domenica 25 novembre 2012

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Ostia-New York andata e ritorno
Articolo a cura di Francesca Faiella

Simona Pelliccetti divide la sua vita tra il nostro litorale e gli Stati Uniti. Insieme alla sorella Roberta ha realizzato “Le Primitive”, un progetto che da’ spazio alla creatività. Dai mosaici al riciclo degli oggetti usati, una serie di esperimenti che sono diventati vere e proprie collezioni .
Ha realizzato il progetto “Le Primitive” assieme alla sorella Roberta, dando sfogo illimitato alla sua innata creatività nella produzione di oggetti unici ed originali in vetro colorato, nello stile dei classici mosaici marmorei dell'antica Roma e di cappelli in lana dai colori sgargianti e fantasiosi. Lei si chiama Simona Pelliccetti, classe 1979 di Ostia e si divide tra New York e Roma, dove espone da oltre 15 anni le sue creazioni con grande successo.
Simonetta e Roberta sono entrambe diplomate alla “Scuola d'Arte” di Roma e condividono la stessa passione “quella di creare usando il cuore per mezzo delle mani” . Appena diplomata, Simonetta cerca di farsi strada nei laboratori di mosaico di Roma acquisendo una notevole esperienza lavorativa ma la svolta decisiva per la sua carriera di artista arriva tramite una telefonata. “Mia sorella si era trasferita a New York da qualche anno mantenendosi facendo la bartender in diversi locali pur continuando a coltivare la sua passione - rivela Simonetta. Infatti appena finito di lavorare si precipitava a creare installazioni di mosaico nello studio che condivideva con altri due artisti. Un giorno ricevetti una sua telefonata: “Simonetta sono Roberta, devi assolutamente venire a New York e creare con me”.
Da quel momento le due sorelle cominciano a camminare insieme coinvolgendo anche la loro meravigliosa mamma. E' qui che nasce il progetto “Le Primitive”, proprio a New York City dove Simonetta ha l'opportunità di crescere professionalmente grazie anche alla strada spianatale dalla sorella. La creatività Simonetta ce l'ha nel DNA: “fin da piccola avevo la capacità di riciclare oggetti usati e rinnovarli totalmente dando una nuova anima al prodotto finale. Mischiando inventiva ed arte, usavo tutto quello che mi capitava tra le mani ed il risultato mi gratificava perchè organizzavo mercatini improvvisati ottenendo sorprendenti consensi, al di là di ogni mia aspettativa”. 
Il risultato degli “esperimenti” di Simonetta ha portato alle odierne collezioni che, attraverso esposizioni, a New York come a Roma, riscuotono un grande successo di pubblico e di vendite grazie ad accessori semplici che colpiscono per la fantasia delle forme e dei disegni, per i colori vivaci e briosi, per la inconsueta luminosità.  



L'approvazione e l'ammirazione popolare è visibile anche sui gruppi che Simonetta e Roberta hanno creato per diffondere le proprie opere: http://ow.ly/i/YNYo  e http://www.facebook.com/LePrimitive , approvazione che si manifesta attraverso commenti assolutamente lusinghieri. Le due sorelle danno anche l'opportunità a coloro che lo desiderano, sempre attraverso i loro gruppi, di manifestare idee e proposte a cui loro daranno vita creando...su ordinazione. Le due sorelle ancora oggi vivono a New York “ma siamo sempre in giro per il mondo a condividere con gli altri la nostra felicità. 

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

L'amica degli animali
Articolo a cura di Francesca Faiella

Monica Lugini vive all’Axa con cinque cani e due gatti. Da una decina di anni, inoltre, ha bandito dalla propria alimentazione carne e pesce. Una scelta originata dalla passione per tali esseri e dalle brutte sensazioni provate nel vederli privi di vita e serviti un piatto. Questo impegno per la difesa dei diritti dei quadrupedi l’ha portata a creare la Liberiamoli Onlus e a collaborare con azioni ed iniziative. Tra di esse il progetto Diderot grazie al quale ad ottobre la Biblioteca Elsa Morante avrà una sezione di libri dedicata a tematiche animaliste.
Animalista, attivista per i diritti degli animali, volontaria e promotrice di iniziative ed eventi legati alla lotta contro la vivisezione e per la divulgazione di una alimentazione che esclude l'uso di prodotti di origine animale: questo è il profilo di Monica Lugini, 42 anni, residente all’ AXA dal 2000 dove convive con cinque cani e due gatti. 
Come tutti i bambini da sempre ho avuto la passione innata per gli animali ma non ho avuto la fortuna di poterci crescere insieme, così appena mi sono resa indipendente sono andata al canile e ho preso il mio primo cane. Nel frattempo la casa si popolava di altri quadrupedi: l’amore ed il rispetto che avevo per i cani e per i gatti mi portava a dichiararmi animalista, come se gli animali fossero solo queste due specie. Un giorno in macelleria ho visto appeso ad un gancio un coniglio scuoiato, il suo corpicino era così simile a quello della mia gatta... ho provato orrore e compassione per quella creatura. Solo in quel momento ho realizzato che io mi dichiaravo amante degli animali ma allo stesso tempo li mangiavo. Così, una sera d’estate di circa dieci anni fa, ho eliminato definitivamente tutti gli animali dai miei piatti”.
Con queste parole forti ma efficaci Monica inizia il suo racconto per manifestare con decisione il suo amore per gli animali ed allo stesso tempo denunciarne ogni forma di violenza.
Allo stesso modo, dopo aver fatto un’immersione con le bombole ed aver osservato tantissimi pesci liberi nel loro habitat, in particolare delle cernie meravigliose, ho percepito che stavo in un ambiente dove io ero ospite e potevo conviverci a patto che rispettassi quel mondo sommerso con i suoi abitanti. La stessa sera ho trovato sul tavolo del buffet un grande pesce, sembrava proprio una di quelle cernie che avevo visto la mattina stessa ed il suo corpo veniva dilaniato dalle forchette che ne pretendevano le carni. Ho provato tanto dolore e tristezza nel vedere un essere così meraviglioso e pacifico, che voleva solo vivere proprio come me, ridotto a cibo. Da quel preciso momento ho smesso di cibarmi di animali e dei loro derivati per sempre ed è cominciata così il mio operato di attivista per i diritti animali”.
Così Monica ha iniziato a documentarsi e ha scoperto un nuovo mondo per poter convivere, liberamente e con rispetto, con gli animali. Per questo ideale ha cominciato a combattere con tutte le sue energie, partecipando a tutte le manifestazioni possibili contro la vivisezione, l'ultima delle quali quella per la chiusura di Green Hill.
Ho fatto presidi davanti ai circhi e ai delfinari che sfruttano gli animali, ho fatto tavoli e mostre per informare la gente su come alimentarsi senza fare del male a nessuno, cercando di spiegare cosa significa carne, latte e uova e da dove vengono queste “cose”, cosa significa vivisezione e cosa comprare per non esserne complici, come riconoscere cioè un prodotto cruelty free da uno no”. 
Con il tempo, un’altra realtà entra nella vita di Monica: la cura ed il sostegno dei “trovatelli” e di altri cani abbandonati presso vari rifugi e canili. Una realtà dura che, oltre allo sdegno per la situazione di abbandono degli animali, tra cui cuccioli e cagne in calore, comporta aiuti solidi e concreti come la sterilizzazione delle femmine. “Ma per sterilizzare così tanti cani servono soldi” afferma Monica. Così si è rivolta alle istituzioni ma con esito negativo. Gli unici aiuti sono arrivati dalla solidarietà della gente comune. Monica sente sempre più l'esigenza di fare attivismo sul suo territorio: “Nel 2012 ho creato l’associazione “Liberiamiamoli onlus” con l’obiettivo di aiutare ed informare sui diritti degli animali, con una forma sociale dove chi vuole aiutarmi può riconoscersi, con la sola differenza di operare nel XIII Municipio. Nello stesso anno ho fatto parte dell'organizzazione della seconda edizione di “A zampe nude nel parco” evento dedicato ai cani adottati e a quelli che ancora cercano casa, con un ricco angolo dedicato alla degustazione di piatti cruelty free per dimostrare come è possibile amare il proprio cane e rispettare tutti gli altri animali. Inoltre ho creato una pagina Facebook “Antispecisti per i diritti animali XIII Municipio” con lo scopo di riunire gli attivisti, simpatizzanti o semplicemente persone del nostro territorio che vogliono conoscere realtà di cui poco si parla. La prima iniziativa alla quale come gruppo abbiamo aderito è stato il “Progetto Diderot, portiamo i diritti animali in biblioteca; questo progetto si prefigge di donare libri a tematiche animaliste alle biblioteche comunali per creare appunto una sezione dedicata ai diritti degli animali. Il 5 ottobre inaugureremo la sezione diritti animali, con circa cento libri, alla biblioteca Elsa Morante di Ostia, progetto che in autunno confidiamo di presentare anche nelle scuole. Sono inoltre presente tutte le seconde domeniche del mese, con uno stand dell’associazione, presso il mercatino delle terrazze di Casal Palocco, dove vendiamo piccoli oggetti per raccogliere fondi da destinare ai randagi del mare e non solo e dove è possibile trovare tanto materiale informativo sulle tematiche animaliste”.




