede e
Torrino, 31 anni operatrice di montaggio video e grafica, ha una grande
passione, la pallavolo, che coltiva da quando aveva tredici anni. Lucia
ha militato in diverse squadre milanesi e di provincia delle giovanili,
fino ad arrivare a giocare in serie C. Arrivata a Roma ha optato per il
beach volley, sport molto in voga sul litorale, seguitissimo, non solo
dai giovani.
Una passione nata al seguito di un amore .
“Diciamo che la passione per il beach volley è nata
soprattutto perché non sopportavo il lavoro in palestra, troppo calda
per le mie abitudini e così ho deciso di praticare uno sport all’aperto.
Ai non addetti potrebbe sembrare la stessa cosa...ma non e' così:
pallavolo e beach volley sono 2 sport diversi! A darmi una mano nel
cambiamento sicuramente mi e' stata tanto utile la BVA Beach Volley
Academy, una scuola specializzata nel beach, con campioni e personale
qualificato che insegnano tutti i “trucchetti” del mestiere. E' anche un
bel gruppo di amici, con cui ci si diverte ad ogni torneo organizzato.
Come dire….sabbia, sole, sport e tanti amici!”
Tu vieni da una città così diversa da Ostia,
quali sono le sensazioni che hai provato quando sei arrivata qui cinque
anni fa?
“Mi è piaciuta subito e ho ancora il ricordo della
bellezza e dell’odore del mare. Ogni volta che passavo alla Rotonda di
Ostia, rimanevo sempre più incuriosita nel vedere gli atleti giocare a
beach volley. Così mi sono informata ed è nata la passione vera e
propria. Ma ci sono delle sensazioni particolari che mi porto dentro e
che mi hanno molto colpita: ad esempio il fascino dei pini marittimi,
alberi che non avevo mai visto dalle mie parti o l’incanto delle
meravigliose forme degli uccelli durante il periodo di migrazione, che
disegnano immagini a cui la fantasia può dar sfogo. E poi la percezione
di sentirti la sabbia addosso e tra le dita dei piedi mentre ritorni a
casa: per me questa sensazione è sempre stata unicamente ricordo di
vacanza ed invece mi è capitato di viverla praticamente ogni giorno”.
A questo punto parlaci della tua attività di
montaggio video e grafica?
“Il mio lavoro consiste nel montaggio di video e
grafica di impaginazione. Ho spesso realizzato video per manifestazioni
di beach alle quali ho partecipato, a volte su richiesta degli stessi
organizzatori. Molti di questi video sono visibili nel web e su you
tube. In questo caso ho unito lavoro e passione sportiva fortificando
ulteriormente la mia esperienza nel campo”.
Progetti e obiettivi imminenti per il futuro?
“Sono stata chiamata per partecipare ad un
programma che andrà in onda a settembre su Raidue. Lavorerò in redazione
e la mia esperienza di montaggio è stata utile nella scelta per
supportare i montatori. Questa è una buona opportunità di lavoro ma sarò
costretta a tornare a Milano. Nonostante tutto continuerò ad
allenarmi….purtroppo al coperto, ma manterrò viva comunque la mia
passione per il beach volley”.
Di Lucia Ugatti ci piacciono la simpatia, la
vitalità, la professionalità nel lavoro e la piacevole parlata milanese
che la contraddistingue e che, anche nel beach durante i tornei, viene
sottolineata dagli speaker che la presentato sempre come “la milanese”.
Ma Lucia tiene a sottolineare una cosa: “mi sento romana e soprattutto
ostiense perché ho cominciato ad apprezzare il mare e mi manca molto
quando torno a Milano”.
ARTICOLO DE "IL TALENTO"
La regina
delle onde
Articolo a cura di Francesca Faiella
Una vita nello sport, quella di Giulia Ramoni,
venticinquenne surfista di Ostia. L’amore per il mare, ereditato dai
genitori, l’ha portata da bambina ad andare in barca e, successivamente,
a provare il windsurf. Ed ora, con la sua tavola, lei e il mare…sona
quasi una cosa sola, in un insieme di acrobazie, sensazioni e colori.
