venerdì 28 settembre 2012

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

La ginnastica nel dna
articolo a cura di Francesca Faiella
Atleta ed insegnante, la ventisettenne Tania Alno è nel mondo dell’artistica da quando aveva 4 anni. Nel suo palmares 5 titoli italiani consecutivi e, quest’anno, il titolo nazionale Endas nella categoria Master. Alle sua allieve dell’Eschilo e dell’Aquarius trasmette tecnica e passione. Ed ora ha creato una società tutta sua: la Alno gymstars”.
Guardarla gareggiare è semplicemente fantastico e quelle pose così perfette e piene di armonia, rendono esattamente l’idea di quanta passione e sacrificio ci vuole per arrivare a tanto. Non a caso Tania Alno, nata nel 1984 ad Ostia, inizia a fare ginnastica artistica a soli 4 anni ed a 7 si ritrova nella squadra agonistica dopo solo tre mesi.
Una passione nata da bambina che ha richiesto molto impegno e sacrifici.
“Indubbiamente l’impegno è stato totale. Già a 7 anni venni scoperta dall'olimpionica Wanda Soprani durante un cast all’AXA, dove venni portata dai miei genitori, iniziando subito l’attività agonistica. Nel 1994, all'età di 10 anni, venni convocata all'Acqua Acetosa, in un college per la formazione della futura squadra nazionale, seguita dai migliori tecnici italiani e da un famoso tecnico russo: Klimenko. Per un anno ho sostenuto estenuanti ritmi: la mia giornata prevedeva la mattina allenamenti di 4 ore, pranzo, scuola privata e di nuovo allenamenti di 3 ore per poi arrivare alla cena e in foresteria per dormire”.
A quali manifestazioni hai partecipato e quali sono stati i risultati?
“Ho svolto gare di serie C, serie B e diverse specialità, con buoni risultati, con la polisportiva Eschilo1, centro sportivo nel quale mi alleno dal 1996 e dove insegno da ormai quasi 10 anni. Nel 2004 poi ho ripreso a gareggiare dopo uno stop di 3 anni....cimentandomi nel trofeo della Federazione Ginnastica Italiana, vincendo per ben 5 anni consecutivi (fino al 2008) il titolo regionale e italiano nelle specialità del corpo libero e delle parallele asimmetriche. Successivamente ho partecipato al campionato agonistico UISP classificandomi prima alle “parallele”, vincendo quindi il titolo di campionessa italiana e seconda al “corpo libero”. Dopo questi 5 titoli italiani ero soddisfatta e volevo solo dedicarmi al mio lavoro. Ho svolto così solo varie esibizioni e manifestazioni presso la festa dello sport del 25 aprile al Palafjlkam di Ostia, alla quale riparteciperò, al derby del cuore e naturalmente ai saggi di fine anno dell'Eschilo1”.
Quindi ora ti dedichi esclusivamente all’insegnamento?
“Attualmente il mio lavoro è l’insegnamento a tempo pieno ma già allenavo all’età di 18 anni. Seguo costantemente corsi avanzati presso l'Eschilo1 e sono responsabile da ormai 3 anni, presso il liceo scientifico Enriques di Ostia, di corsi di ginnastica artistica che insegno, con altre collaboratrici, a bambine dai 5 anni in su. L’affluenza è notevole e questo mi fa enormemente piacere perchè abbiamo iniziato veramente da zero e tuttora siamo in fase di crescita nonostante il poco spazio e le attrezzature non sempre sufficienti. Collaboro in questa sede di Ostia con l'associazione sportiva Aquarius, in attesa magari di una scuola o di una vera palestra attrezzata al meglio in cui potermi dedicare appieno all'insegnamento della ginnastica artistica sperando di trasmettere la passione per questo sport a sempre più giovani”Quindi non hai più gareggiato?
“In realtà , quest’anno, ho voluto affrontare una sfida con me stessa e sono tornata a gareggiare nel campionato di serie A Endas, categoria master su ben 4 attrezzi....Era l'unica gara che mi permetteva di insegnare e gareggiare allo stesso momento perchè solitamente fanno problemi con il tesseramento. Ho svolto le prime 2 prove regionali a Civitavecchia classificandomi prima. Sono così giunta poi alle finali nazionali di Conversano (Bari), con il titolo regionale. E' stata una gara sofferta e difficile ma alla fine sono riuscita a portare nuovamente a casa il titolo italiano....Sono soddisfatta e felicissima perchè a 27 anni sono poche, o forse sono l'unica, che ancora si cimenta in queste prove, allenandomi nonostante abbia poco tempo e sia impegnata con l’insegnamento”.
Progetti futuri?






“Ho aperto da poco una mia associazione sportiva, la “Alno gymstars” che spero trovi presto una giusta collocazione in una struttura adatta alle mie esigenze e a quelle delle mie tante iscritte e fedeli ginnaste. Continuerò a trasmettere questa disciplina sempre con lo stesso  entusiasmo e la stessa passione perchè penso sia affascinante oltre che completa… sperando di appassionare sempre più persone!”.