Tutte queste iniziative hanno un solo scopo: dare voce a chi voce non ne ha, far sentire le urla silenziose degli animali, urla che vengono nascoste dal frastuono del consumismo e dalla disinformazione. L'operato di Monica ed il suo attivismo servono a determinare una presa di coscienza, “una consapevolezza che non siamo i padroni della terra e che un mondo migliore per noi e per tutti gli altri esseri viventi, senza distinzione di specie, è assolutamente possibile”.


ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Il mare mantiene giovani
Articolo a cura di Francesca Faiella

Da sette anni lavora “tuttofare” in uno stabilimento balneare. Sandra Canfora ha 62 anni, ma l’amore per sabbia ed acqua salata fa si che abbia carica ed esuberanza…di una ragazzina. Per alcuni è la nonna e per altri la zia. Ma sintetizzare la sua figura un aneddoto riguardante una premiazione di un torneo di beach volley, allorchè fu definita con una targa “Il pilastro della Spiaggia”.  
Ha 62 anni, una grande professionalità e un carattere di ferro ma nell'animo è sempre una ragazzina. Stiamo parlando di Sandra Canfora, di Ostia, da circa 7 anni impiegata presso uno stabilimento balneare come inserviente alle cabine. Ma questo ruolo le sta stretto. Sandra infatti vive in simbiosi con il mare espletando diversi ruoli che spaziano dall'assistenza ai bagnanti, alla cura dello stabilimento, non tralasciando di accudire, con amorevolezza e rigore, le “piccole pesti” che si aggirano incustodite per la spiaggia. A fine giornata poi non disdegna di assaporare finalmente l'agognata acqua del mare e si tuffa tra le spumeggianti onde. Per quanto il lavoro di Sandra sia impegnativo e sacrificante, lei ne è assolutamente contenta perchè può vedere, ascoltare e gustare, davvero con tutti i sensi, il vicino mare.
Ho sempre amato il mare e quando posso, anche d'inverno, mi affaccio al litorale per rigenerarmi con l'odore ed il sapore dell'acqua salata- afferma Sandra. Se dovessi scegliere una meta di viaggio, sarebbe sicuramente un posto di mare ma anche la vista della costa durante uno spostamento in auto, mi affascina e mi ritempra”.
Non a caso il lavoro di Sandra si svolge solamente in estate e i clienti della spiaggia la amano letteralmente per la sua gentilezza e la sua disponibilità. Ma sono specialmente i ragazzi ad essere affascinanti dalla sua esuberanza e dal suo spirito giovanile.
Presso lo stabilimento dove lavoro ci sono molti campi di beach volley e beach tennis e tutto il giorno sono costretta a convivere con il “rumore” delle palle, schiacciate, rimbalzi, improvvisandomi spesso raccattapalle all'occorrenza. I ragazzi apprezzano questo mio coinvolgimento anche quando, in certi giorni, sarei tentata di bucargli il pallone! Sono molti anche i tornei di beach volley che si organizzano durante il periodo estivo, tornei che richiedono un grande impegno organizzativo anche da parte mia affinchè tutto vada per il verso giusto. Qualche anno fa, durante uno di questi tornei, al momento della premiazione finale sentii citare il mio nome. Mi diressi verso il podio e vidi tutti i ragazzi del torneo accogliermi con un applauso ed una targa di riconoscimento. “Al pilastro della Spiaggia” recitava la targa.....mi hanno davvero commosso”.




Bambini e ragazzi la chiamano con appellativi diversi: per alcuni è la “nonna” per altri la “zia” e questo per la capacità di Sandra di essersi saputa integrare completamente con i giovani. Sandra stupisce per la sua abilità nel muoversi in spiaggia, dalla pulizia delle cabine al trasporto dei lettini, dalla sistemazione dei campi da beach alla cura delle siepi che ornano i viali dello stabilimento.... e tutto con la sua inconfondibile carica esplosiva muovendosi spesso al ritmo della musica. “Mi piacerebbe un giorno poter nuotare con i delfini” conclude Sandra. "Li amo alla follia tanto che per i miei 60 anni me li sono fatti tatuare sulla spalla.”....Più giovanile di così
 



ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Maestro Sommelier
Articolo a cura di Francesca Faiella