E' cresciuta a pane e sport grazie ai suoi genitori che le hanno
trasmesso una intensa passione per il mare: il papà, allenatore di vela
e la mamma che partecipava a regate già “insieme” a lei nel pancione.
Giulia Ramoni, 25 anni di Ostia è assistente bagnanti e istruttrice di
nuoto e ginnastica funzionale.
“Sono da sempre stata un'appassionata di sport
tanto da laurearmi alla facoltà di Scienze Motorie del Foro Italico
- spiega Giulia. Ho iniziato da bambina ad
andare in barca, poi ho imparato a sfruttare le raffiche di vento per
planare con il windsurf fino ad arrivare, circa sei anni fa, a conoscere
lo sport che ha cambiato la mia vita: cavalcare le onde con la sola
tavola da surf”.
Dalle parole di Giulia traspare un amore incondizionato per il mare che
la travolge e la spinge ad avere un rapporto continuo con esso. “Dal
primo momento che riesci a planare sull'onda con la tua sola tavola da
surf -afferma - capisci che non ne
puoi più fare a meno e così ti ritrovi piacevolmente condizionata da
questa passione/necessità in tutte le scelte che fai: la mèta dei miei
viaggi ad esempio dipende dalle possibilità che ho di surfare onde
oceaniche (Canarie, Francia, Portogallo, Indonesia...). Persino la
scelta del tema della mia tesi di laurea è stata inerente al Surf!”
E così Giulia ha fatto del surf uno stile di vita, iniziando a
gareggiare. Ha partecipato alle tappe del campionato italiano (Imperia,
Forte dei Marmi, Sardegna e Roma) piazzandosi al terzo posto nella
classifica finale femminile. “Quando sono in
acqua, seduta sulla mia tavola da surf o non, come per magia la mia
mente si libera da ogni preoccupazione che la vita di tutti i giorni ci
impone... anche dopo dieci ore di lavoro e un gran mal di testa mi basta
tuffarmi nel mare salato ed è come se rinascessi: le onde che ti cullano
e il silenzio di quando si sta sott'acqua. Ci sono giorni in cui sono
cosi provata dallo stress della vita terrestre che sento la necessità di
correre verso il mare e anche il solo ammirare le sue onde, facendo
disperdere i pensieri all'orizzonte, riesce a trasmettermi nello stesso
tempo sia tranquillità che le energie per andare avanti”.
Un ricordo di viaggio pervade la mente di Giulia, un ricordo che rimarrà
per sempre indelebile nella sua memoria. “Non
dimenticherò mai il giorno in cui ho surfato nel mio primo tubo a Bali.
Ricordo ancora quella sensazione indescrivibile del trovarsi avvolto in
un tubo di acqua... quel silenzio... e quello sfiato d'aria nel momento
in cui si esce, unito agli strilli di un australiano conosciuto in acqua
che esprimeva tutto il suo entusiasmo per il mio tubo”.
Le onde hanno creato in Giulia una sorta di dipendenza a tal punto che
non appena gli capitano dei colori sotto mano.... non riesce a non
dipingerne alcune.
ARTICOLO DE "IL TALENTO"
Cittadino d'Europa
Articolo a cura di Francesca Faiella
Tecnico
manutentore con l’hobby del disegno e della scultura, Gaetano Amico ha
frequentato con passione la scuola ANCIFAP dell’Alitalia. E per motivi
professionali si e’ spostato in diverse nazioni del continente insieme
alla moglie Alessia ed alle sue due figliolette. Un interessante “tour”
che ha fatto loro scoprire altre abitudini e tradizioni.
Un talento innato per il disegno e la scultura ed una grande propensione per tutto ciò che è manualità caratterizzano Gaetano Amico,
45 anni di Ostia che nella vita si occupa di manutenzione tecnica sui
veicoli della compagnia aerea Alitalia presso l'aeroporto di Fiumicino.
