mercoledì 17 ottobre 2012

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

"Consigliai il sigaro a Lippi!"
articolo a cura di Francesca Faiella
Autista di vetture NCC ma anche appassionato di calcio. Ottavio Aconito è chiamato da tutti “mister” proprio per i suoi trascorsi calcistici. E la sua vita è divisa tra le soddisfazioni del campo (tra l’altro la vittoria del campionato di serie A femminile con la Lazio) e le esperienze con la macchina (politici, giornalisti e persone dello spettacolo tra i suoi clienti). Ed il ricordo di quando, vedendo a Viareggio il futuro tecnico della Nazionale fumare tre sigarette in dieci minuti, lo spinse a provare il sigaro.
E’ conosciuto da tutti come il “Mister” per la sua lunghissima esperienza come tecnico calcistico.
Ma Ottavio Aconito, 68 anni di Ostia, ma originario de L’Aquila, dal 1992 lavora in una cooperativa di noleggio con conducente. Nella sua ormai quasi ventennale attività come “autista” Ottavio ha conosciuto molti personaggi del jet set internazionale e avuto modo di rapportarsi con loro.
Parliamo inizialmente della sue esperienza come allenatore.
“Alla fine degli anni cinquanta giocavo come ala destra nelle giovanili de L’Aquila, ma un infortunio all’età di 23 anni ha stroncato la mia carriera come calciatore. Sono venuto ad Ostia nel 1965 e l’anno successivo ho ripreso in parte l’attività calcistica giocando nella categoria dilettanti della Lido Calcio Ostia Mare. Nel 1973 ho frequentato il corso di allenatore e poi ho guidato sia i ragazzi dell’Ostia Mare negli anni settanta che successivamente i dilettanti dell’Acilia Calcio”. Che ricordo ha di quegli anni e soprattutto c’è un episodio che ricorda con particolare piacere?
“Soddisfazioni ne ho avute tante ma il ricordo più bello è legato alla vittoria del campionato di seria A femminile con le ragazze della società calcistica Lazio Lubia. Dopo circa trenta anni quelle ragazze mi hanno invitato alla festa del Presidente, ricordando con piacere la bellissima esperienza della vittoria ottenuta. Poi ho allenato il Civitavecchia ed ero il secondo di Antonio Trebiciani, che è stato anche allenatore della A.S. Roma negli anni settanta ed anche tecnico della Roma primavera con Nils Liedholm. Nel 1985 sono stato anche il promotore della società Juventus Fiumicino, che dal 2003 si chiama 85 Fiumicino”.
C’è un aneddoto o una curiosità legati al mondo del calcio?
“Ho conosciuto Marcello Lippi, tecnico della Nazionale Italiana campione del mondo nel 2006, quando allenava il Viareggio. Durante un allenamento si fumò tre sigarette in dieci minuti. Io all’epoca già fumavo il sigaro e gli dissi di provare….così avrebbe fumato meno! Dopo qualche anno lo incontrai nuovamente e, ricordandosi di quanto avvenuto, mi venne incontro, questa volta con in bocca il sigaro. Da allora lo ha sempre fumato!”
Parliamo ora della sua attività come conducente. Quali personaggi ha incontrato?
“Ho portato molti personaggi ed alcuni neanche li ricordo più. Menzionerò quelli che mi sono rimasti più impressi. Dodici anni fa ho accompagnato il figlio più piccolo della regina Elisabetta, Edoardo, in un giro turistico per i Castelli romani, poi Pupi Avati e Katia Ricciarelli. Sono stato ospite anche a casa dell’allora marito Pippo Baudo, persona squisita e gentile. Ed ancora, uno dei tre segretari personali del presidente americano Bush, di origine italiana e Zhao Quanbao, vice governatore del distretto di Pechino. Ho condotto poi diversi vip dello spettacolo alle feste organizzate dallo stilista Valentino a Roma e tra questi ricordo con simpatia molti attori dello staff della soap opera Beautiful”. Ci racconta anche in questo caso qualche aneddoto o particolarità che le è rimasta impressa?
“Accompagnavo spesso in aeroporto, negli anni 70, il giornalista Indro Montanelli quando era direttore de “Il Giornale”. Mi intrattenevo a chiacchierare con lui Una volta mi permisi di dirgli che secondo me i giornalisti non scrivevano appieno la verità. Lui fu molto contento della mia opinione e mi rispose: “hai ragione. Infatti quando io ero giornalista durante il Fascismo dicevano che ero antifascista, oggi dicono che sono fascista!”.
A proposito del calcio, so che voleva aggiungere una cosa importante, in qualità di tecnico esperto del settore.
“Sì, volevo sottolineare il problema dei giovani emergenti nel calcio. Si tende purtroppo, fin dalle categorie dilettanti, a preferire gli stranieri agli italiani. Tutto questo per interessi economici delle società e per l’entrata degli sponsor. La Nazionale italiana di calcio ha sempre avuto grandi portieri e difensori ma in questo modo, preferendo gli stranieri, non emerge più nessun giovane talento e la stessa nazionale maggiore ne risente. Io, in passato ho lavorato con ragazzi che hanno poi militato nelle serie maggiori: Carbone, Tiribocchi, Paradiso, Bovo, Silenzi, ma erano altri tempi. Vorrei concludere citando le parole di Artemio Franchi, che conobbi nel 1974 a Coverciano e che disse: “finchè sarò io il presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio non entreranno mai gli sponsor nel calcio!”. Oggi non è più così.








ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Vincere con la musica
articolo a cura di Francesca Faiella
Allenatore di calcio diplomatosi a Coverciano insieme al ct azzurro Prandelli, Raffaele Lippo si è specializzato nella Musicoterapia Polivalente. Si tratta di una tecnica applicabile a varie patologie ma in grado di produrre risultati positivi nella pratica sportiva agonistica. E ciò grazie alla diminuzione di ansia e tensione ed all’aumento sia della concentrazione che della soglia del dolore.
“Per vincere non è corretto dire “voglio vincere” ma “devo vincere”.
A parlare in questi termini è Raffaele Lippo, un uomo dal passato calcistico, allenatore specializzato nella preparazione fisica e mentale degli atleti, tecnico ortopedico ed una specializzazione in Musicoterapia Polivalente. Come hai conosciuto questa tecnica e di che si tratta?
“Ho frequentato il corso di allenatore a Coverciano con tecnici del calibro, tra gli altri, di Delio Rossi e Cesare Prandelli e ho iniziato successivamente ad allenare con molte soddisfazioni. Ho vinto molti campionati…ma che fatica! Conobbi in quel periodo una tecnica nuova da applicare anche allo sport, la Musicoterapia Polivalente. Grazie ad essa si sono riscontrati risultati positivi non solo nel mondo dello sport ma anche in altri settori, essendo essa applicabile ad ogni tipo di patologia. Ci sono stati più di diecimila casi risolti, in tutta Italia, di depressione, disturbi alimentari, autismo, Parkinson, decadimento muscolo-scheletrico. Il caso eclatante riguarda i bambini nati prematuri all’ospedale pediatrico di Rimini: con questa tecnica i bambini a rischio di infarto hanno avuto un calo delle pulsazioni da 70 a 24 battiti al minuto, un esito che ha fatto crollare il tasso di mortalità dal 30 al 12%. La Musicoterapia Polivalente, sfrutta la musica su diversi fronti: come tecnica di rilassamento ma anche funzionale all’integrazione armonica della psiche, del sistema nervoso ed ormonale”.
Come è stata applicata allo sport e con quali risultati?
“I primi risultati riscontrati nello sport sono stati l’abbassamento del livello di ansia ed il miglioramento della concentrazione: la musica infatti stimola il sistema ormonale che produce endorfina, di conseguenza innalza la soglia di resistenza ed allevia quindi il dolore. Con questa tecnica, solo dopo due mesi di lavoro, gli arcieri dell’ASCIP hanno vinto il titolo italiano mentre dopo qualche mese, nella stessa disciplina, c’è stato il titolo italiano anche per i normodotati. Successi importanti sono arrivati anche nei World games di karate, con Michele Giuliani, campione italiano delle Fiamme Gialle e campione dei World Games in Germania. In campo giovanile poi sta ottenendo uno strepitoso seguito in parecchie discipline sportive. Una vera innovazione”. Parliamo un po’ di te e del tuo passato calcistico. Hai fatto molte esperienze e che pensiero ti sei fatto di questo sport?
“Il calcio si veste ancora del culto del sacrificio, dominando le emozioni positive ed aumentando la paura e la nevroticità e, di conseguenza, gli istinti negativi. Il calcio ha subito un cambiamento dagli anni trenta ad oggi, con l’avvento della trasgressione, la caduta delle regole, il calcio scommesse. Dal 1990 in poi, nel calcio dominano caos e confusione. L’avvento di Sacchi, ha segnato un calcio che ha perso punti di riferimento anche creativi; tempo e spazio si sono accorciati, stress e falli da dietro sono aumentati: ha dominato il pathos e si è spento l’appagamento. Io ho allenato e praticato il calcio, ma con molta fatica sia fisica che emotiva, ecco perchè supporto questa tecnica innovativa. Nel mio passato calcistico ho perso poi amici e campioni come Renato Curi e persone che emotivamente avevano un significato positivo per tutti come Agostino Di Bartolomei. La depressione psicofisica è qualcosa con cui prima o poi un atleta deve fare i conti. Proporre quindi una possibilità per uscirne vincenti è per me una grande realtà che abbraccia e può creare unione nei molteplici aspetti professionali in campo sanitario, dal medico allo psicologo, dal fisiatra al fisioterapista”.