Vent’anni di lavoro come cameriere hanno sviluppato in Massimo Lollobrigida una grande cultura vinicola fino a fargli frequentare l’Accademia Italiana Sommelier. Il piacere di abbinare il vino ed il cibo. E le esperienze con i vip. Tra i quali l’attore Burt Lancaster che lo chiamava “my friend” .
Ama profondamente la neve e la montagna e, appena può, non disdegna di visitare le località sciistiche più suggestive, essendo anche un ottimo sciatore. Ma i suoi interessi abbracciano innanzitutto il campo dell'enologia, passione dettata oltre che dal suo lavoro di cameriere anche e soprattutto da un piacere personale. 
Massimo Lollobrigida, 50 anni di Ostia, ha lavorato presso numerosi ristoranti del litorale (Vecchia Pineta, Nuova Capricciosa, Sporting Beach) e la professione che svolge da più di vent'anni lo ha portato a sviluppare una grande cultura vinicola, tanto da specializzarsi nel settore partecipando al corso dell'Accademia Italiana Maestri Sommelier: “Ho sentito la necessita di formarmi nel campo vinicolo per avere una maggiore cultura professionale e conoscere le caratteristiche organolettiche, i profumi e gli abbinamenti con i cibi per poter così consigliare al meglio i clienti - afferma Massimo. Ritengo che i vini del nord est, principalmente bianchi, rappresentino il meglio nel campo vinicolo italiano e quello che amo consigliare, rispettando i canoni dell'ordinazione, è il “Veltliner bianco altoatesino autoctonoche purtroppo sta scomparendo sovrastato dal più richiesto “Gewurztraminer”, scelta un po' di parte dettata anche dal mio amore per l'Alto Adige”.
Massimo ha servito moltissimi personaggi del jet set internazionale e di alcuni serba un ricordo particolare: Roberto Benigni, Federico Fellini, Sergio Leone, Luca Cordero di Montezemolo, Peter Falk, Paolo Villaggio, Luca Ward, Daniele De Rossi, Francesco Totti e moltissimi altri.
Tra i tanti clienti vip che ho servito, ricordo con immenso piacere l'attore Burt Lancaster, un grande umile personaggio che si lasciava consigliare senza nessuna paura: mi chiamava “my friend”..... un gran signore”. 
Massimo si diletta anche in cucina e, per una sorta di deformazione professionale, ricerca il vino più adatto ad ogni pietanza e lo serve anche con classe, così come farebbe al ristorante.“Mi piacerebbe partecipare a qualche manifestazione od evento legato al vino - confida Massimo - per informarmi sulle novità del settore ed accrescere ancor di più il mio interesse per l' affascinante mondo dell'enologia”.



Massimo ha tutte le carte in regola per diventare un esperto del campo soprattutto per quella innata curiosità tipica del cultore.... ed è un piacere assaporare la sua cucina corredata naturalmente dal giusto vino.


ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Il motore di Sant'Aurea
articolo a cura di Francesca Faiella
Da sei anni Padre Giovanni Gisondi è il parroco della chiesa del borgo di Ostia Antica. Impegnato in tutte le attività parrocchiali e dotato di forte spirito artistico, racconta la suggestiva Via Crucis con la quale vengono riproposti gli ultimi giorni di Gesù fino alla crocifissione. Ad animarla i fedeli. Anche se una volta ad impersonare Simone di Cirene fu proprio il prelato…..
Parroco da sei anni della Chiesa di Sant’Aurea, capolavoro di Baccio Pontelli, Padre Giovanni Gisondi esprime tutta la sua gioia di operare in questa meravigliosa parrocchia, vero cuore del borgo rinascimentale di Ostia Antica. Padre agostiniano, Don Giovanni, nativo di Potenza, dopo essere stato per vent’anni parroco della Chiesa di Santa Rita di Latina, approda a Sant’Aurea. Impegni parrocchiali permettendo, Padre Giuseppe è amante dell’arte e si dedica nel poco tempo libero a disposizione, alla pittura e soprattutto alla scultura. 
Tra le tante manifestazioni che si svolgono al borgo di Ostia Antica, spicca la singolare Via Crucis vivente che da oltre 25 anni caratterizza la vita della comunità della borgata romana.
Come è articolata questa suggestiva Via Crucis?
“La funzione, che avviene il venerdì santo, si svolge all’interno del borgo di Ostia Antica ed è animata dalla gente del posto che partecipa volentieri e con grande interesse. Le fasi della funzione raffigurano nell’ordine: l’entrata di Gesù in Gerusalemme, il discorso della montagna, l’ultima cena, l’orto degli ulivi, la cattura di Gesù, Gesù davanti al Sinedrio e la condanna di Pilato. A questo punto la Via Crucis, con Gesù che porta la croce, si dirige verso il Parco dei Ravennati, dove avviene la Crocifissione su una piccola collinetta all’interno del parco. La manifestazione è molto suggestiva e le scene principali del “cammino della Croce” vengono sottolineate da un grosso occhio di bue che inquadra ed illumina i personaggi lasciando tutt’intorno il buio e creando così un’atmosfera davvero emozionante che mette in rilievo l’elemento scenografico del borgo”.
Come risponde la gente del posto?
“Con molta partecipazione e commozione entrando nella giusta atmosfera del Venerdì Santo. La Via Crucis del borgo è ormai elemento caratteristico della comunità al quale essi non sanno rinunciare”.
C’è un aneddoto particolarmente curioso legato alla funzione che ricorda con particolare interesse?
“Ricordo simpaticamente quella volta che è venuto a mancare il personaggio che avrebbe dovuto rappresentare il Cireneo. Mi sono dovuto prestare così alla sostituzione permettendo il giusto svolgimento della manifestazione”.



Uomo di fede, artista, ma anche personaggio molto simpatico, Padre Giovanni è vicino alla sua comunità e lo fa con determinazione e forte impegno coinvolgendo così i suoi fedeli nelle numerose attività della parrocchia.


ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Il Cicerone di casa nostra.
articolo a cura di Francesca Faiella
Proprio in questo mese Claudio Santellani festeggia i suoi 41 anni nel mondo del turismo. Una sete di conoscenza manifestatasi quando era giovane e che lo ha portato prima viaggiare e a dirigere agenzie di viaggio e poi ad intraprendere la strada di guida turistica. Un lavoro affascinante e pieno di aneddoti ed incontri: da Niky Lauda all’attore Gert Froebe fino ai discendenti degli Asburgo .
E’ un uomo che tutti vorremmo conoscere, per la sua erudizione, la sua cultura, la sua preparazione ma soprattutto per la sua simpatia. Stiamo parlando di Claudio Santellani, guida turistica di Roma e provincia, nel mondo del turismo dalla prima gioventù. Claudio ha diretto tre agenzie di viaggio prima di superare brillantemente gli esami di guida turistica ufficiale. Ha intrapreso numerosi viaggi attraverso l’Europa dell’Unione e per la sua professione ha imparato il francese, lo spagnolo ed il tedesco. Ha illustrato Roma a capi d’industria, famiglie principesche, famosi attori del cinema e del teatro, campioni sportivi, capi di stato e personaggi del jet set internazionale. 
Perché hai scelto questo mestiere?
“Fin da giovane ho manifestato una straordinaria sete di conoscenza, una voglia inesauribile di acquisire e fare tesoro delle numerose esperienze avute nel corso degli anni. Era il 1958, avevo 18 anni. Subito dopo la scuola, decisi di partire in autostop: fu una sfida contro me stesso. Arrivai a Parigi, poi a Nizza. Vissi per quindici giorni a pane e latte e dormii nei giardini adiacenti al famoso hotel Negresco. Tutto è nato da qui, dal coraggio di affrontare l’ignoto per pura sete di conoscenza. Una curiosità: dopo molti anni sono tornato a Nizza, questa volta però ospite del console generale d’Italia, mio carissimo amico d’infanzia, una bella soddisfazione dopo anni di gavetta”.
Parlaci della tua professione.
“Ho iniziato l’attività professionale come direttore tecnico turistico di agenzia di viaggio. Ne ho dirette tre in dieci anni. Nel frattempo ho intrapreso diversi viaggi fermandomi per due anni in Germania e successivamente in Spagna. Tutte queste esperienze le ho messe al servizio del mio lavoro. Conoscendo le lingue, tedesco, francese e spagnolo, ho sentito la necessità di voler illustrare Roma ai turisti di queste nazionalità. Ho iniziato così nel 1970 la vera e propria professione di guida turistica conducendo anche grandi personalità del jet set internazionale: capi di stato, gente dello spettacolo e del mondo sportivo. Tra questi Niki Lauda, la nazionale tedesca di calcio del 1970 e Gert Froebe, l’attore di Goldfinger 007 visto al fianco di James Bond.”.
C’è qualche aneddoto che ci vuoi raccontare?
“Io vengo da una famiglia friulana. Il Friuli è stato territorio austriaco ed il mio bisnonno era quindi austriaco e di professione faceva il mugnaio. Nel 1975 ho condotto per Roma, quaranta discendenti della famiglia austriaca degli Asburgo: immaginate la soddisfazione che ho provato al pensiero che io, discendente da una famiglia di mugnai stavo accompagnando una famiglia reale!”. 
Qual è il segreto della tua professione?
“Il segreto è quello di trovare una linea di spiegazione valida per tutti i presenti, dall’intellettuale al popolano. Una buona guida deve poi essere molto concisa e mai saccente. Ci vuole una buona dose di istrionismo ma senza farlo vedere troppo. Allo stesso modo è importante impressionare gli astanti ma senza enfatizzare troppo”.
Qualche progetto futuro?
“Vorrei mettere per iscritto tutte le esperienze avute in questi quaranta anni di lavoro. Il mio sogno è creare una collana sulla storia di Roma in rapporto alla storia europea ed una sorta di testamento professionale raccontando centinaia di episodi, aneddoti e curiosità”.



Il nove gennaio Claudio raggiungerà i quarantuno anni di attività, una carriera splendida portata avanti con passione, dinamismo e forte determinazione. Claudio è innamorato della sua professione e vorrebbe trasmettere a tutti i giovani l’amore per un lavoro straordinario che apre la mente alla conoscenza ed all’interazione con gli altri.


ARTICOLO DE "IL TALENTO"

In marcia!
articolo a cura di Francesca Faiella
Di professione oggi fa l’impiegata. Ma Cristina Deidda, 30 anni di Ostia, ha praticato questa disciplina sportiva dell’atletica leggera ad alto livello e con grande impegno. Duri allenamenti ma qualche piccola “disobbedienza” rispetto agli stili di vita consigliati dagli allenatori. Ed incontri importanti con gli atleti della nazionale italiana di ieri e di oggi. La particolare esperienza nello staff del Golden Gala, con un “good luck” sussurrato al campionissimo Michael Johnson  .
Ogni bambino e poi ragazzo dovrebbe avere il diritto di poter vivere quello che ho vissuto io e tutto il mio gruppo!” Così esordisce Cristina Deidda, 30 anni di Ostia, impiegata ma soprattutto marciatrice professionista fino ai 18 di età, quando decise di smettere l'attività agonistica. Nei suoi occhi traspare un'emozione molto forte al pensiero ed al ricordo di quelli che lei stessa definisce “in assoluto gli anni più belli della mia vita”. Una passione che Cristina ancora oggi, impegni permettendo, cerca di coltivare, andando a correre di tanto in tanto perchè l'atletica le è rimasta nel sangue. 
Come era la tua giornata tipo di allenamento e come hai vissuto quegli anni di attività agonistica?
“Mi allenavo 3 volte a settimana più la domenica se non c'era gara e, col passare del tempo, anche nei giorni in cui non c'era allenamento (martedì e giovedì) andavamo a fare la classica “sgambata” per tenere i muscoli e il fiato sempre su di tono. Ero arrivata al punto che anche quando avevo momenti di nervosismo legati alla fase adolescenziale o semplicemente per scaricare la tensione di una giornata pesante, mettevo su scarpe e tuta e andavo a correre!! Tutto era legato alla mia vita sportiva...per me l'importante non era comprare il jeans di tendenza, ma avere sempre a posto tutto il materiale che mi serviva per il mio sport, dalle scarpe alla tuta, dai pantaloncini alle canotte. C'è da dire che le persone con cui facevo atletica per me erano come una seconda famiglia e per anni sono state tra le persone più importanti che avevo...alcune lo sono anche rimaste”.
Ti ricordi qualche aneddoto o curiosità legato all'attività sportiva?
“Posso dirti che a quell'età facevamo sempre il contrario di quanto ci veniva detto!! Ad esempio il giorno prima di una gara, era necessario andare a letto presto per far riposare adeguatamente testa e muscoli (una gara porta via molte energie anche a livello mentale, essendo una disciplina individuale e non di gruppo). Neanche a parlarne....abbiamo passato intere nottate sveglie!! Oppure il mio allenatore voleva una sana colazione prima di una gara, fatta di pane e miele, fette biscottate con marmellata, il tutto accompagnato da un bel succo, ma io non ho mai abbandonato il mio cappuccino coi miei biscotti o brioches”.
Hai avuto modo di conoscere atleti famosi?
“Al di la del fatto che conoscevo tutta la nazionale di marcia (Annarita Sidoti, Elisabetta Perrone, Erika Alfridi, Rossella Giordano, Elisa Rigaudo, Giovanni De Benedictis, Michele Didoni, Ivano Brugnetti), specialità che praticavo, sono cresciuta coi ragazzi che ne fanno parte ora, da Jean Jaques Nkouloukidi a Giorgio Rubino a Marco De Luca e Alessandro Garozzo. In tutto questo va inserito il contesto del Golden Gala, al quale partecipavamo sempre come staff. In quegli anni ho avuto occasione di conoscere il nostro grande Fabrizio Mori, che incontravo spesso in caserma ad Ostia, pista dove per un periodo mi sono allenata, "Frankie" Fredericks, Maurice Green, Linford Christie e ultimo ma non meno importante il mitico Michael Johnson, atleta che adoravo e al quale ho avuto modo di sussurrare un "good luck" prima di una gara di 400 mt, essendo la ragazza addetta a portare via il cesto con le sue cose dai blocchi di partenza. Assolutamente fantastico!”.
Hai nostalgia dello sport e degli anni dell'attività agonistica?