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Mens sana in corpore sano.
Articolo a cura di Francesca Faiella
 
Allenatore e personal trainer, Nico Toffoli ha praticato diverse discipline prima di arrivare alla cultura fisica, nella quale, a livello agonistico, ha ottenuto soddisfacenti risultati. Ma questo impegno non gli ha fatto trascurare lo studio dello spirito, con attenzione, in particolare, all’antroposofia dell’austriaco Rudolf Steiner. Personalità eclettica, Nico sta ora lavorando anche a progetti cinematografici, curando tra l’altro la sceneggiatura di un film tratto dal suo libro “Legio Corpus” .
La presentazione Il suo lavoro attuale è quello di allenatore e personal trainer di cultura fisica, avendo praticato questo sport per molti anni, ma Nico Toffoli, 41 di Ostia, non è solo uno sportivo. Egli è un uomo dalla personalità molto profonda ed i suoi interessi sono molteplici, in primis l’antroposofia o scienza dello spirito, disciplina a cui si è avvicinato proprio quest’anno.
Parliamo innanzitutto di te come sportivo.
“Ho iniziato a confrontarmi con lo sport molto giovane, praticando atletica leggera e partecipando anche ai Campionati Italiani. Poi ho dovuto interrompere l’attività agonistica per un infortunio calcistico, altro sport a cui mi sono dedicato. Il cammino successivo mi ha fatto avvicinare ad altre discipline: pesi, boxe e sport di combattimento. Ho sempre amato lo sport e le sensazioni positive che trasmette non solo in caso di vittoria di una gara. Nel 1987 poi ho conosciuto Aldo Mauceri, un professionista nel campo della cultura fisica, un maestro dei campioni che mi ha dato le basi necessarie iniziando a lavorare sulla biomeccanica, la tecnica di allenamento, la giusta alimentazione. Sotto la sua guida ho ottenuti risultati importanti: quinto ai Campionati Italiani, secondo ad un Grand Prix. Nel 2007, poi, dopo sette anni di quasi inattività, ho ottenuto un quinto posto ad una importante manifestazione Ludus Maximus, con mia grande soddisfazione. Attualmente quello che è stato un hobby ed una passione, si è trasformato in lavoro”.
Parlami di questa scienza, l’antroposofia a cui ti sei avvicinato di recente.
“L’Antroposofia o scienza dello spirito è stata fondata nel 1910 dal filosofo e pedagogista austriaco Rudolf Steiner. Grazie a questa scienza ho imparato ad avere una comprensione diversa della vita ed un’apertura mentale più ampia. Mi sono avvicinato all’antroposofia, grazie al consiglio di un’attrice che me ne parlò la prima volta, proprio quest’anno. Ma è come se l’avessi sempre conosciuta, come se mi fosse sempre appartenuta: la teoria, i concetti, le sensazioni positive. Non nego che ad un primo impatto ho avuto un po’ di scetticismo, ma poi ho voluto approfondire sempre più l’argomento avvicinandomi all’intera opera omnia del professor Steiner. Devo ammettere che i concetti di questa scienza che egli divulgò nel 1910, quindi ad inizio secolo, sono incredibilmente attuali e moderni. Il mio intento è quello di diffondere e divulgare la cultura di Rudolf Steiner”.
Uno dei tuoi obiettivi è quindi quello di divulgare le teorie del professor Steiner: ma ci sono altri progetti interessanti che stai realizzando?
“I progetti in fase di preparazione sono relativi a due film, che verranno prodotti e girati all’estero, dei quali ho scritto la sceneggiatura. Una di queste è tratta da un libro che ho scritto nel 2007 dal titolo “Legio Corpus” che è stato presentato alla casa del cinema di Roma. Libri e sceneggiature sono un mezzo per far comprendere quello che ho imparato e le mie esperienze cognitive”.
Puoi anticiparci qualcosa di questi film?

“Ancora no: ma posso dirti che saranno pronti tra il 2012 ed il 2013 e che molto probabilmente farò parte anche del cast”. Abbiamo conosciuto Nico come atleta ed il fisico allenato ne denota la preparazione. Ma, come detto, egli è un personaggio a cui piace comprendere ed approfondire argomenti molto intensi legati alla vita, al quotidiano, ad un modo di essere diverso per rapportarsi in maniera nuova e con maggior profondità alla realtà corrente.

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Le perline...della notte
Articolo a cura di Francesca Faiella

Sin da piccola ha avuto la passione per fare braccialetti e collanine con delle piccole perle. Maria Rosaria Fabbrizi, cinquantaduenne di Ostia, è una vera e propria artista, ideando borse, cinte, bomboniere e persino alberi di Natale. E quando tutti dormono, lei crea…
Creare con le perline: ci vuole inventiva, costanza, pazienza ma soprattutto tantissima originalità nella scelta dei motivi che si desidera eseguire. Maria Rosaria Fabbrizi, 52 anni di Ostia, ha dato vivacità e brillantezza a questa speciale forma d'arte realizzando creazioni diverse che vanno dalle borse alle cinte, dall'oggettistica prettamente natalizia alla bigiotteria più raffinata e svariate realizzazioni spesso usate come bomboniere per ricorrenze e ricevimenti.
Ho sempre avuto la passione per le perline, fin da piccola. Preferivo che mi venisse regalata una scatola di perline piuttosto che una bambola” così esordisce Maria Rosaria andando a scavare nei ricordi. “Mi cimentavo con i classici lavoretti da bambini: braccialetti, collanine e mi entusiasmavo nel vedere il risultato finale, un'esplosione di colori che mi riempivano gli occhi di gioia. Poi ho abbandonato tutto per impegni familiari e lavorativi ma non ho mai perso l'interesse per gli oggetti realizzati con le perline”.
La passione per la creatività ritorna prepotentemente intorno ai 35 anni quando Maria Rosaria decide di coinvolgere anche sua figlia nell'amore per quest'arte. Non riuscirà ad attaccarle l'interesse ma per lei inizierà a creare tanti piccoli oggetti, le borse, le cinte ed il classico albero di natale che ogni anno Maria Rosaria regala a sua figlia affinchè possa collezionarli tutti ed avere così un ricordo di sua madre.
Ho cominciato a fare tutto ciò che mi piaceva realmente, senza fossilizzarmi in qualche creazione in particolare, a seconda dell'ispirazione del momento. Così ultimamente mi sono cimentata nella realizzazione di bomboniere per i 50 anni di matrimonio di un mio zio. Ho voluto pensare a tutto, dalle scatole ai bigliettini che ho scritto e decorato personalmente, dai sacchetti creati da me con l'organza alle bomboniere vere e proprie: se decido di portare avanti un progetto non mi fermo di fronte alle difficoltà”.
Maria Rosaria è anche disegnatrice e ha creato affascinanti oggetti di bigiotteria. Lei propende per le creazioni più complesse e meno per i classici bracciali o collane ma se decide di realizzarne alcuni, questi saranno carichi di luce, colore e movimento.






