lunedì 12 agosto 2013

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Lavorare divertendosi
Articolo a cura di Francesca Faiella

Istruttrice di fitness di giorno e Barlady di notte. Sono le due “anime” di Monica Moretti che confessa come tali due attività, seppure molto impegnative, la appassionino e le regalino grandi soddisfazioni. La cultura dello sport nata in famiglia da bambina e coltivata con gli studi Isef e la qualifica di Master Instructor Step Reebok. E poi il divertimento della vita notturna, preparando cocktail e stando a contatto con la gente.

Lavoro e divertimento: un binomio imprescindibile per Monica Moretti, 45 anni di Ostia che ha saputo unire l'utile e il dilettevole nella sua professione di insegnante di fitness di giorno e di Barlady di notte. Le due anime di Monica trovano origine nella passione per lo sport, trasmessa dalla madre, insegnante nei centri Coni allo stadio Stella Polare-Giannattasio di Ostia, e dall'amore per la notte, con la sua magia ed il suo fascino, momento in cui Monica si trasforma in una esuberante Barlady, esperta di cocktail e long drinks a tutto tondo.
La mia passione per lo sport mi è stata trasmessa dalla mia famiglia; mia mamma insegnava ai centri Coni allo stadio Stella Polare di Ostia e lì ho cominciato ad allenarmi nella Lyceum per poi trasformare la mia passione in un lavoro frequentando, dopo il liceo classico, l'Isef (Istituto superiore di educazione fisica). Qui ho conosciuto le discipline aerobiche e sempre qui ho visto per la prima volta uno step: lo ammetto, è stato subito un colpo di fulmine! Così una volta uscita dall’ISEF, ho cominciato a studiare questo strano attrezzo fino a diventare Master Instructor Step Reebok. Ora insegno da più di 20 anni step coreografico, gag, ton up, aerobica, in due grandi centri: la Golden Dragon Gym a Dragona e Pianeta Fitness a Fiumicino”.
Monica ammette di provare una intensa emozione ed un fremito ancora oggi quando, durante le sue lezioni, parte la musica e la gente sorride e si diverte seguendo i suoi passi decisi: “mi diverto e mi appassiono ad ogni singola lezione; ogni lezione è un mix di divertimento, fatica, serietà e professionalità. La notte e il lavorare di notte è un altro mio grande amore - prosegue Monica- e soprattutto lavorare di notte ti permette poi di dormire la mattina!. Il locale dove attualmente lavoro e' il Newport cafe' a Roma e la stagione estiva la trascorrerò alla Spiaggetta, famosissima qui ad Ostia”.
Un tour de force non indifferente per Monica che, oltre all'impegno mentale e fisico nel portare avanti due attività estenuanti, è perennemente a contatto con la gente con le proprie richieste, le continue domande, le pretese più disparate. “Sono due lavori che mi permettono principalmente di esprimermi e poi di stare a contatto con persone che almeno in quel lasso di tempo si divertono... certo a volte la pazienza viene a mancare, ma poi si risolve sempre tutto con un sorriso e la voglia di divertirsi”.
Che Monica si diverta di giorno come di notte è certo e lo confessa lei stessa: “potrei quasi scrivere un libro citando nomi di cocktails storpiati oppure domande allucinanti riguardo l'alimentazione o l'allenamento....”






 

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Ostia secondo Giancarlo
Articolo a cura di Francesca Faiella

Tutti lo conoscono con questo nome anche se all’anagrafe è Giovanni Rizzi. Dapprima assistente bagnante e poi impiegato nell’ufficio tecnico, ha vissuto e racconta il nostro territorio attraverso ricordi ed aneddoti. Dai salvataggi in spiaggia, agli incontri con le celebrità del tempo, fino alle esperienze nel cinema e nel calcio .