“Assolutamente sì; sono stati gli anni più belli della mia infanzia ed adolescenza. Non c'è un solo momento di quegli anni che non mi riporti all'atletica e a tutto quello che ad essa era legato”.


sabato 24 novembre 2012

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

La musica di Lil'Girl.
articolo a cura di Francesca Faiella
E’ questo il nome d’arte di Manuela Tardioli, ventunenne compositrice di Ostia. Testi e basi musicali ispirati a diversi temi, in primis l’amore. Ed una predilezione per il genere hip hop. Nei suoi lavori i due aspetti della sua personalità: l’anima più sensibile e delicata e quella più ribelle e rabbiosa.
Sono due le anime che caratterizzano Manuela Tardioli, in arte Lil’Girl, giovane compositrice di Ostia: una più sensibile, delicata, rivolta ai grandi valori della vita, amore, amicizia, famiglia; ed un’altra più ribelle, rabbiosa, che punta il dito verso le problematiche della società odierna. Manuela, a soli 21 anni, ha già composto numerosi testi su diverse basi musicali che lei stessa realizza attraverso il computer.
Quando e come nasce la passione per la musica?
“Sono cresciuta in una famiglia che ha sempre amato la musica e ho avuto modo così di rapportarmi con diversi generi musicali, tra classico e moderno, fin da bambina. E’ importante non fare selezione sulla musica, ci vuole la giusta apertura mentale. Ho composto il mio primo testo all’età di nove anni avvicinandomi in maniera più decisa, con il tempo, al genere hip-hop”.
Quali sono i temi di ispirazione delle tue composizioni?
“Molti testi sono autobiografici e personali ma chi li ascolta deve potersi immedesimare nelle cose che compongo. Sono ispirata da temi diversi: l’amore innanzitutto. Ma un concetto molto ampio di amore: per gli amici, per la famiglia, per una storia importante ma anche amore per la musica, che è la fonte primaria della mia creatività. Anche una semplice suoneria di un cellulare può essere motivo di composizione, purchè sia suono puro. Poi c’è la rabbia, la voglia di cambiare una società in cui non mi ritrovo, le discriminazioni, l’omertà. Diciamo che compongo in base allo stato d’animo ma il tema deve essere toccante, sennò non mi sento ispirata”.
Quante cose hai realizzato finora e quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
“Ho composto una ventina circa di testi e basi musicali e spesso mi cimento anche nel canto con base di ispirazione hip hop. Creo personalmente la musica oppure scarico basi già pronte su cui adatto i miei testi. Mi piacerebbe trovare uno studio di registrazione per poter provare e creare qualcosa di personale. Purtroppo la disponibilità è minima ed i costi sono molti alti”.
Manuela, così come molti altri giovani artisti del territorio, potrebbe dare sfogo al suo estro se ce ne fossero i mezzi. Speriamo che le Istituzioni possano sopperire a questa mancanza, creando spazi sempre più ampi per questi giovani talenti. 

[Strofa tratta dal testo "Non Ce La Faccio Più"]
- E non ce la faccio più a respirà st'aria pesante
l'incomprensione di me stessa tra l'invidia della gente
stanca di occhi che mi guardano, mi criticano
come na giuria di fronte alla mia vita in bilico.


[Strofa tratta dal testo "Stanotte"]
- Si parla d'amicizia ma non c'è legame
tutti parlano d'amore ma nessuno sà amare
si incrociano le dita sperando possa cambiare
quel domani che tutti poi sogniamo un po' migliore.
 

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

La "milanese"
articolo a cura di Francesca Faiella
Così, per le sue origini meneghine, viene soprannominata Lucia Ugatti nel corso dei tornei di beach volley. Nel nostro municipio ormai da cinque anni, è operatrice di montaggio video e grafica, ma continua a coltivare sulla sabbia la sua grande passione per la pallavolo, nata all’età di 13 anni. Fino al punto di unire entrambe le attività, realizzando dei lavori riferiti alle manifestazioni alle quali partecipa. Ed ora che per lavoro dovrà andare di nuovo a Milano, confessa come la mente ed il cuore siano sempre…..sulla spiaggia di Ostia
Milanese di nascita ma romana di adozione, essendosi trasferita cinque anni fa nella capitale....per amore, Lucia Ugatti, residente al quartiere Caltagirone, tra Malafede e Torrino, 31 anni operatrice di montaggio video e grafica, ha una grande passione, la pallavolo, che coltiva da quando aveva tredici anni. Lucia ha militato in diverse squadre milanesi e di provincia delle giovanili, fino ad arrivare a giocare in serie C. Arrivata a Roma ha optato per il beach volley, sport molto in voga sul litorale, seguitissimo, non solo dai giovani. 
Una passione nata al seguito di un amore .
“Diciamo che la passione per il beach volley è nata soprattutto perché non sopportavo il lavoro in palestra, troppo calda per le mie abitudini e così ho deciso di praticare uno sport all’aperto. Ai non addetti potrebbe sembrare la stessa cosa...ma non e' così: pallavolo e beach volley sono 2 sport diversi! A darmi una mano nel cambiamento sicuramente mi e' stata tanto utile la BVA Beach Volley Academy, una scuola specializzata nel beach, con campioni e personale qualificato che insegnano tutti i “trucchetti” del mestiere. E' anche un bel gruppo di amici, con cui ci si diverte ad ogni torneo organizzato. Come dire….sabbia, sole, sport e tanti amici!”
Tu vieni da una città così diversa da Ostia, quali sono le sensazioni che hai provato quando sei arrivata qui cinque anni fa?
“Mi è piaciuta subito e ho ancora il ricordo della bellezza e dell’odore del mare. Ogni volta che passavo alla Rotonda di Ostia, rimanevo sempre più incuriosita nel vedere gli atleti giocare a beach volley. Così mi sono informata ed è nata la passione vera e propria. Ma ci sono delle sensazioni particolari che mi porto dentro e che mi hanno molto colpita: ad esempio il fascino dei pini marittimi, alberi che non avevo mai visto dalle mie parti o l’incanto delle meravigliose forme degli uccelli durante il periodo di migrazione, che disegnano immagini a cui la fantasia può dar sfogo. E poi la percezione di sentirti la sabbia addosso e tra le dita dei piedi mentre ritorni a casa: per me questa sensazione è sempre stata unicamente ricordo di vacanza ed invece mi è capitato di viverla praticamente ogni giorno”.
A questo punto parlaci della tua attività di montaggio video e grafica?
“Il mio lavoro consiste nel montaggio di video e grafica di impaginazione. Ho spesso realizzato video per manifestazioni di beach alle quali ho partecipato, a volte su richiesta degli stessi organizzatori. Molti di questi video sono visibili nel web e su you tube. In questo caso ho unito lavoro e passione sportiva fortificando ulteriormente la mia esperienza nel campo”.
Progetti e obiettivi imminenti per il futuro?
“Sono stata chiamata per partecipare ad un programma che andrà in onda a settembre su Raidue. Lavorerò in redazione e la mia esperienza di montaggio è stata utile nella scelta per supportare i montatori. Questa è una buona opportunità di lavoro ma sarò costretta a tornare a Milano. Nonostante tutto continuerò ad allenarmi….purtroppo al coperto, ma manterrò viva comunque la mia passione per il beach volley”.