Trenta anni di ricerca caratterizzano un obiettivo importante per Raffaele: quello di arrivare finalmente alla possibilità di migliorare emotivamente e fisicamente le persone che si dedicano allo sport, con una tecnica che funziona come validissima terapia.

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Giovani europei, uniamoci!
Articolo a cura di Francesca Faiella

Progetti culturali e partecipazione attiva sono le finalità che muovono l’ATOM, nata ad Ostia proprio per favorire l’integrazione multiculturale giovanile. Il vicepresidente Sebastian Janzon racconta iniziative, ricordi ed obiettivi futuri di questa importante associazione.
E' un giovane volenteroso di Ostia che partecipa attivamente alla crescita ed alla valorizzazione del territorio: stiamo parlando di Sebastian Janzon, 23 anni, vicepresidente e socio fondatore dell'associazione A.T.O.M. (Active Travellers Ostia Movement), un progetto nato circa un anno fa ad Ostia che opera in tutto il XIII Municipio di Roma e che coinvolge, a livello locale e soprattutto internazionale, migliaia di giovani di diverse nazionalità attraverso scambi, progetti multiculturali incentrati sulla democrazia, la partecipazione attiva ed il confronto su temi importanti (quali ad esempio ecologia, emancipazione sociale, integrazione culturale, Europa unita, l'importanza del giovane nella società moderna). Sebastian, assieme ad altri membri del direttivo, gestisce e coordina le attività di ATOM con grande impegno, dinamismo ed entusiasmo.
Come opera A.T.O.M. a livello internazionale?
“Lo scopo dell'associazione è quello di incentivare la mobilità giovanile in Europa, offrendo ai ragazzi del territorio la possibilità di partire, viaggiare e di fare un'esperienza unica (a costo zero) attraverso il programma “giovani in azione” dell'unione europea. La partecipazione è aperta a tutti quei giovani intraprendenti che abbiano voglia di comunicare e interagire con i loro coetanei europei. E' sufficiente una minima conoscenza dell'inglese, anche scolastico. A fine luglio ad Ostia ospiteremo una convention con circa 45 ragazzi provenienti da molti paesi europei compresi i Balcani ed il Caucaso”.
E a livello locale?
“L'impegno dell'associazione è rivolto a risvegliare la coscienza sociale dei giovani riflettendo sul concetto primario di cittadinanza attiva, puntando a riconquistare il ruolo che spetta al giovane all'interno della società: quello del protagonista. A questo proposito organizziamo cicli di formazione, basati sull'educazione non formale, mostre fotografiche e eventi culturali, aperitivi e momenti di confronto vari che ruotano intorno al giovane e alle sue molteplici esigenze”.
Quanto ti coinvolge quest'esperienza?
“Moltissimo e sono soddisfatto dell'operato dell'associazione. E' una grande opportunità di responsabilizzazione ed un riscontro pratico delle proprie capacità individuali nel coordinamento di un gruppo. Mi sento appagato dalla possibilità di supportare i giovani nel territorio, per me è sintomo di grande crescita personale”.
Tu hai visitato molti paesi europei e non solo. C'è qualche ricordo che ti è rimasto particolarmente impresso?
“Mi trovavo a Timisoara, in Romania durante uno dei primi progetti europei dell'associazione. Ero in compagnia di coetanei che arrivavano da 10 paesi diversi, compresa l'Europa dell'est. Una sera decidemmo di andare in discoteca ma io non potei entrare poiché ero l'unico ad indossare i pantaloni corti e così fui costretto a tornare in albergo. Con mio grande stupore, i miei compagni rientrarono tutti in albergo per non lasciarmi solo. Apprezzai molto questo gesto di rispetto ed educazione, quello stesso rispetto ed educazione che, attraverso l'associazione, cerchiamo di inculcare ai giovani affinchè possano interagire pienamente con i loro coetanei europei in un sano scambio e confronto culturale”.
Progetti futuri?
“Oltre alla già citata convention di fine luglio, A.T.O.M. sta collaborando alla costruzione del piano locale giovani e l’istituzione della consulta giovanile per il XIII Municipio”.