Dedico circa due o tre ore a notte a questa mia passione....sì a notte: è questo infatti il momento della giornata che mi ispira maggiormente quando la casa è immersa nel silenzio e divento finalmente padrona del mio tempo. Mi sento rilassata e realizzata e pronta a tuffarmi completamente nel mio lavoro”.                                                                                                Maria Rosaria ha sempre realizzato queste opere per diletto e spesso le ha regalate per buon augurio. Non ama farle vedere a troppe persone ma solo per modestia: in realtà si tratta di opere assolutamente pregevoli ed originali che meriterebbero un mercato più ampio. Auguriamo a Maria Rosaria di poter un giorno trasformare questo fantastico hobby in un vero e proprio lavoro che le permetta di trovare estimatori del settore e che le possa dare tantissime soddisfazioni.

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Ti conosco, mascherina!
articolo a cura di Francesca Faiella
Per anni bidella nelle scuole di Ostia, Liliana Fiorucci, anni fa, si travestì per gioco da Befana. E da quel momento è iniziata una sorta di abitudine-tradizione, nel segno del divertimento per i bambini e della goliardia. I costumi cuciti dalla suocera e le maschere particolari come quelle del gorilla e della Vispa Teresa. Uno spirito legato ad un’epoca che ora non c’è più…
Una professione che è diventata uno stile di vita, un modo sano di rapportarsi con i giovani allievi con i quali è stata a contatto per molti anni. Liliana Fiorucci, 75 anni di Ostia, ha lavorato come bidella in diverse scuole del territorio. Ha iniziato, nel 1958, alla scuola elementare Garrone; per alcuni anni ha prestato servizio all'attuale scuola di polizia tributaria IV Novembre, allora adibita a scuola elementare per le classi IV e V; è passata poi in via delle Fiamme Gialle, proprio di fronte al IV Novembre, dove in alcuni locali si erano attrezzate delle aule scolastiche; è poi approdata alla scuola elementare “Stella Polare” dove ha lavorato fino alla pensione. E' proprio lavorando a scuola che Liliana ha manifestato il suo estro ed il suo amore per i bambini, iniziando per gioco a travestirsi da befana. “C'è stato un periodo in cui le scuole si riaprivano prima della festività della befana -afferma Liliana - ed allora, per coinvolgere i bambini, una volta decisi di mascherarmi distribuendo dolci e caramelle”.
Ma poi il travestimento non si è fermato lì?
“La mascherata della befana ebbe un piacevole effetto così pensai di riproporre un nuovo travestimento per il carnevale. Premetto che avevo l'appoggio di mia suocera, brava a cucire ed a confezionare dei veri e propri capolavori, così non fu difficile mettere in atto il progetto. Il bello è che ogni volta che mi “trasformavo”, mi impossessavo del personaggio che creavo. Il travestimento era coadiuvato dai gesti, le movenze, il modo di parlare e nessuno mi ha mai riconosciuto”.
Ricordi qualche fatto piacevole e divertente di quel periodo?
“Dopo la scuola, rimanevo in maschera e me ne andavo in giro per la città, con la collaborazione di alcune colleghe. Una volta mi mascherai da gorilla. Mia suocera aveva fatto un lavoro eccellente: con la lana aveva creato il pelo dell'animale così fitto da sembrare vero. Io feci il resto. Andai in farmacia con una collega che mi portava al guinzaglio. Ero talmente entrata nel “personaggio” che...chiamarono la polizia. Alla fine, anche le forze dell'ordine si misero a ridere, dicendo che non era mai capitata una storia simile! In un'altra occasione, andai a prendere mia sorella in aeroporto vestita da “Vispa Teresa”. Entrai saltellando, facendo piroette, tra lo sbigottimento totale della gente e le richieste dei giapponesi che premevano per fotografarmi. Dovetti fermarmi solo per togliere la maschera, per motivi di sicurezza e così feci. Quando mia sorella mi vide, capì subito che ero io e rimase sconcertata: non era molto propensa a questi miei travestimenti. Mio fratello invece la pensava come me. Infatti, ogni anno, anche lui prendeva parte alla mascherata tanto che, il ristorante “Chiaraluce” che oggi non c'è più, ci ospitava, offrendoci la cena gratis per far ammirare i costumi ed il nostro estro”.
Il tuo rapporto con i bambini non si è fermato lì.
“Erano sicuramente altri tempi ed io, come molte altre colleghe, ci assumevamo responsabilità che oggi nessuno si prenderebbe. Innanzitutto organizzavamo recite e cori e numerose attività per i bambini, ma soprattutto si stava vicino alle loro esigenze. Ad esempio, li ho aiutati a superare la paura delle vaccinazioni, che allora si facevano a scuola, così come li accompagnavo al pullman o li facevo entrare a scuola prima dell'orario stabilito, quando i genitori lavoravano e non potevano fermarsi. Ricordo poi, con grande soddisfazione, di aver insegnato a mangiare ad alcuni piccoli allievi disabili seguendoli con tenacia e costanza. Ora è diverso, è cambiato l'approccio e la disponibilità”.