Di Lucia Ugatti ci piacciono la simpatia, la vitalità, la professionalità nel lavoro e la piacevole parlata milanese che la contraddistingue e che, anche nel beach durante i tornei, viene sottolineata dagli speaker che la presentato sempre come “la milanese”. Ma Lucia tiene a sottolineare una cosa: “mi sento romana e soprattutto ostiense perché ho cominciato ad apprezzare il mare e mi manca molto quando torno a Milano”.

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

La regina delle onde
Articolo a cura di Francesca Faiella
 
Una vita nello sport, quella di Giulia Ramoni, venticinquenne surfista di Ostia. L’amore per il mare, ereditato dai genitori, l’ha portata da bambina ad andare in barca e, successivamente, a provare il windsurf. Ed ora, con la sua tavola, lei e il mare…sona quasi una cosa sola, in un insieme di acrobazie, sensazioni e colori. 
E' cresciuta a pane e sport grazie ai suoi genitori che le hanno trasmesso una intensa passione per il mare: il papà, allenatore di vela e la mamma che partecipava a regate già “insieme” a lei nel pancione. Giulia Ramoni, 25 anni di Ostia è assistente bagnanti e istruttrice di nuoto e ginnastica funzionale.
Sono da sempre stata un'appassionata di sport tanto da laurearmi alla facoltà di Scienze Motorie del Foro Italico - spiega Giulia. Ho iniziato da bambina ad andare in barca, poi ho imparato a sfruttare le raffiche di vento per planare con il windsurf fino ad arrivare, circa sei anni fa, a conoscere lo sport che ha cambiato la mia vita: cavalcare le onde con la sola tavola da surf”.
Dalle parole di Giulia traspare un amore incondizionato per il mare che la travolge e la spinge ad avere un rapporto continuo con esso. “Dal primo momento che riesci a planare sull'onda con la tua sola tavola da surf -afferma - capisci che non ne puoi più fare a meno e così ti ritrovi piacevolmente condizionata da questa passione/necessità in tutte le scelte che fai: la mèta dei miei viaggi ad esempio dipende dalle possibilità che ho di surfare onde oceaniche (Canarie, Francia, Portogallo, Indonesia...). Persino la scelta del tema della mia tesi di laurea è stata inerente al Surf!
E così Giulia ha fatto del surf uno stile di vita, iniziando a gareggiare. Ha partecipato alle tappe del campionato italiano (Imperia, Forte dei Marmi, Sardegna e Roma) piazzandosi al terzo posto nella classifica finale femminile. “Quando sono in acqua, seduta sulla mia tavola da surf o non, come per magia la mia mente si libera da ogni preoccupazione che la vita di tutti i giorni ci impone... anche dopo dieci ore di lavoro e un gran mal di testa mi basta tuffarmi nel mare salato ed è come se rinascessi: le onde che ti cullano e il silenzio di quando si sta sott'acqua. Ci sono giorni in cui sono cosi provata dallo stress della vita terrestre che sento la necessità di correre verso il mare e anche il solo ammirare le sue onde, facendo disperdere i pensieri all'orizzonte, riesce a trasmettermi nello stesso tempo sia tranquillità che le energie per andare avanti”.
Un ricordo di viaggio pervade la mente di Giulia, un ricordo che rimarrà per sempre indelebile nella sua memoria. “Non dimenticherò mai il giorno in cui ho surfato nel mio primo tubo a Bali. Ricordo ancora quella sensazione indescrivibile del trovarsi avvolto in un tubo di acqua... quel silenzio... e quello sfiato d'aria nel momento in cui si esce, unito agli strilli di un australiano conosciuto in acqua che esprimeva tutto il suo entusiasmo per il mio tubo”. 





Le onde hanno creato in Giulia una sorta di dipendenza a tal punto che non appena gli capitano dei colori sotto mano.... non riesce a non dipingerne alcune. 