A.T.O.M. (giovani in movimento per il futuro, la cultura e la partecipazione) ha sede in via M.V. Agrippa 7b, ad Ostia, presso il centro sociale Affabulazione e collabora con 15 paesi diversi dell'Unione Europea e non solo. Sebastian e gli altri membri del direttivo collaborano attivamente per la crescita del progetto sul territorio coinvolgendo sempre più giovani attraverso giornate di formazione professionale.
 

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Una vita per la musica
articolo a cura di Francesca Faiella
Violoncellista e fondatore dell’Orchestra Sinfonica Nova Amadeus, Stefano Sovrani ha iniziato a suonare all’età di 8 anni, spinto dal nonno e dalla madre. Una brillante ed intensa carriera, portata avanti con professionalità, tanta passione e….qualche difficoltà, come quando dovette personalmente recuperare le buste paga relative ad una rappresentazione operistica. Nel periodo natalizio concerti importanti e prestigiosi, ma anche eventi di aiuto e solidarietà .
Fondatore nel 1982 dell'Orchestra Sinfonica Nova Amadeus, che nel 1992 si è costituita legalmente come Associazione Nova Amadeus, Stefano Sovrani, finiti gli studi musicali, ebbe immediatamente l’opportunità di collaborare con importanti orchestre quali Teatro dell’Opera di Roma, Comunale di Bologna, Ente lirico di Cagliari e la RAI di Roma. Una vita legata alla musica come violoncellista che lo ha portato a conoscere e vivere professionalmente grandi direttori d’orchestra, ai quali si è avvicinato con profondità e con spirito di emulazione, iniziando così ad applicarsi allo studio della direzione per poter egli stesso interpretare la musica, arrivando a guidare con grande soddisfazione l’orchestra che ha fondato che, in quasi trenta anni di attività è stata chiamata a rappresentare la migliore cultura italiana anche su invito di Enti o Ambasciate di tutti i cinque continenti del mondo.
Come nasce la passione per la musica e come è arrivato a questo brillante traguardo?
“Quando penso alla mia vita trascorsa, non riesco a immaginarmi impegnato a fare l’architetto o il commerciante o l’impiegato o chissà quale altro mestiere. Per me il destino aveva indubbiamente stabilito che dovessi avere la giusta sensibilità e desiderio per vivere la musica e lo spettacolo fin dall’inizio della mia vita. Ricordo quante difficoltà ho dovuto superare fin dall’inizio degli studi musicali. Cominciare all’età di 8 anni ad applicarsi su uno strumento difficile quale è il violoncello è stato particolarmente duro ma sono riuscito a superare queste difficoltà grazie all’ambiente che mi circondava, ambiente costituito da musicisti e amanti della musica. Per precisione, fu mio nonno ad introdurmi allo studio della musica ed a lui ed alla sua pazienza devo una infinita gratitudine per quello che ora rappresento. Anche mia madre mi spronò a questa professione, considerando che anche lei sarebbe dovuta diventare musicista (pianista) ma le difficoltà della guerra che ha dovuto subire nel pieno della sua adolescenza, hanno fatto si che cambiasse strada e interessi. Io quindi ho rappresentato quello che lei avrebbe voluto essere”. C'è qualche aneddoto o curiosità che ricorda, legato alla sua carriera?