Liliana oggi è nonna e, con lo stesso spirito di una volta è accanto ai suoi nipoti per seguirli ed educarli. Alla domanda se ancora oggi si maschererebbe Liliana risponde di no: “Non ho più l'età per approcciarmi al travestimento così come l'ho concepito per anni”. 

giovedì 27 settembre 2012

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Le tante facce dell’arte
Articolo a cura di Francesca Faiella


Pittrice, scrittrice e stilista, Fiorella Silvestri, dopo aver concluso la propria esperienza professionale come hostess, si è dedicata totalmente alle sue passioni. Romanzi e quadri, che hanno anche ottenuto importanti riconoscimenti, sono frutto dell’opera dell’artista di Ostia, che è inoltre organizzatrice, ogni anno del premio culturale “Magnolia” .
Un personaggio assolutamente poliedrico, dalle mille sfaccettature e dal gran talento: Fiorella Silvestri di Ostia, ma di origine ligure, dopo aver lavorato per 20 anni come hostess di volo, ha dedicato la sua vita alle passioni che l'hanno coinvolta fin da piccola. Fiorella è scrittrice, stilista e pittrice ed organizza ogni anno una interessante manifestazione di arte e cultura giunta alla V edizione, il premio “Magnolia”.
Molti i riconoscimenti che le sono stati conferiti per le sue opere di narrativa e poesia e per i suoi dipinti. Tra questi ricordiamo, per la cultura, il Premio Aldo Moro, Omaggio a Luigi Capuana ed il Premio Gianni Agus. Per la pittura, invece, il premio conseguito con il quadro “Madonna” presso la scuola S. Elisabetta gestita dalle suore francescane. “Fin da piccola mi sono cimentata nella composizione di poesie e nella realizzazione di disegni, soprattutto abiti ed accessori. Da qui è nata la passione iniziale per la realizzazione di modelli e figurini che mi hanno portato poi ad effettuare delle vere e proprie sfilate di moda come stilista. La passione per il disegno mi ha poi coinvolta sempre più portandomi ad eseguire diversi disegni su tela, con molti dei quali ho partecipato ad interessanti mostre e manifestazioni di pittura”.





Dai dipinti di Fiorella, traspare un grande simbolismo, una accurata ricerca del colore per dare più forza all'immagine ed una straordinaria espressività delle figure. “Scelgo spesso soggetti religiosi, ispirati dalla mia grande fede - sottolinea Fiorella - ma ho realizzato anche altri generi: in particolare un quadro in onore della trisavola di mia nonna paterna, principessa Matì, indiana d'America”. E proprio in ricordo di questa sua antenata, Fiorella ha realizzato anche un testo “Stella del Mattino”, un libro che oltre a raccontare la saggezza del popolo indiano, colpisce per l'attualità degli argomenti volendo sancire, come ella stessa scrive nella dedica iniziale: “..l'amore per la libertà ed il rispetto tra i popoli”. Un altro suo romanzo “Una donna comune Adelma” ha conseguito il secondo premio all’8° concorso internazionale dell'Accademia città di Roma “Giuseppina Maggi”. “Ho scritto anche molte poesie - continua Fiorella - due delle quali sono state lette a Spoleto e Norcia durante importanti manifestazioni e molte altre sono state inserite nell'antologia della collana Verbena della Ibikos Editrice, che ha partecipato, nel 2007, alla Fiera di Roma nella rassegna “Più libri”della piccola e media editoria”. “Mi piacerebbe raccogliere tutte le mie poesie in un unico testo, poesie che ho scritto nell'arco di molti anni e che hanno ricevuto molti apprezzamenti”.                                                                                                                        Va riconosciuto a Fiorella, oltre all'innato talento, l'impegno profuso per la salvaguardia dei diritti degli indiani d'America per il quale, nel 2010, le è stato conferito con patrocinio di Cattedra Bernardiniana della città de L'Aquila e Binghanton University of New York, il Diploma di Merito d'Onore, Attestato di Benemeranza “per il suo impegno a favore di una cultura riumanizzata”.