E' un immenso piacere ascoltare le sue storie, belle, appassionanti, colorite, ricche di particolari e dettagli; storie che egli narra con grande enfasi facendo trasparire qua e là una certa emozione per un passato lontano vissuto con intensità, dal quale emerge uno spaccato di Ostia assolutamente unico così come solo chi lo ha vissuto come lui può raccontare. Stiamo parlando di Giovanni Rizzi, alias Giancarlo...sì perchè è così che tutti lo chiamano da quando aveva quattro anni. Giovanni, classe 1944, è stato impiegato alle spiagge di Ostia e successivamente presso l'ufficio tecnico del XIII Municipio. Dal 2010, è in pensione. Giovanni ha prestato servizio come marinaio allo stabilimento “Duilio”, oggi Capanno dal 1965 al 1970 per poi passare negli anni 1970/71 alla “Vecchia Pineta”. Negli anni successivi (1971/72) ha lavorato alla “Casetta” e, dal 1972 al 1980 presso la spiaggia del Comune di Roma a Castelporziano. L'ultimo incarico come assistente bagnante risale agli anni 1980/1992 presso la spiaggia del Camping internazionale. Giovanni passa poi all'Ufficio tecnico del XIII Municipio, dove rimarrà fino al 2010, anno della pensione. Qui si occupa di sorveglianza e sicurezza stradale, ottenendo due encomi in amministrazione per l'attività svolta ed una copia della prestigiosa Lupa Capitolina dall'assessore Davide Bordoni. Ma gli encomi e gli elogi non sono mancati nella vita di Giovanni ed egli racconta gli anni splendidi della Dolce Vita sulle spiagge lidensi.
Sono stati anni bellissimi e pieni di ricordi - afferma Giovanni - ma anche intensi per l'attività lavorativa. Ho effettuato 37 salvataggi ricevendo due encomi per questo. Nel 1978 ci fu una libecciata che increspò il mare e travolse tre bambini che piano piano venivano inghiottiti letteralmente dalle onde. Mi precipitai in mare e li trascinai a riva, praticando loro, a turno, la respirazione bocca a bocca visto che la spiaggia era fornita solamente di una bombola di ossigeno. Riuscii a salvarli. Era una famiglia argentina che dimostrò nei miei riguardi eterna gratitudine. Per venti anni infatti mi hanno scritto dalla loro terra lettere di ringraziamento ricordando quella nefasta giornata conclusasi fortunatamente nel migliore dei modi”.
Giovanni ricorda anche storie divertenti legate a quegli anni i cui protagonisti erano i famosi “fagottari” tanto citati nei film dell'epoca, famiglie numerose che arrivavano in spiaggia cariche di ogni ben di Dio con l'immancabile cocomero di Ferragosto alle quali, Giovanni e gli altri marinai, facevano scherzi divertenti in un clima di grande entusiasmo generale. “Ho conosciuto tante celebrità in quegli anni - continua Giovanni - tra cui Walter Chiari, Lando Buzzanca, Isabella Biagini, il playboy Pierluigi Torri e tanti altri nomi del jet set internazionale”. Ma Giovanni non si è limitato al lavoro di marinaio; egli si è cimentato nel mondo del cinema e della pubblicità vivendo appieno la bellezza di quei fantastici anni così come si addice ad un uomo che ha saputo cogliere l'essenza della vita. “La mia prima comparsa risale al 1956, avevo 12 anni ed apparii nel film di Alberto Lattuada “Guendalina” con l'attrice Jacqueline Sassard. Poi ho preso parte nel 1965 al film “L'ombrellone” di Dino Risi con Enrico Maria Salerno e Sandra Milo, girato a Riccione. Nel 1966 sono invece stato il protagonista della pubblicità della Coca Cola e ho, inoltre, seguito tre volte “Il Cantagiro” tanto in voga negli anni sessanta. Avevo un grande feeling con mia cugina Paola anche lei amante del cinema e della musica di quegli anni. Ha preso infatti parte alle riprese del video “La tremarella” di Edoardo Vianello nel 1964”.Dolce vita, musica, cinema: Giovanni ha vissuto gli attimi più belli della sua esistenza ma non si è fermato qui. “Sono stato la mascotte della formazione dell'Ostia Mare degli anni 1951/52. Ero il ragazzino che portava il pallone alla squadra. Ma poi ho iniziato a giocare anch'io nei primi anni 60, inizialmente come allievo e poi come juniores, categoria nella quale ho vinto il Campionato regionale 62/63 battendo il Fiumicino. Ci allenavamo spesso al IV Novembre usando gli antichi rifugi come spogliatoi. Ho vinto poi due campionati di prima e seconda categoria con l'Ostia Antica intorno alla metà degli anni sessanta” “Feci poi un provino alla Roma nel 1963, quando nella squadra giallorossa arrivò Sormani. Mi allenavo al campo della Tevere Roma alle Tre fontane -ricorda ancora Giovanni. Ho anche giocato contro grandi campioni che venivano ad allenarsi ad Ostia durante le Olimpiadi del 1960: il campione ungherese Ferenc Puskás ad esempio e ho giocato anche contro Cesare Maldini in una amichevole contro il Milan nello stesso anno”.