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

 Cittadino d'Europa
Articolo a cura di Francesca Faiella

Tecnico manutentore con l’hobby del disegno e della scultura, Gaetano Amico ha frequentato con passione la scuola ANCIFAP dell’Alitalia. E per motivi professionali si e’ spostato in diverse nazioni del continente insieme alla moglie Alessia ed alle sue due figliolette. Un interessante “tour” che ha fatto loro scoprire altre abitudini e tradizioni.
Un talento innato per il disegno e la scultura ed una grande propensione per tutto ciò che è manualità caratterizzano Gaetano Amico, 45 anni di Ostia che nella vita si occupa di manutenzione tecnica sui veicoli della compagnia aerea Alitalia presso l'aeroporto di Fiumicino. Le sue passioni non si sono fermate però al piacere dell'arte, che egli continua a coltivare per hobby, ma hanno intaccato una sfera ben più complessa che riguarda il funzionamento e la tecnica degli aeroplani, passione questa alla quale Gaetano non ha voluto rinunciare decidendo subito di frequentare la scuola professionale dell'Alitalia che prepara i tecnici manutentori: la scuola ANCIFAP. La sua abilità, la professionalità e le numerose certificazioni ottenute che ne attestano la bravura, hanno permesso a Gaetano di lavorare presso diversi scali esteri per copertura tecnica momentanea ed emergenze essendo, tra l'altro, conoscitore di quasi tutti i veicoli della compagnia italiana. Ha lavorato a Dublino, Belgrado, Sofia, Madrid, Dusseldorf, Monaco di Baviera, Marocco e Brasile. La sua esperienza europea è stata ancora più intrigante quando decise di trasferirsi con tutta la famiglia prima a Madrid e poi in Germania, a Dusseldorf e Monaco. “Trasferirsi con la famiglia, con due bimbe piccole, è stata una grande prova che però ha saputo ricompensarci per tutti gli sforzi ed i sacrifici fatti” - confessa Gaetano - “Due ambienti diversi, due climi differenti ma entrambi forieri di notevoli esperienze” aggiunge Alessia, moglie di Gaetano. “La Germania offre un'organizzazione impeccabile sotto l'aspetto burocratico ed amministrativo: scuola, sanità, traffico. L'ordinamento della società ti permette di vivere bene e sentirti...più leggera. Anche in Spagna abbiamo trovato un sistema organizzativo più ordinato e regolato rispetto all'Italia - continuano Gaetano e Alessia - ..non a caso abbiamo iniziato a Madrid la raccolta differenziata della spazzatura quando qui in Italia ancora non se ne parlava”.
Molti gli episodi curiosi che hanno caratterizzato la loro vita “europea” assolutamente diversi da nazione a nazione. “In Germania c'è molto controllo nelle strade e ci sono civili adibiti a poliziotti di quartiere. In un tardo pomeriggio di domenica, nella quiete più totale della giornata festiva tedesca, bussa alla porta uno di loro. Avevo la macchina parcheggiata nel posto auto di mia proprietà...ma posizionata nel senso di marcia opposto a quello della strada. Ho dovuto pagare una multa immediata per l'infrazione.....così grave”. 
Alessia ricorda questi aneddoti con un po' di ironia ma allo stesso tempo con grande rispetto per quello che ha trovato nelle città tedesche. “In Spagna si vive molto all'aperto, nelle strade, intessendo rapporti piacevoli con la gente. L'abitazione è solo per la famiglia: le relazioni interpersonali avvengono esclusivamente fuori casa. E poi si segue molto lo stile inglese soprattutto nell'abbigliamento: a scuola è di rigore la divisa come nei college inglesi e le donne spagnole devono essere sempre impeccabili in ogni occasione. Per questo ci sono centri estetici per tutte le tasche”.
Alessia e Gaetano ricordano ancora due piacevoli episodi dell'esperienza tedesca. “Uno riguarda la grande attenzione da parte della società per i bambini e gli animali. Ogni locale, negozio o ristorante che sia, ha al suo interno un'area per i bambini e per i cani e questi ultimi hanno accesso anche ai mezzi pubblici. L'altro ricordo ci porta indietro ai Mondiali di calcio del 2006, quando l'Italia vinse il campionato del mondo. La squadra azzurra risiedeva a Duisburg, circa 15 km da Dusseldorf dove vivevamo in quel periodo. Oltre ad andare spesso a vedere gli allenamenti della nazionale, avevamo ritrovato un angolo azzurro in Germania e quando l'Italia battè la nazionale tedesca fu una grande gratificazione per noi italiani residenti lì”.
Gaetano e Alessia ora vivono ad Ostia con le due figlie Linda e Giulia, che hanno frequentato la scuola internazionale arricchendo con le lingue il loro bagaglio culturale. Gaetano continua con successo il suo lavoro con numerose gratificazioni, ottenendo speciali incarichi all'estero per manutenzioni speciali e guasti tecnici. “L'esperienza all'estero ci ha maturato e gratificato: lo rifaremmo subito se ne avessimo la possibilità” confidano entrambi.

 

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

I love London
Articolo a cura di Francesca Faiella
 
Quasi 18 anni vissuti nella capitale del Regno Unito, dove era andata da ragazza per imparare l’inglese. Francesca Madia, attualmente impiegata presso l’aeroporto di Fiumicino, ricorda la sua esperienza in terra britannica, dove sono alti il senso civico, quello di appartenenza ed il rispetto delle regole. Anche se alla fine….si sente la mancanza del sole! .
Partì negli anni 90 alla volta di Londra, così come fecero molti altri italiani, in quegli anni, per perfezionare l'inglese e per avvicinarsi ad una città con prospettive lavorative migliori. Poi, come molti altri italiani, ha finito per subirne il fascino divenendo subito parte integrante del meccanismo londinese. Stiamo parlando di Francesca Madia, 39 anni di Ostia, attualmente impiegata presso lo scalo internazionale dell’aeroporto di Fiumicino.
Vado solo per tre mesi a perfezionare l’inglese! - furono le sue prime parole prima di partire. Poi arrivi, scopri che il tuo livello di inglese e’ bassissimo avendo pur frequentato una scuola basata sullo studio delle lingue straniere e poi ti accorgi subito del fascino di una città meravigliosa, dove si respira l’opportunità di poter fare bene ed allo stesso momento, divertirsi”. L' esperienza londinese di Francesca inizia nel 1992, subito dopo la maturità. “Ho iniziato con i lavori più umili, ma ho sempre avuto la possibilità di crescere all’interno della società per cui stavo lavorando; non mi sono mai sentita discriminata perchè straniera e soprattutto italiana”. La seduzione di una città esuberante e briosa come Londra, non può che manifestare una profonda attrattiva per coloro che vi giungono la prima volta e Francesca ne assapora subito le novità e la continua evoluzione del sistema organizzativo. “Mi stupiva vedere come da un giorno all’altro nascessero nuovi negozi dal nulla, come la città non dormisse mai, come uno spicchio di sole accendesse gli inglesi che invadevano letteralmente ogni angolo degli innumerevoli parchi. Mi stupiva ancora di più vedere come tutti seguissero le regole più elementari di educazione civica, dalla guida, alla fila alle fermate degli autobus, al non mangiare sui mezzi pubblici, proprio come suggeriva una pubblicità sulle stessa TUBE: Pig in the Middle. E presto ci si accorge che tutto funziona in maniera veloce e semplice, da un contratto telefonico all’apertura di un conto in banca”.  
L'amore per Londra è cresciuto sempre di più per Francesca tanto da volerlo unire alla sua passione per il turismo: così inviò una domanda alla British Airways. “Ho avuto la fortuna di lavorare per la società che per eccellenza rappresenta il Regno Unito nel mondo. Ciò che più adoro dei londinesi è il loro orgoglio di essere londinesi, il loro più piccolo gesto è mirato a fare di Londra una grande città. Ed io, pur essendo straniera, mi sono sempre sentita parte di quel motore umano”. Dopo 18 anni di Londra, Francesca è voluta tornare a Roma. Grazie alle sue esperienze lavorative è riuscita ad essere assunta da una delle compagnie aeree più all’avanguardia del momento. “A volte mi sento una straniera in terra madre - continua Francesca - e vorrei che l’orgoglio di essere italiani non venisse fuori solo quando gli azzurri vincono il mondiale. Vorrei che la gente smettesse di dire che all’estero funziona tutto meglio lamentandosi poi per gli autovelox. Vorrei che venissimo investiti tutti da un senso di educazione civica e quella fierezza che rende grande un paese…Londra così non potrebbe mai competere con nessuna delle nostre città”.


Londra si prepara a vivere lo straordinario evento delle Olimpiadi, riempiendosi di colori e manifestando quella vivacità e quel dinamismo che le appartiene da sempre. Francesca conosce bene quella esuberanza ma una una sola cosa non è mai riuscita a sopportare: “A Londra manca un grande elemento: il sole!”

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Il mondo in immagini
Articolo a cura di Francesca Faiella

Fotografia e disegno sono le due grandi passioni di Agnieszka Furmanska, polacca di nascita ma ad Ostia dal 1996. Mondi molto diversi, accomunati dal “saper guardare” e dal miglioramento che deriva dall’esperienza. Da qualche tempo anche un interesse per il lavoro grafico. Il grande aiuto fornito dalla rete a colui che viene definito il bravo amatore.