mercoledì 26 settembre 2012

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Ciak si gira!
articolo a cura di Francesca Faiella
Originario di Casablanca ma ad Ostia da 16 anni, Omar Khalidi ha iniziato a fare la comparsa per caso nel 2005 nel film sulla vita del ballerino Kledi “Passo a due”. Poi, vista la sua dimestichezza con l’italiano, una serie di interpretazioni importanti con i migliori attori del panorama italiano: da Preziosi a Mastrandrea, da Scamarcio a Somma. L’ultimo suo lavoro è stato “Nessuno mi puo’ giudicare con Bova e la Cortellesi. Ed il suo sogno è una pellicola da protagonista.
Arriva dal cuore del Marocco, portando con sé cultura, suoni, colori e tradizione della sua città natale, Casablanca. Omar Khalidi, 38 anni, arriva in Italia nel 1995 e si stabilisce ad Ostia. Qui incontra Manila, sua futura moglie dalla quale avrà tre splendidi figli: Sofien, Amira ed Amir, perfetta sintesi della attuale società multietnica.
Omar viene subito notato da una troupe cinematografica che si trovava ad Ostia per le riprese del film “Passo a due” sulla vita del ballerino albanese Kledi nel 2005. Da allora per Omar si è aperto un mondo nuovo nel campo cinematografico, fatto di comparse e ruoli da quasi protagonista.
Tutto è cominciato per caso?
Ti premetto che ho sempre amato il cinema e soprattutto la musica. Ho avuto in dono da Dio una bellissima voce ed in Marocco suonavo addirittura in un’orchestra. Io credo che queste forme d’arte siano strettamente legate per cui quando mi è stato proposto, assolutamente per caso, di partecipare come comparsa alle riprese del film di Kledi, girato all’ex Vittorio occupato di Ostia, mi si è aperto un mondo di emozioni straordinario e da allora ho deciso di continuare su questa strada sperando di potermi far notare anche come musicista”.
Non è stata però una semplice comparsa?
“Sono stato scelto, come molti altri, per interpretare un immigrato, ma grazie al fatto che già parlavo bene italiano, mi è stato dato un ruolo dove dovevo parlare: così alla mia prima esperienza già mi sono cimentato in un vero e proprio dialogo. Da quel momento in poi ho interpretato molti ruoli in diverse fiction e film grazie anche alla mia continua disponibilità”.
Con chi hai recitato e quali sono questi film?
“Ne ho fatti molti e fatico a ricordarli tutti. Voglio citare “L’uomo della carità” di Alessandro Di Robilant, film sulla vita di Don Luigi di Liegro con Giulio Scarpati nei panni del prete laziale, fondatore della Caritas, amico di tossici ed immigrati. Ricordo ancora il film “Last minute Marocco” di Francesco Falaschi con Valerio Mastrandrea, grande amico oltre che grande attore. Poi ho lavorato con Bisio, la Ferilli, la Cucinotta, Alessandro Preziosi, Sebastiano Somma, del quale ho un bellissimo ricordo in quanto mi ha inculcato notevole fiducia, e Riccardo Scamarcio, col quale ho lavorato nel film “Italians”, anch’egli molto simpatico e disponibile. Nel film per la tv “Roma” andato in onda sulla Rai, ho avuto modo di conoscere un cast internazionale, attori americani più o meno conosciuti: è stata un’esperienza bellissima. L’ultimo lavoro risale a pochi mesi fa. Ho preso parte alle riprese del film “Nessuno mi può giudicare” con Raoul Bova e Paola Cortellesi, attualmente nella sale”.
Che tipo di esperienza è stata anche a livello emozionale?
“Un’esperienza bellissima e gratificante che mi ha dato la giusta carica e mi ha segnato molto sicuramente a livello emotivo. Pur non avendo mai studiato recitazione (e questo è il mio rimpianto più grande!), ho conquistato piano piano la fiducia delle persone che mi stavano intorno in quanto hanno visto in me una persona oltre che disponibile anche molto capace. Ho lavorato con quasi tutti i più grandi attori del cinema italiano e sono estremamente soddisfatto di quello che ho fatto”.
Omar ha un solo rimpianto, come lui stesso ha ricordato: di non aver potuto studiare recitazione visto il grande successo che ha avuto come comparsa con ruoli da quasi protagonista. Il suo sogno a questo punto è quello di poter interpretare un film importante, magari una produzione internazionale. Glielo auguriamo!




ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Trent’anni di musica
Articolo a cura di Francesca Faiella
 
