mercoledì 17 ottobre 2012

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Vincere con la musica
articolo a cura di Francesca Faiella
Allenatore di calcio diplomatosi a Coverciano insieme al ct azzurro Prandelli, Raffaele Lippo si è specializzato nella Musicoterapia Polivalente. Si tratta di una tecnica applicabile a varie patologie ma in grado di produrre risultati positivi nella pratica sportiva agonistica. E ciò grazie alla diminuzione di ansia e tensione ed all’aumento sia della concentrazione che della soglia del dolore.
“Per vincere non è corretto dire “voglio vincere” ma “devo vincere”.
A parlare in questi termini è Raffaele Lippo, un uomo dal passato calcistico, allenatore specializzato nella preparazione fisica e mentale degli atleti, tecnico ortopedico ed una specializzazione in Musicoterapia Polivalente. Come hai conosciuto questa tecnica e di che si tratta?
“Ho frequentato il corso di allenatore a Coverciano con tecnici del calibro, tra gli altri, di Delio Rossi e Cesare Prandelli e ho iniziato successivamente ad allenare con molte soddisfazioni. Ho vinto molti campionati…ma che fatica! Conobbi in quel periodo una tecnica nuova da applicare anche allo sport, la Musicoterapia Polivalente. Grazie ad essa si sono riscontrati risultati positivi non solo nel mondo dello sport ma anche in altri settori, essendo essa applicabile ad ogni tipo di patologia. Ci sono stati più di diecimila casi risolti, in tutta Italia, di depressione, disturbi alimentari, autismo, Parkinson, decadimento muscolo-scheletrico. Il caso eclatante riguarda i bambini nati prematuri all’ospedale pediatrico di Rimini: con questa tecnica i bambini a rischio di infarto hanno avuto un calo delle pulsazioni da 70 a 24 battiti al minuto, un esito che ha fatto crollare il tasso di mortalità dal 30 al 12%. La Musicoterapia Polivalente, sfrutta la musica su diversi fronti: come tecnica di rilassamento ma anche funzionale all’integrazione armonica della psiche, del sistema nervoso ed ormonale”.
Come è stata applicata allo sport e con quali risultati?
“I primi risultati riscontrati nello sport sono stati l’abbassamento del livello di ansia ed il miglioramento della concentrazione: la musica infatti stimola il sistema ormonale che produce endorfina, di conseguenza innalza la soglia di resistenza ed allevia quindi il dolore. Con questa tecnica, solo dopo due mesi di lavoro, gli arcieri dell’ASCIP hanno vinto il titolo italiano mentre dopo qualche mese, nella stessa disciplina, c’è stato il titolo italiano anche per i normodotati. Successi importanti sono arrivati anche nei World games di karate, con Michele Giuliani, campione italiano delle Fiamme Gialle e campione dei World Games in Germania. In campo giovanile poi sta ottenendo uno strepitoso seguito in parecchie discipline sportive. Una vera innovazione”. Parliamo un po’ di te e del tuo passato calcistico. Hai fatto molte esperienze e che pensiero ti sei fatto di questo sport?
“Il calcio si veste ancora del culto del sacrificio, dominando le emozioni positive ed aumentando la paura e la nevroticità e, di conseguenza, gli istinti negativi. Il calcio ha subito un cambiamento dagli anni trenta ad oggi, con l’avvento della trasgressione, la caduta delle regole, il calcio scommesse. Dal 1990 in poi, nel calcio dominano caos e confusione. L’avvento di Sacchi, ha segnato un calcio che ha perso punti di riferimento anche creativi; tempo e spazio si sono accorciati, stress e falli da dietro sono aumentati: ha dominato il pathos e si è spento l’appagamento. Io ho allenato e praticato il calcio, ma con molta fatica sia fisica che emotiva, ecco perchè supporto questa tecnica innovativa. Nel mio passato calcistico ho perso poi amici e campioni come Renato Curi e persone che emotivamente avevano un significato positivo per tutti come Agostino Di Bartolomei. La depressione psicofisica è qualcosa con cui prima o poi un atleta deve fare i conti. Proporre quindi una possibilità per uscirne vincenti è per me una grande realtà che abbraccia e può creare unione nei molteplici aspetti professionali in campo sanitario, dal medico allo psicologo, dal fisiatra al fisioterapista”.

Trenta anni di ricerca caratterizzano un obiettivo importante per Raffaele: quello di arrivare finalmente alla possibilità di migliorare emotivamente e fisicamente le persone che si dedicano allo sport, con una tecnica che funziona come validissima terapia.

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