"Consigliai
il sigaro a Lippi!"
articolo a cura di Francesca Faiella
Autista di vetture NCC ma anche appassionato di
calcio. Ottavio Aconito è chiamato da tutti “mister” proprio per i suoi
trascorsi calcistici. E la sua vita è divisa tra le soddisfazioni del
campo (tra l’altro la vittoria del campionato di serie A femminile con
la Lazio) e le esperienze con la macchina (politici, giornalisti e
persone dello spettacolo tra i suoi clienti). Ed il ricordo di quando,
vedendo a Viareggio il futuro tecnico della Nazionale fumare tre
sigarette in dieci minuti, lo spinse a provare il sigaro.
E’
conosciuto da tutti come il “Mister” per la sua lunghissima esperienza
come tecnico calcistico.
Ma
Ottavio Aconito, 68 anni di Ostia, ma originario de L’Aquila, dal
1992 lavora in una cooperativa di noleggio con conducente. Nella sua
ormai quasi ventennale attività come “autista” Ottavio ha conosciuto
molti personaggi del jet set internazionale e avuto modo di rapportarsi
con loro.
Parliamo inizialmente della sue esperienza come allenatore.
“Alla fine degli anni cinquanta giocavo come ala destra nelle giovanili
de L’Aquila, ma un infortunio all’età di 23 anni ha stroncato la mia
carriera come calciatore. Sono venuto ad Ostia nel 1965 e l’anno
successivo ho ripreso in parte l’attività calcistica giocando nella
categoria dilettanti della Lido Calcio Ostia Mare. Nel 1973 ho
frequentato il corso di allenatore e poi ho guidato sia i ragazzi
dell’Ostia Mare negli anni settanta che successivamente i dilettanti
dell’Acilia Calcio”. Che ricordo ha di quegli anni e soprattutto c’è un episodio che
ricorda con particolare piacere?
“Soddisfazioni ne ho avute tante ma il ricordo più bello è legato alla
vittoria del campionato di seria A femminile con le ragazze della
società calcistica Lazio Lubia. Dopo circa trenta anni quelle ragazze mi
hanno invitato alla festa del Presidente, ricordando con piacere la
bellissima esperienza della vittoria ottenuta. Poi ho allenato il
Civitavecchia ed ero il secondo di Antonio Trebiciani, che è stato anche
allenatore della A.S. Roma negli anni settanta ed anche tecnico della
Roma primavera con Nils Liedholm. Nel 1985 sono stato anche il promotore
della società Juventus Fiumicino, che dal 2003 si chiama 85 Fiumicino”.
C’è un aneddoto o una curiosità legati al mondo del calcio?
“Ho conosciuto Marcello Lippi, tecnico della Nazionale Italiana campione
del mondo nel 2006, quando allenava il Viareggio. Durante un allenamento
si fumò tre sigarette in dieci minuti. Io all’epoca già fumavo il sigaro
e gli dissi di provare….così avrebbe fumato meno! Dopo qualche anno lo
incontrai nuovamente e, ricordandosi di quanto avvenuto, mi venne
incontro, questa volta con in bocca il sigaro. Da allora lo ha sempre
fumato!”
Parliamo ora della sua attività come conducente. Quali personaggi ha
incontrato?
“Ho portato molti personaggi ed alcuni neanche li ricordo più.
Menzionerò quelli che mi sono rimasti più impressi. Dodici anni fa ho
accompagnato il figlio più piccolo della regina Elisabetta, Edoardo, in
un giro turistico per i Castelli romani, poi Pupi Avati e Katia
Ricciarelli. Sono stato ospite anche a casa dell’allora marito Pippo
Baudo, persona squisita e gentile. Ed ancora, uno dei tre segretari
personali del presidente americano Bush, di origine italiana e Zhao
Quanbao, vice governatore del distretto di Pechino. Ho condotto poi
diversi vip dello spettacolo alle feste organizzate dallo stilista
Valentino a Roma e tra questi ricordo con simpatia molti attori dello
staff della soap opera Beautiful”. Ci racconta anche in questo caso qualche aneddoto o particolarità che
le è rimasta impressa?
“Accompagnavo spesso in aeroporto, negli anni 70, il giornalista Indro
Montanelli quando era direttore de “Il Giornale”. Mi intrattenevo a
chiacchierare con lui Una volta mi permisi di dirgli che secondo me i
giornalisti non scrivevano appieno la verità. Lui fu molto contento
della mia opinione e mi rispose: “hai ragione. Infatti quando io ero
giornalista durante il Fascismo dicevano che ero antifascista, oggi
dicono che sono fascista!”.
A proposito del calcio, so che voleva aggiungere una cosa importante,
in qualità di tecnico esperto del settore.
“Sì, volevo sottolineare il problema dei giovani emergenti nel calcio.
Si tende purtroppo, fin dalle categorie dilettanti, a preferire gli
stranieri agli italiani. Tutto questo per interessi economici delle
società e per l’entrata degli sponsor. La Nazionale italiana di calcio
ha sempre avuto grandi portieri e difensori ma in questo modo,
preferendo gli stranieri, non emerge più nessun giovane talento e la
stessa nazionale maggiore ne risente. Io, in passato ho lavorato con
ragazzi che hanno poi militato nelle serie maggiori: Carbone,
Tiribocchi, Paradiso, Bovo, Silenzi, ma erano altri tempi. Vorrei
concludere citando le parole di Artemio Franchi, che conobbi nel 1974 a
Coverciano e che disse: “finchè sarò io il presidente della Federazione
Italiana Gioco Calcio non entreranno mai gli sponsor nel calcio!”. Oggi non è più così.