La passione per le sette note di Federica Neri, risale addirittura a quando, all’età di due anni ballava e cantava sentendo le sigle dei cartoni animati. Una intensa carriera fatta di partecipazioni a festival e concorsi, incisioni e riconoscimenti. L’esibizione a San Pietro, davanti al Papa, per il 25° della Giornata Mondiale della Gioventù. E nel futuro una raccolta delle sue canzoni ed…..il sogno di una Casa Famiglia.
La sua voce è intensa e passionale, sensuale e coinvolgente e cela un animo straordinariamente gentile. Federica Neri, nata a Roma nella primavera del 1981, ha già all'attivo un curriculum di tutto rispetto fatto di collaborazioni importanti e partecipazioni ad eventi e manifestazioni di un certo rilievo ad Ostia e Roma. Tra le collaborazioni ricordiamo: Roberta Golisciani (pianista di Massimo Ranieri), il cantante Alessio Ventura (Sanremo ’94-’95-’96 con i Dhamm e a Sanremo 2004 con i DB Boulevard), Carlo Cherubini e la cover band di Vasco “BlascoModo”. Per gli eventi spicca il primo posto conquistato al Festival di Sant’Aurea a Ostia Antica nel 2010, la qualificazione alla semifinale del Festival di Ostia nello stesso anno e la partecipazione alle finali del Festival di Ostia 2010, attualmente il più grande e importante concorso canoro a Roma. Tra i numerosi riconoscimenti menzioniamo la selezione su Youtube per il concorso canoro americano online “Just let me sing” che, su oltre 500 partecipanti, permette a Federica di conquistare il quarantesimo posto (seconda tra gli europei); il Premio della Critica vinto nel Concorso “CantaComico” col patrocinio dell’Associazione OstiaInMusica ed il primo posto al Festival dell’associazione “Viviamo Vitinia” dove riceve il Premio Speciale 2011 dall’Associazione F.O.A. Il 2012 inizia per Federica con il primo posto al Festival "Una canzone per tutto il Mondo" di Carlo Cherubini presso il Salone Riario ad Ostia Antica, con la cover del brano "Luce" di Elisa.
Come è nata la passione per la musica e per il canto?
“Sin da piccola, intorno ai 2 anni, cominciai a cantare e ballare sulle note delle sigle dei miei cartoni animati preferiti e la musica è diventata subito la mia energia e il modo migliore per esprimere le mie emozioni. Poi crescendo e ricevendo sempre complimenti per la mia voce, ho finalmente capito che avevo un talento-dono di Dio da coltivare, così dopo il diploma di Liceo Socio Psico Pedagogico al liceo “Anco Marzio” di Ostia, iniziai a studiare canto regolarmente”.
Hai partecipato a manifestazioni particolari e se sì quali?
“E’ stata un’emozione assolutamente unica e specialissima cantare, con la mia amica cantautrice di musica cristiana Erika Provinzano, a San Pietro per il 25° della Giornata Mondiale della Gioventù, davanti a Papa Benedetto XVI ed a 70 mila persone, con le riprese di Rai1 in mondovisione. Io che prima di esibirmi mi agito sempre per paura di sbagliare, in quei momenti invece sentivo una calma spirituale che solo dal Cielo poteva arrivarmi”.
C'è qualche curiosità o aneddoto legato alla tua carriera artistica che vorresti menzionare?
“C'è un episodio accaduto nel periodo più triste della mia vita che mi ha davvero risollevata. Diedi due cd di mie cover al cantante del mio gruppo preferito i “The Rasmus”, 5milioni di dischi venduti in tutto il mondo. Successivamente andai ad un loro concerto e lui mi chiamò a cantare sul palco: non solo si è realizzato il mio sogno da fan, ma ricevetti complimenti da tutta la band. Se non fossi stata una cantante forse non sarebbe successo. E' stato bello anche entrare per la prima volta in uno studio televisivo, quello di Canale Dieci ed avere delle truccatrici intorno prima della diretta, proprio come una star”.
Progetti per il futuro?
“Ho già depositato alla S.I.A.E. molti testi che ho composto fin da quando ero alle Elementari ed attualmente sto collaborando con alcuni musicisti per “confezionare” al meglio le mie prime canzoni. Inoltre canto da diversi mesi con una band (gli N.C.A.), facciamo cover pop rock femminile dagli anni ’70 ad oggi, e ci stiamo preparando per iniziare a fare delle serate nei locali. Mi mancano alcuni esami alla Laurea in Scienze dell’Educazione: la mia massima aspirazione sarebbe quella di diventare una cantautrice e pianista famosa ed abbastanza ricca da poter fondare una Casa Famiglia per Minori collegata ad un Rifugio per Animali e fare Pet-Therapy e Musico-terapia”







ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Dalla telecamera al volontariato
articolo a cura di Francesca Faiella
Per tanti anni cameraman professionista, Fabio De Vita, quarantenne di Ostia, ha maturato significative esperienze in importanti concerti e programmi quali L’isola dei Famosi, Music Farm e Bisturi. Gli aneddoti su personaggi come Totò Schillaci e Kabir Bedi. Poi quella che definisce “la chiamata del Signore” e quindi il mettersi al servizio degli altri sia presso la parrocchia di San Nicola di Bari che in una scuola di surf. 
Una vita poliedrica al servizio di tante attività, sia come professionista che come volontario. Fabio De Vita, 40 di Ostia, ha coltivato fin da piccolo la passione per la fotografia e successivamente per le riprese in video. Dopo aver frequentato l'Istituto di Stato per la Cinematografia e Televisione, ha ottenuto numerosi ingaggi che lo hanno portato a lavorare come cameraman professionista, in giro per il mondo. Ma Fabio è anche volontario e lo fa con immensa partecipazione ed impegno, soprattutto dopo aver avuto una conversione alla fede cattolica, un “riavvicinamento a Dio”.
Che tipo di esperienza hai avuto come cameraman ed in che tipo di programmi hai lavorato?
“Quella del cameraman è una professione che ti porta ad esser coinvolto in diverse realtà: dalle riprese dei concerti ai telegiornali, dai reality ai documentari. E' un lavoro stimolante perchè ti permette anche di interagire con persone diverse e di trovarti in posti ed in situazioni molto varie. Io personalmente preferisco i concerti che ho seguito sempre con molto interesse, essendo appassionato di musica. Ho effettuato riprese ai concerti di De Gregori, Ligabue, Battiato, Tiziano Ferro e molti altri. Tra gli stranieri ricordo quello di Elton John. Mi è rimasto impresso in particolare quello di Franco Battiato e l'emozione che ho provato quando ha cantato “E ti vengo a cercare” un atto d'amore nei confronti di Dio. A me, poi, non piace né fare foto con i vari artisti che incontro, né tanto meno chiedere autografi. Ma promisi ad una giovane allieva della scuola di surf, dove insegno, che gli avrei portato un ricordo del concerto di Tiziano Ferro, essendo lei fan del cantante. Così le portai il Pass e le realizzai un dvd dell'intero evento”.
Che tipo di programmi preferisci da curare come cameraman?
“Preferisco i set all'aperto, a contatto con la natura, documentari ad esempio, ma non mi capita di girarne molti. Per cui una delle location più belle e soddisfacente è stato il reality “L'isola dei Famosi” a cui ho partecipato per le riprese in più edizioni. Ho avuto modo anche di lavorare allo stesso format spagnolo, unendo così l'utile al dilettevole, in quanto mi piace la lingua e ho potuto così impararla lavorando sul set”.
Che ricordi hai dell'esperienza dell'isola e c'è qualche aneddoto particolare che ti è rimasto impresso?
“Ne ricordo tantissimi, anche perchè l'Isola è un programma lungo e vivi intere settimane a contatto con la natura selvaggia. Le regole sono molto severe e noi cameramen non possiamo parlare con i concorrenti. Mi capitò di incontrare Totò Schillaci, che partecipò quando aveva ormai smesso di giocare a pallone. Mi si avvicinò chiedendomi una sigaretta. Io non potevo rispondere, da regolamento, ma lui insisteva. Dovetti spegnere la telecamera e gli dissi che, pur volendolo, non avrei potuto aiutarlo. Lui cominciò allora, preso dalla voglia non soddisfatta, a ricordarmi tutte le sue prodezze ad Italia 90, la sua carriera di calciatore, sperando di far presa su di me. Purtroppo, come detto, non potei aiutarlo. Un altro episodio simpatico, riguarda il Sandokan televisivo, Kabir Bedi. Una notte ero di turno per le riprese e, con la camera ad infrarossi, tentavo di realizzare una bellissima inquadratura della luna che appariva tonda in cielo, con due piccoli satelliti allineati accanto. Ero tutto preso a riprendere questo scenario meraviglioso, con la sola luce della luna e quella verdognola della camera ad infrarossi che si usa per le riprese notturne. Intorno a me buio totale. Avverto, all'improvviso, una presenza accanto a me e mi giro di scatto. Vedo, fermo come una statua, magro e smunto dalla fame, con il viso che rifletteva il verde della camera, Kabir Bedi. Ebbi un sussulto...sembrava un fantasma. Lui, con molta calma, si avvicinò e mi disse “Bella ripresa, complimenti”. Mi fece prendere un colpo, tanto più che quell'anno giravamo nella Repubblica Dominicana, forse il set più selvaggio dell'intera serie dell'Isola. Tra le persone che mi sono rimaste invece più impresse e con cui ho avuto un minimo di colloquio, c'è stata Maurizia Cacciatori, la pallavolista italiana, molto simpatica e alla mano, mentre l'unico autografo che chiesi, ma non per me, fu ad Elena Santarelli. Anche lei fu molto disponibile ed accettò addirittura di fare una foto con me da inviare, via MMS direttamente al piccolo fan che in Italia me l’aveva richiesta. Tra gli altri, ho lavorato anche a “Music Farm”, dove ho conosciuto Loredana Bertè con la quale ho instaurato una piacevole conoscenza. E poi, per concludere il racconto della mia esperienza come operatore, ho partecipato a “Bisturi”, programma che non ho amato molto per i contenuti e che mi ha costretto a dover riprendere un'operazione in sala operatoria”.
Parlami della tua conversione e dell'attività di volontariato.