“Ero ai primi anni della mia professione di violoncellista, ero un giovane musicista pieno di forze e soprattutto di entusiasmo. Parallelamente all’attività musicale che svolgevo stabilmente a Cagliari, nel 1980 accettai di partecipare ad una lunga tournèe in giro per l’Italia che durò quasi quattro mesi. Di quella tournèe, ricordo che arrivammo al giorno dell’ultima rappresentazione operistica che tenemmo a Catanzaro e questo per la compagnia voleva dire anche giorno di liquidazione dei cachet previsti per tale impegno. Ricordo che tutta la compagnia era alloggiata nello stesso Hotel e tutti avevano preso appuntamento con il cassiere della produzione la mattina prima dell’ultima rappresentazione. Con grande sorpresa, una volta arrivati all’appuntamento ci accorgemmo che in realtà il cassiere aveva lasciato l’Hotel la sera prima trattenendo tutti i soldi della liquidazione dell’intera compagnia, giustificandosi con un banalissimo biglietto lasciato alla reception che ci informava della sua improvvisa indisponibilità a poter assolvere il suo delicato compito in quanto costretto a partire improvvisamente per sue ragioni strettamente personali. Ricordai così che egli aveva una casa a Cerveteri e così decisi di partire con la mia auto e raggiungerlo al fine di poter recuperare i miei soldi e quelli di tutta la compagnia. Riuscii infatti a trovarlo e lo costrinsi ad affidarmi le buste paga di tutta la compagnia che nel frattempo aspettava a Catanzaro e minacciava di non effettuare l’ultimo spettacolo previsto se prima non fossero stati liquidati delle loro spettanze. Una volta presi questi soldi, senza sosta e con grande fatica, feci immediatamente ritorno a Catanzaro e nonostante i circa 1400 Km percorsi in poche ore, arrivai in tempo utile per dare inizio all’ultima recita, partecipandovi, per la gioia di tutta la compagnia. Questo episodio increscioso fece si che tutta la compagnia, per acclamazione, decidesse che da quel momento io avrei dovuto rappresentarli e organizzarli per le future tournèe già previste”.
Ha anche suonato in manifestazioni realizzate e legate alle festività natalizie?
”Sono tantissimi i concerti che abbiamo organizzato ed eseguito in concomitanza delle feste natalizie. Tra tutti, ricordo con grande piacere l’allestimento di qualche anno fa del monumentale Oratorio La Vierge di J. Massenet con la straordinaria partecipazione della soprano Monserrat Caballè. Eseguimmo questo concerto davanti a 5000 persone. Non meno importante fu l’esecuzione del Messiah di G. F. Haendel presso la Basilica di Santa Maria sopra Minerva o il concerto di Natale che lo scorso anno abbiamo tenuto presso la Sala Sinopoli, concerto che è stato registrato e trasmesso da RAIUNO la notte di Natale, subito dopo la Santa Messa tenuta da Sua Santità Benedetto XVI. Anche quest’anno saremo impegnati nella registrazione del concerto natalizio che verrà trasmesso la notte di Natale dalla Sala Sinopoli e sempre su RAIUNO. Il 12 dicembre sarò impegnato con la mia orchestra in un concerto che verrà offerto ai degenti dell’ospedale oncologico Regina Elena all’EUR. Inoltre, stiamo organizzandoci per altri due importanti appuntamenti. Il primo ci vedrà protagonisti di un concerto che sarà offerto ai reclusi del carcere di Rebibbia a Roma, il secondo, invece, nell’esecuzione del concerto di Capodanno, dove saranno eseguite le classiche e note composizioni della famiglia Strauss e di altri autori operettistici”. Progetti per il futuro?