Le sue passioni non si sono fermate però al piacere dell'arte, che egli
continua a coltivare per hobby, ma hanno intaccato una sfera ben più
complessa che riguarda il funzionamento e la tecnica degli aeroplani,
passione questa alla quale Gaetano non ha voluto rinunciare decidendo
subito di frequentare la scuola professionale dell'Alitalia che prepara i
tecnici manutentori: la scuola ANCIFAP. La sua abilità, la
professionalità e le numerose certificazioni ottenute che ne attestano
la bravura, hanno permesso a Gaetano di lavorare presso diversi scali
esteri per copertura tecnica momentanea ed emergenze essendo, tra
l'altro, conoscitore di quasi tutti i veicoli della compagnia italiana.
Ha lavorato a Dublino, Belgrado, Sofia, Madrid, Dusseldorf, Monaco di
Baviera, Marocco e Brasile. La sua esperienza europea è stata ancora più
intrigante quando decise di trasferirsi con tutta la famiglia prima a
Madrid e poi in Germania, a Dusseldorf e Monaco. “Trasferirsi
con la famiglia, con due bimbe piccole, è stata una grande prova che
però ha saputo ricompensarci per tutti gli sforzi ed i sacrifici fatti” - confessa Gaetano - “Due ambienti diversi, due climi differenti ma entrambi forieri di notevoli esperienze” aggiunge Alessia, moglie di Gaetano. “La
Germania offre un'organizzazione impeccabile sotto l'aspetto
burocratico ed amministrativo: scuola, sanità, traffico. L'ordinamento
della società ti permette di vivere bene e sentirti...più leggera. Anche
in Spagna abbiamo trovato un sistema organizzativo più ordinato e
regolato rispetto all'Italia - continuano Gaetano e Alessia - ..non a caso abbiamo iniziato a Madrid la raccolta differenziata della spazzatura quando qui in Italia ancora non se ne parlava”.
Molti gli episodi curiosi che hanno caratterizzato la loro vita “europea” assolutamente diversi da nazione a nazione. “In
Germania c'è molto controllo nelle strade e ci sono civili adibiti a
poliziotti di quartiere. In un tardo pomeriggio di domenica, nella
quiete più totale della giornata festiva tedesca, bussa alla porta uno
di loro. Avevo la macchina parcheggiata nel posto auto di mia
proprietà...ma posizionata nel senso di marcia opposto a quello della
strada. Ho dovuto pagare una multa immediata per l'infrazione.....così
grave”.
Alessia
ricorda questi aneddoti con un po' di ironia ma allo stesso tempo con
grande rispetto per quello che ha trovato nelle città tedesche. “In
Spagna si vive molto all'aperto, nelle strade, intessendo rapporti
piacevoli con la gente. L'abitazione è solo per la famiglia: le
relazioni interpersonali avvengono esclusivamente fuori casa. E poi si
segue molto lo stile inglese soprattutto nell'abbigliamento: a scuola è
di rigore la divisa come nei college inglesi e le donne spagnole devono
essere sempre impeccabili in ogni occasione. Per questo ci sono centri
estetici per tutte le tasche”.
Alessia e Gaetano ricordano ancora due piacevoli episodi dell'esperienza tedesca. “Uno
riguarda la grande attenzione da parte della società per i bambini e
gli animali. Ogni locale, negozio o ristorante che sia, ha al suo
interno un'area per i bambini e per i cani e questi ultimi hanno accesso
anche ai mezzi pubblici. L'altro ricordo ci porta indietro ai Mondiali
di calcio del 2006, quando l'Italia vinse il campionato del mondo. La
squadra azzurra risiedeva a Duisburg, circa 15 km da Dusseldorf dove
vivevamo in quel periodo. Oltre ad andare spesso a vedere gli
allenamenti della nazionale, avevamo ritrovato un angolo azzurro in
Germania e quando l'Italia battè la nazionale tedesca fu una grande
gratificazione per noi italiani residenti lì”.
Gaetano
e Alessia ora vivono ad Ostia con le due figlie Linda e Giulia, che
hanno frequentato la scuola internazionale arricchendo con le lingue il
loro bagaglio culturale. Gaetano continua con successo il suo lavoro con
numerose gratificazioni, ottenendo speciali incarichi all'estero per
manutenzioni speciali e guasti tecnici. “L'esperienza all'estero ci ha
maturato e gratificato: lo rifaremmo subito se ne avessimo la
possibilità” confidano entrambi.ARTICOLO DE "IL TALENTO"
I love
London
Articolo a cura di Francesca Faiella
Quasi 18 anni vissuti nella capitale del Regno
Unito, dove era andata da ragazza per imparare l’inglese. Francesca
Madia, attualmente impiegata presso l’aeroporto di Fiumicino, ricorda la
sua esperienza in terra britannica, dove sono alti il senso civico,
quello di appartenenza ed il rispetto delle regole. Anche se alla
fine….si sente la mancanza del sole! .