“In un momento un po' delicato della mia vita, ho sentito la “chiamata del Signore”e mi sono così riavvicinato, ma in modo più completo, alla religione cattolica. Ho sempre sentito la necessità di aiutare gli altri, di interagire con le persone, di dare qualcosa a chi ha bisogno, acquisendo anch'io stimoli nuovi da coloro con i quali mi rapporto. Faccio volontariato alla parrocchia San Nicola di Bari di Ostia, impegnando tutto me stesso, come fosse una missione, con la consapevolezza che non è mai abbastanza quello che faccio. Lavoro, come volontario, anche alla scuola “Ostia Surf” del dopolavoro Cotral, dove insegno ai bambini il surf, mia grande passione, accompagnandoli anche fuori per le trasferte, quando capita”.

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Informatica, che passione!
Articolo a cura di Francesca Faiella

Tecnico, curatore di siti e web designer, Emanuele Iacobone, trentacinquenne di Ostia, ha sin dai tempi della scuola dimostrato interesse e talento per le attività legate al computer. Dal lavoro di ufficio al contatto con il pubblico, racconto di un’attività che stimola la conoscenza e la creatività.  


 
Attratto fin da piccolo da tutto ciò che concerne la tecnologia, con particolare interesse e specifico intuito per il computer, Emanuele Iacobone, 35 anni di Ostia è tecnico informatico, web designer e curatore di siti internet. “Il mio approccio all'informatica l'ho sempre vissuto con grande passione ma soprattutto con tanta curiosità e più conoscevo e più provavo divertimento, arrivando ad essere un passo avanti agli altri, nell'uso del pc, fin da quando frequentavo l'istituto di ragioneria con indirizzo informatico”.
Emanuele, terminati gli studi, ha effettuato un corso di formazione di programmazione lavorando presso diverse società, tra cui, l'Ufficio Italiano Cambi presso la banca d'Italia e, come tecnico sistemista, presso una società di consulenza della Telecom. Questa seconda esperienza lavorativa è stata maggiormente soddisfacente per Emanuele in quanto gli ha permesso di avere un contatto diretto con il pubblico, con il quale interagiva infondendo fiducia grazie al suo modo di fare professionale ma soprattutto grazie alla sua disponibilità e gentilezza nel capire i problemi dei clienti. “Il lavoro d'ufficio mi stava stretto - confida Emanuele - mentre il contatto con il pubblico mi ha dato molta più carica poiché mi sentivo soddisfatto nell'elargire consigli e nel rispondere ai quesiti che mi venivano sottoposti. Il primo vero impatto con il pubblico, in questo senso, è stato quando lavoravo presso una società che gestiva “domini Internet”: era un supporto telefonico per tutti coloro che avevano difficoltà con i siti web. Chi mi vede la prima volta mi confida che infondo calma e fiducia nell'ascoltare le diverse problematiche dei clienti - continua Emanuele - e già questo mi gratifica. Mi piace poi risolvere un problema tecnico spiegandone le motivazioni nella maniera più semplice possibile e dove non riesco a trovare una soluzione, preferisco non dare false speranze, limitandomi a dire semplicemente: “non posso aiutarti”.
La sete di conoscenza di Emanuele è in continua progressione. “Mi aggiorno continuamente - dice - come è giusto che sia in questo campo. Ho fatto un corso di web design per curare sempre più la parte grafica dei siti internet. Ho sempre avuto anche una grande passione per il disegno e la pittura e vorrei specializzarmi con la fotografia per lavorare ai siti internet con immagini e foto”.
Emanuele ha grande passione per il suo lavoro, infinita disponibilità e professionalità con i clienti, straordinaria gentilezza ma anche eccezionale desiderio di conoscenza, profonda creatività e tanta voglia di cambiamento per evolversi sempre. Per info, contatti e consigli contattate Emanuele all'indirizzo: emanuele.iacobone@email.it