Giovane, bella, dal fascino slavo così come si addice a molte ragazze provenienti dall'est Europa, Agnieszka “Agnese” Furmanska ha 22 anni ed è nata in Polonia. Arrivata in Italia quando ne aveva sei, seguendo i genitori emigrati in cerca di un lavoro migliore, ha iniziato a frequentare le scuole qui, per arrivare attualmente all'università RomaTre dove si cimenta con lo studio del cinese. Ma Agnese coltiva una grande passione, quella della fotografia, alla quale si è avvicinata improvvisamente quando frequentava il primo liceo.
E' stato un campo nel quale sono entrata a piccoli passi, non mi ci sono immersa completamente subito - afferma Agnese. E' a quell'età che avevo più coscienza dei viaggi che facevo ed ogni volta che tornavo a casa, avevo sempre più fotografie memorizzate sulla prima macchinetta compatta. Giocando proprio con quella, ho scoperto i vari tipi di fotografia esistenti: paesaggio, macro, notturni, ritratti. Dunque scattavo e caricavo le mie foto su siti in cui esse possono essere giudicate, commentate e criticate. La navigazione su questi siti e' diventata ormai un'abitudine alla quale non posso sfuggire”.                                                           Agnese si cimenta anche con il disegno, con la consapevolezza che le immagini, ritratte o fotografate, abbiano, in qualche caso, caratteristiche simili. “Ho avuto anche l'hobby del disegno. Ogni tanto ancora sento l'ispirazione di creare qualcosa da un foglio totalmente bianco, ma il tempo lo vieta, dato che bisogna contare minimo 4 giorni per portare a fine un disegno. Ora a malapena riesco a trovare il tempo di esercitarmi a memorizzare gli ideogrammi cinesi. Per diversi anni è stato presente sulla mia scrivania un piccolo astuccio con più di 10 matite diverse, 3 tipi di gomma da cancellare e un pezzo di carta abrasiva (sì, perché di regola ci si pulisce la gomma da cancellare sporca). Qualsiasi tipo di arte ha le proprie regole, che rendono il mestiere più difficile di quel che si possa immaginare. E per tutto c'è una teoria di base da seguire che non puoi intuire da solo. Ecco perche' i regali più frequenti che ricevevo in passato erano libri sul disegno. Il disegno e la fotografia hanno in comune “Il saper guardare”, una capacità fondamentale - aggiunge Agnese. Bisogna avere l'occhio allenato ad osservare. La nostra mente infatti, ha delle regole soggettive false, o meglio, approssimative. Nel disegnare un ritratto, una persona qualunque posizionerebbe la punta dell'orecchio di un soggetto sotto l'altezza dell'occhio. Invece guardatevi allo specchio: l'orecchio inizia sulla linea del sopracciglio! Perciò è fondamentale saper guardare. Un'altra cosa che avvicina i due campi è il miglioramento dato dall'esperienza. Il quindicesimo disegno sarà migliore del quattordicesimo e la duecentesima foto sarà migliore della precedente. Ma il discorso si rivolge comunque all'intero settore dell'arte. Sono sempre stata affascinata dall'emisfero destro del cervello umano, quello creativo, mistico, che non conosce spazio nè tempo. Dopo aver conosciuto le regole generali di una disciplina, subentra proprio esso, che da' sfogo al nostro ego interiore e distingue gli artisti per gli stili che andranno ad adoperare. Ma il disegno e la fotografia sono due mondi diversi in fondo... in primis per il prezzo dell'attrezzatura necessaria!”.                                                                                                        L'interesse per la fotografia ha avuto alti e bassi per Agnese. La ricerca costante che opera sulle varie tecniche spesso l'ha scoraggiata. “Non e' possibile conoscere tutto del mestiere” afferma con convinzione. “Hai compreso il modo di fotografare macro (soggetti da vicino) e vuoi provare con la paesaggistica? D'accordo: gira completamente pagina ed inizia un capitolo nuovo della tua avventura. Subentra nuovo materiale da acquistare ed analizzare del quale magari non conoscevi l'esistenza e si ricomincia con la ricerca della teoria. E' come imparare a camminare daccapo. E' un mondo vastissimo, che a volte mi blocca. Ma se visto da un'altra prospettiva, potrebbe essere bello anche per questo: perché necessita di un infinita sperimentazione. Che gusto ci sarebbe a diventare professionisti in 3 mesi?”. 
Fotografia, disegno ma anche lavoro grafico: è vasto il campo d'interesse per Agnese. “La fotografia che più mi affascina è la ritrattistica indoor, perché necessita del ritocco fotografico al computer, una mia nuova passione, più forte della fotografia stessa a dire in vero. Ritengo un'arte anche il lavoro grafico che vi è dietro un poster che rappresenta il volto di una donna nella farmacia sotto casa. Sono mesi di perfezionamento e lavoro non da sottovalutare (una giornata intera davanti ad uno schermo per il ritocco di un viso). Tutte le immagini che vediamo nelle pubblicità vengono ritoccate. Dalla modella al paesaggio del tramonto, niente sfugge a programmi di correzione. Con questi, la fotografia diventa soggettiva; come disse Arnold Newman: “La fotografia, come tutti sappiamo, non e' del tutto vera. E' l'illusione della realtà con la quale creiamo il nostro mondo privato” . Ogni foto infatti, esprime la mia visione delle cose. La mia concezione del bello, cosi' come lo vede il mio cervello. E' come dipingere su una tela, o comporre una musica con uno strumento. C'è chi apprezzerà perché vi si rispecchierà, e ci sarà sempre chi avrebbe scelto un'altra angolatura, un colore diverso...










Agnese ammette che per fortuna, al giorno d'oggi, è di grande aiuto la rete. Solo navigando si può entrare in contatto con amatori o semiprofessionisti e per fortuna di materiale per autodidatti ce n'è parecchio. “Mi arrangio così per adesso, pensando sempre al giorno in cui mi iscriverò ad un corso, perche' la teoria - come accennavo prima - non si può tralasciare. La rete permette anche di misurarti con altri, in concorsi a tema, che compaiono su diversi forum di appassionati, ai quali partecipano però anche i professionisti. A volte si vincono premi sponsorizzati da grandi case come Nikon, Canon, Fujifilm ecc., altre volte si vince il rispetto e ci si afferma come 'bravi amatori'”. E' così che si definisce Agnese, un “bravo amatore”, ma in realtà la sua passione supera quello stadio se non altro per l'attenzione con la quale si avvicina al mondo della fotografia, la cura dei dettagli, la perfezione di ogni elemento, la capacità di saper osservare e la voglia continua di imparare sempre più. E se non tocca la macchinetta fotografica per un mese, si concede una totale full immersion in quel mondo per il mese successivo: “Il Photoshow alla Fiera di Roma e' una tappa regolare ad esempio - conclude Agnese. Poi, se vengono organizzate nella capitale mostre di autori di cui apprezzo lo stile, chiaramente non le lascio sfuggire”.