Partì negli anni 90 alla volta di Londra, così come fecero molti altri
italiani, in quegli anni, per perfezionare l'inglese e per avvicinarsi
ad una città con prospettive lavorative migliori. Poi, come molti altri
italiani, ha finito per subirne il fascino divenendo subito parte
integrante del meccanismo londinese. Stiamo parlando di Francesca
Madia, 39 anni di Ostia, attualmente impiegata presso lo scalo
internazionale dell’aeroporto di Fiumicino.
“Vado solo per tre mesi a perfezionare
l’inglese! - furono le sue prime parole prima di partire.
Poi arrivi, scopri che il tuo livello di inglese
e’ bassissimo avendo pur frequentato una scuola basata sullo studio
delle lingue straniere e poi ti accorgi subito del fascino di una città
meravigliosa, dove si respira l’opportunità di poter fare bene ed allo
stesso momento, divertirsi”. L' esperienza londinese di
Francesca inizia nel 1992, subito dopo la maturità. “Ho
iniziato con i lavori più umili, ma ho sempre avuto la possibilità di
crescere all’interno della società per cui stavo lavorando; non mi sono
mai sentita discriminata perchè straniera e soprattutto italiana”.
La seduzione di una città esuberante e briosa come Londra, non può che
manifestare una profonda attrattiva per coloro che vi giungono la prima
volta e Francesca ne assapora subito le novità e la continua evoluzione
del sistema organizzativo. “Mi stupiva vedere
come da un giorno all’altro nascessero nuovi negozi dal nulla, come la
città non dormisse mai, come uno spicchio di sole accendesse gli inglesi
che invadevano letteralmente ogni angolo degli innumerevoli parchi. Mi
stupiva ancora di più vedere come tutti seguissero le regole più
elementari di educazione civica, dalla guida, alla fila alle fermate
degli autobus, al non mangiare sui mezzi pubblici, proprio come
suggeriva una pubblicità sulle stessa TUBE: Pig in the Middle. E presto
ci si accorge che tutto funziona in maniera veloce e semplice, da un
contratto telefonico all’apertura di un conto in banca”.
L'amore
per Londra è cresciuto sempre di più per Francesca tanto da volerlo
unire alla sua passione per il turismo: così inviò una domanda alla
British Airways. “Ho avuto la fortuna di
lavorare per la società che per eccellenza rappresenta il Regno Unito
nel mondo. Ciò che più adoro dei londinesi è il loro orgoglio di essere
londinesi, il loro più piccolo gesto è mirato a fare di Londra una
grande città. Ed io, pur essendo straniera, mi sono sempre sentita parte
di quel motore umano”. Dopo 18 anni di Londra, Francesca è
voluta tornare a Roma. Grazie alle sue esperienze lavorative è riuscita
ad essere assunta da una delle compagnie aeree più all’avanguardia del
momento. “A volte mi sento una straniera in
terra madre - continua Francesca - e
vorrei che l’orgoglio di essere italiani non venisse fuori solo quando
gli azzurri vincono il mondiale. Vorrei che la gente smettesse di dire
che all’estero funziona tutto meglio lamentandosi poi per gli autovelox.
Vorrei che venissimo investiti tutti da un senso di educazione civica e
quella fierezza che rende grande un paese…Londra così non potrebbe mai
competere con nessuna delle nostre città”.
Londra si prepara a vivere lo straordinario evento delle Olimpiadi,
riempiendosi di colori e manifestando quella vivacità e quel dinamismo
che le appartiene da sempre. Francesca conosce bene quella esuberanza ma
una una sola cosa non è mai riuscita a sopportare: “A Londra manca un
grande elemento: il sole!”
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