“Nella pesante crisi che sta subendo l'economia italiana, i primi a subire i tagli spaventosi attuati nell’ultimo periodo, sono stati gli operatori della cultura. Vediamo quali difficoltà stanno attraversando i Teatri stabili, immaginate allora quali siano le difficoltà che deve affrontare la mia orchestra che, nonostante i meriti acquisiti in tanti anni, non riesce a svolgere una programmazione anticipata della propria attività. Nonostante tutto, il prossimo anno cercherò di sviluppare i miei appuntamenti musicali cercando come solito di dare spazio ai giovani concertisti e sperando di poter mantenere l’attività con gli incassi della biglietteria. Sono ormai venti anni che produco grossi concerti sinfonici e corali a Roma, presso la Chiesa Anglicana di San Paolo entro le mura. Sicuramente potrò anche contare sui tanti produttori di spettacolo che riescono a darmi fiducia e apprezzano gli sforzi che faccio per offrire una qualità musicale sempre più alta e di prestigio”.

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

L'allenatore in divisa
Articolo a cura di Francesca Faiella


Vive ad Ostia da una ventina di anni ed è maresciallo nell’Aeronautica Militare. Ma la grande passione di Vincenzo Ranese è il calcio. Ex giocatore con la Cavese in B, è tecnico delle giovanili dell’Ostia Mare. Dal 2008, però, collabora anche con un campus di ricerca di giovani talenti in Svezia per conto del Milan. 
Temperamento, grinta, determinazione ma soprattutto intensa passione: questi gli elementi che caratterizzano Vincenzo Ranese, allenatore del settore giovanile della società calcistica Ostia Mare. Vincenzo, 47 anni appena compiuti, nativo di Napoli ma residente ad Ostia dal 1992, allena la squadra lidense dal 2000, dopo esser stato calciatore professionista a buoni livelli arrivando a giocare, tra l'altro, con la prima squadra della Cavese in serie B.
Ho dovuto smettere l' attività calcistica a causa di un infortunio -rivela Vincenzo a malincuore- ma sto riscuotendo molti consensi come tecnico dei giovani dell'Ostia Mare con i quali ho vinto due campionati”.
Nonostante l'impegno lavorativo legato al ruolo che ricopre nell'ambito dell'Aeronautica Militare come primo maresciallo scelto, Vincenzo porta avanti il suo lavoro come tecnico con grande impegno e professionalità tanto che nel 2008 è stato scelto, dalla società calcistica del Milan, come responsabile di un campus di ricerca di giovani talenti in Svezia.
Il Milan effettua diversi campus in tutto il mondo - afferma Vincenzo - ed io ho avuto l'opportunità di poter far parte di questo grande progetto dopo esser stato visionato dalla società durante un periodo di allenamento presso la NATO a Napoli”.
Non è privilegio di tutti poter essere scelto da una società così blasonata come il Milan soprattutto in un Paese all'avanguardia come la Svezia, dove l'efficienza la fa da padrona e dove bisogna essere assolutamente meritevoli per essere inseriti in qualsiasi settore della società. E Vincenzo il merito lo ha avuto, quello cioè di poter continuare il suo cammino professionale ed essere riconfermato in maniera definitiva alla guida del campus. Vincenzo si ritrova così, per il quinto anno consecutivo, alle prese con i giovani ragazzi delle località più suggestive del Paese scandinavo: Stoccolma, Malmö, Goteborg.





E' stata un'esperienza straordinaria di tre settimane che si è svolta tra fine giugno ed inizio luglio - conferma Vincenzo. Quest'anno c'erano 2000 iscritti tra ragazzi e ragazze e con molti di essi ho instaurato un rapporto fantastico, fatto di rispetto, simpatia ed affezione, così come è nella mia indole, tanto che a distanza di qualche anno, ho ritrovato giovani che avevo allenato in passato che mi sono venuti incontro salutandomi calorosamente. In Svezia poi si dà molto risalto al calcio femminile ed anche qui ho avuto modo di poter dimostrare la mia preparazione e professionalità, cimentandomi con una realtà nuova ed assolutamente stimolante per la mia carriera professionale”. Vincenzo ricorda un episodio particolarmente caro: “In Svezia i ragazzi si allenano anche in condizioni atmosferiche estreme, ma un giorno si è scatenato un temporale particolarmente violento. Era davvero difficile continuare il lavoro ma io ed i miei colleghi non ci siamo persi d'animo così abbiamo allestito in una palestra un ambiente consono alle necessità di allenamento riuscendo a raggruppare 280 ragazzi sotto lo stesso tetto. A fine allenamento, i genitori hanno applaudito il nostro lavoro e soprattutto l'impegno con il quale ci siamo prodigati affinchè non si perdesse una giornata di prezioso lavoro. Un'altra esperienza professionale che gratifica i miei sforzi è stata quella di sapere che un mio allievo è stato ingaggiato dalla squadra inglese dell'Arsenal dove presto giocherà. Ad ottobre, come ogni anno, a Milano ci sarà una reunion di tutti i più forti giovani dei vari campus effettuati dal Milan - continua Vincenzo - ed avrò la possibilità di rapportarmi nuovamente con molti di coloro che ho allenato compreso il fenomeno che presto vedrò giocare in Inghilterra”. Un'esperienza stimolante che ha permesso a Vincenzo di poter conoscere una realtà assolutamente diversa dalla nostra con la quale ha interagito perfettamente arrivando a condividere usi, costumi ed abitudini di questa bellissima terra e a conoscerne la natura incontaminata e rigogliosa. Vincenzo Ranese anche il prossimo anno partirà per la Svezia essendo stato, come detto, riconfermato nell'incarico. Nel frattempo continuerà ad allenare l'Ostia Mare giovanile e metterà a frutto le conoscenze e l'esperienza maturata in questa meravigliosa trasferta rafforzando la certezza “che nel calcio gli italiani sono maestri e vanno ad insegnarlo in tutto il mondo, forse una delle poche cose che ci rendono grandi ...” .