 

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Insegnare...di corsa!
Articolo a cura di Francesca Faiella

Barbara Pozzi è una professoressa di latino e greco ma ama lo sport e, in particolare la corsa. La pratica con passione ed applicazione, affiancandola a triathlon, yoga, ma anche musica e libri. Da quasi un anno ha ripreso a gareggiare e con questo “spirito olimpico” seguirà i giochi di Londra. Con occhio particolare, naturalmente, all’atletica. 

Insegnante di latino e greco al prestigioso Collegio San Giuseppe De Merode, ubicato a Piazza di Spagna, Barbara Pozzi, splendida quarantunenne di Acilia ma residente a Roma, riesce a conciliare perfettamente l'insegnamento con una intensa attività sportiva che l'ha portata a partecipare a numerose competizioni podistiche. “Ho cominciato ad insegnare per restituire ad altri quello che la scuola pubblica e l'università avevano regalato a me: emancipazione, cultura, la possibilità di arrivare ad un lavoro che amo e, anche se sono una precaria per lo Stato, ho un posto fisso e la possibilità di lavorare con continuità. Dopo l'impatto traumatico con i rampolli (e le loro famiglie) li ho amati e ho capito che potevo fare molto anche per loro”.
Barbara corre da quando era piccola sostenendo estenuanti allenamenti e partecipando ad importanti manifestazioni a livello agonistico. Proprio le esasperate sfide della sua adolescenza l'hanno portata a non volersi confrontare più in competizioni. Grazie però ad un gruppo di amici che le hanno dimostrato che si può correre anche soltanto per divertirsi, Barbara ha deciso, da circa un anno, di riprendere a gareggiare. “Corsa, libri e musica sono stati da sempre la mia isola felice. Li ho alternati nei vari momenti della mia vita. A volte prevaleva una, a volte l'altra. Con la mia separazione, avvenuta tre anni fa, la corsa ha però prevalso e continua a prevalere. E' la parte più autentica di me, è quello spazio che mi assicura felicità, benessere, libertà. Mi permette di essere pienamente me stessa, senza sovrastrutture, senza dover dimostrare nulla a nessuno. Corro per me. Per risanare ferite, per sfogare dolori, per esprimere gioie”.
La corsa come toccasana quindi, come momento di rinascita ed abbandono ad un impulso innato che le appartiene da sempre. Ma Barbara, nonostante l'impegno scolastico, non si è limitata nel corso degli anni, solo all'attività podistica. Si è dedicata anche al triathlon (corsa, bici e nuoto) e si aiuta con lo yoga per allungare e distendere la muscolatura e lo scheletro per prevenire gli infortuni. “Il mio allenamento tipo settimanale prevede il lunedì nuoto, per recuperare dopo le gare della domenica; martedì corsa in pista allo stadio delle Terme di Caracalla; giovedì corsa a Villa Pamphili, il posto che amo di più dopo casa mia; venerdì nuoto; sabato bici; domenica gara!
Barbara sostiene per lo più gare sulla distanza di 10 km; qualche distanza minore (5 o 8 km sempre su strada) e le mezze maratone. Ancora non è approdata alla regina delle distanze, ma si sta preparando per la maratona di Roma prevista per il mese di ottobre. “Quest'anno ho partecipato alla mia prima mezza maratona, quella di Fiumicino. Dovevo fare il tempo per qualificarmi per New York... mi serviva un’ora e quarantaquattro minuti e tutti mi davano almeno un minuto al di sopra. Alla fine grazie ai miei amici ho chiuso in un’ora e quarantacinque, ma è come se l'avessi vinta...sono stata felice così. Come se non bastasse, sono poi andata a fare la madrina alla cresima di un'amica di mia figlia..avevo i piedi a zatteroni!!”




La corsa per Barbara è anche un momento di aggregazione e di coinvolgimento: “noi solitamente quando gareggiamo partiamo tutti insieme e ci ritroviamo all'arrivo, ognuno a festeggiare il proprio tempo”. La corsa e l'attività sportiva in genere, come detto, sono un momento di sfogo per Barbara. Durante il ricovero del papà in ospedale e la conseguente preoccupazione, Barbara ha trovato il tempo di infilare le scarpette ed alle nove di sera, con il buio, è andata a correre con il suo cane per smaltire un po' di quel dolore lancinante. Tornata il giorno dopo in ospedale ha confidato al padre di essere andata a correre.. “lui ha sorriso...mi conosce bene!”. Barbara, da grande sportiva, seguirà con molto interesse le Olimpiadi di Londra prediligendo le gare di atletica. Assaporerà l'emozione della pista, quella pista che numerose volte ha calcato immaginando un giorno di poter partecipare a grandi competizioni..... “Ci saranno - afferma con fierezza - sono ancora così giovane….”