Giovanni è stato inoltre colui che ha organizzato il torneo degli stabilimenti alla fine degli anni sessanta e si è cimentato anche con la boxe. Si allenava sotto la supervisione di Romolo Croce, personaggio di spicco della boxe lidense dell'epoca, al “Piccolo ring romano”, che si trovava ad Ostia nelle adiacenze di viale del Lido. Giovanni Rizzi rappresenta la storia di Ostia, ne è parte essenziale ed integrante. Attraverso le sue storie ed i suoi racconti, ci fa rivivere il passato della nostra terra e comprendere maggiormente quelle radici che appartengono a tutti noi residenti. 

ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Un amico davvero speciale
Articolo a cura di Francesca Faiella

E’ stata una grande ammiratrice, sin da piccola di Claudio Amendola. Ed un bel giorno, prima del concerto del primo maggio del 2002, il suo sogno si è avverato. Federica Tassi è riuscita finalmente a conoscere l’attore romano, del quale ha una collazione di foto, articoli, film e gadget. E da allora, al di là della semplice passione da fan, si è sviluppato anche un rapporto personale, quasi di famiglia.                                                                                                                                          Si può amare un personaggio dello spettacolo così tanto da considerarlo alla stregua di un padre? E' quello che è accaduto a Federica Tassi, ventinovenne di Ostia ammiratrice sfegatata del celebre artista romano Claudio Amendola, che lei ha conosciuto personalmente e del quale è diventata ottima amica. Federica ha 29 anni, è di Ostia, lavora presso un supermercato ed è mamma di due bimbe meravigliose che hanno reso perfetta la sua vita. “La mia passione per Claudio è cominciata da piccolissima grazie alle mie zie ventenni che avevano in camera tutte le sue foto. Incuriosita dal personaggio ho iniziato a voler vedere i suoi film, primo fra tutti “Vacanze di Natale”. Da allora è nato subito un grande amore. Ho visto talmente tante volte i suoi film che avevo ormai imparato a memoria le battute dei miei preferiti: “Amarsi un po'” e “Ultrà”. Così inizia il suo racconto Federica svelando come questa passione per l'artista, e soprattutto per l'uomo Claudio Amendola, sia legata alla mancanza di suo padre.. “quando ho cominciato a seguire Claudio nelle sue interviste e nelle sue apparizioni in TV, mi ha trasmesso subito una sicurezza importante che con il passare degli anni è diventata fondamentale”. Federica ha cominciato così a raccogliere tutto ciò che riguardava Claudio, foto, articoli, gadget ed a registrare ogni sua singola apparizione televisiva, dalla pubblicità alle lunghe interviste.... “sono impazzita per anni davanti alla TV con il registratore pronto a qualsiasi ora del giorno e della notte: non potevo perdere nulla del mio personaggio preferito. La gente mi diceva sempre che non si vive idealizzando le persone. Ripensandoci so che a volte ho anche esagerato. Mi ritrovo così con due libri di raccolte e centinaia di videocassette!!! - prosegue Federica. Ho fatto tre traslochi e loro vengono sempre con me, così come la prima foto che ho incorniciato e che adesso è attaccata nella mia camera da letto”.
Il primo incontro con Claudio è stata un'esperienza indimenticabile e risale al 30 aprile 2002, uno dei giorni senz’altro più importanti della vita di Federica. “Erano anni che aspettavo quel momento - rivela. Mia madre e mia zia le avevano provate tutte: lunghe ore di attesa fuori agli studi televisivi, ai campi di calcio ma niente, non ero mai riuscita ad incontrarlo fino a quel giorno. Un tecnico della Rai, Nino, conoscendo questa mia passione disse a mia madre di provare a venire a San Giovanni dove Claudio stava preparando il concerto del primo maggio. “Vediamo cosa posso fare” disse ma tante volte avevo sentito queste parole e ormai non ci credevo più. Invece eccomi lì: ore 16.30 circa, posso entrare, posso conoscerlo. Lui mi passa davanti, si ferma, saluta chi è accanto a me, poi mi guarda e mi dice: “ma che piangi?” E io che in quel momento avrei voluto dirgli tante cose, non riesco ad aprire bocca. Lui mi abbraccia forte, guarda il mio book su di lui, legge attentamente ogni cosa, si emoziona e mi fa un autografo speciale. Poi prima di allontanarsi dice di volermi fare un regalo speciale e di voler fare il backstage con me. Così davanti alle telecamere del concerto del primo maggio parla di me e dell'emozione che gli ho regalato quel giorno. Prima di andare via mi abbraccia ancora, mi lascia il suo numero e mi promette che resteremo in contatto sempre.... ha mantenuto davvero la sua promessa ed io ho capito che non avevo sbagliato l'idea che mi ero fatta di lui”.
Federica racconta questa storia con la stessa emozione di allora, come se la stesse rivivendo nuovamente, con gli occhi lucidi ed il cuore palpitante. “Ci conosciamo da undici anni ormai ed io ho continuato ad andare a vederlo ogni volta che ho potuto: ho passato serate intere alle prove del suo programma del 2003, non ho mai saltato una sua partita di beneficenza o una sua apparizione e continuo imperterrita a seguirlo. Ho anche conosciuto le sue figlie e Francesca è una persona davvero amorevole. Sto trasmettendo alla mia bimba questa grande questa passione. Lei lo chiama zio Amenda ed è stata felicissima di incontrarlo la prima volta”.
Non è facile mantenere un rapporto di amicizia così stretto e duraturo con una persona famosa e continuamente impegnata come Claudio Amendola ma Federica è riuscita a farlo. “Sono sempre entrata in punta di piedi nella sua vita portando sempre un grande rispetto alla sua famiglia ed in primis alle sue figlie e credo che lui abbia appezzato da subito questa cosa. Claudio inoltre mi fa sentire come se fossi una figlia acquisita, io gli racconto le mie cose importanti, gli mando le foto delle mie bambine e anche lui mi tiene aggiornata della sua vita personale e professionale. Ogni volta che ci vediamo lui continua a regalarmi i suoi abbracci forti.. proprio come farebbe un padre e per me l' emozione è sempre la stessa








ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Ely Rose
Articolo a cura di Francesca Faiella

Con questo pseudonimo Eleonora Rossi, promoter di Ostia, ha pubblicato “La figlia rubata”. Il libro, che è un romanzo d’amore con i profili del giallo, rappresenta il culmine di un mini percorso letterario per assecondare la passione per la scrittura. Nel testo traspare anche la sensibilità dell’autrice, fortemente impegnata sul territorio nel volontariato . 
Ha iniziato a comporre poesie e racconti già dall'età di otto anni denotando fin da subito una grande passione per lo scrivere. Eleonora Rossi ha 36 anni, vive ad Ostia e lavora saltuariamente come promoter. Ha realizzato, con lo pseudonimo di Ely Rose, un libro dal titolo “La figlia rubata” pubblicato per la Book Sprint edizioni, che è possibile per ora trovare su internet. “Il libro è un romanzo d'amore con un po' di...giallo: c'è un mistero da svelare che appassionerà il lettore nel corso dell'opera”.
Eleonora spiega come è iniziata questa passione: “fin da piccola mi sono cimentata in composizioni diverse – afferma- alternando poesie a brevi racconti. Poi, nel 2002, ho partecipato ad un concorso del giornale “Lancio” con un elaborato che con mia grande soddisfazione è stato pubblicato. Di recente, poi, scorrendo alcune pagine della rivista Donna Moderna, mi sono imbattuta in un concorso un po' particolare, dove veniva richiesto di completare l'incipit di un testo. Ho provato a formulare un racconto basandomi sulle indicazioni scritte riuscendo così a portarlo a termine. Anche in questo caso il mio elaborato ha avuto successo perchè alla fine del concorso è apparso sulle pagine della rivista”.
Così, stimolata anche dalle belle soddisfazioni dei concorsi, Eleonora decide di buttarsi a capofitto nella realizzazione di un romanzo: nasce quindi “La figlia rubata” con un intrigante sottotitolo: “Nessuno può dividere ciò che era destinato a rimanere unito”. Il testo è molto interessante e denota una grande preparazione letteraria di Eleonora che nel corso degli anni ha sempre letto molto prediligendo soprattutto libri romantici e gialli: “tra i miei preferiti potrei citare Danielle Steel, ma ogni libro che leggo mi lascia qualcosa. Solo leggendo molto si impara a mettere insieme le parole per portare avanti una composizione”.
Dal libro di Eleonora, “La figlia rubata”, traspare una grande sensibilità dell'autrice dettata anche dalla sua intensa attività di volontariato che ha iniziato dall'età di 15 anni. “La mia esperienza di volontariato inizia alla Caritas ed all'Associazione Missionaria di Santa Monica per poi proseguire al CPO ed all'ospedale Grassi presso il nido”. Eleonora è una donna generosa, altruista, perennemente impegnata per fini umanitari ma trova sempre il tempo per i suoi tanti interessi, il cucito, la fotografia, la cucina e naturalmente per la passione più importante: la scrittura. Ha ancora molto da raccontare ed è già al lavoro per un nuovo libro. Nel frattempo si dedica alla divulgazione del suo romanzo “La figlia rubata”. E' possibile trovarlo in internet nella versione cartacea all'indirizzo: http://www.booksprintedizioni.it/libro/racconto/la-figlia-rubata o nella versione ebook sul sito:http://www.kobobooks.it/ebook/La-figlia-rubata/book-vkH6XVLkMkqr1JKhgA5O9w/page1.html. Eleonora ha creato anche un sito per il libro : http://nora45.wix.com/la-figlia-rubata2#



ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Ottantacinque e non sentirli
Articolo a cura di Francesca Faiella

Un’artista a tutto tondo. Così può essere definita Elda Ciammaruconi che alla sua veneranda età continua a gestire un negozio di arredamenti e a dar seguito alla sua creatività. Dagli abiti agli elementi di arredo, fino a poesie e scritti. L’importanza della spiritualità e della famiglia.

Una donna che ha vissuto appieno la vita, dividendosi in maniera straordinaria tra il lavoro, gli affetti familiari e svariate forme d'arte: moda, pittura, scultura, poesia, potendo così realizzare tutti i suoi sogni di donna e di artista. Dopo la morte del marito per colmare l'immenso vuoto della scomparsa e per combattere la solitudine, alla veneranda età di ottanta anni, Elda Ciammaruconi ha continuato a dare sfogo al suo estro continuando a comporre, con alacre impegno, versi di intensa passione. Oggi Elda, ad ottantacinque anni, è titolare del negozio di arredamenti MP2 di Acilia, che gestiva assieme al marito architetto Zelino Poccioni e, nonostante l'età, non ha perso la voglia di scrivere e ha realizzato delle raccolte di versi dai quali traspare l'amore nei suoi molteplici aspetti: seduzione, passione, amicizia e spiritualità e dai quali emerge anche uno spaccato della sua vita affettiva. A 25 anni ho creato una casa di alta moda realizzando capi personalizzati che risaltassero l'immagine individuale al di là dell'abito commerciale. L'ho chiamata “Psicoestetica” proprio perchè ho cercato di lavorare sulla psicologia dell'individuo esaltandone la personalità: “Apparire è essere, l’immagine crea la nostra identità, la bellezza è la rivelazione dell’immagine” così recita il depliant della mia linea di abbigliamento. Ho anche realizzato personalmente il mio vestito da sposa e quello di mia figlia ed abiti per personaggi dello spettacolo come la mamma del giornalista RAI Vincenzo Mollica e la mamma dell'attrice Delia Scala”. Elda non ha perso però con gli anni la voglia di produrre abiti.“Quattro anni fa mi sono cimentata con creazioni in pelle alle quali ho applicato 130 piccole rose, scampoli di pelle avanzati dai rivestimenti dei divani del mio negozio di arredamenti”: quando la fantasia supera ogni forma d'arte. Trent'anni fa è nata l'azienda MP2 grazie al contributo del marito architetto che ha realizzato una linea di “mobili specchiati” dal design unico ed originale.Una di queste opere, un fungo creato proprio con la tecnica degli specchi, è esposta in Giappone nella Casa della Musica. Dalla felice relazione matrimoniale poi sono nati tre figli anch'essi dediti all'arte: sua figlia, Paola Poccioni è un'affermata pittrice ed i suoi quadri fanno da cornice alle sue poesie. “Mi sono cimentata anche con la scultura perchè credo che l'arte debba essere espressa attraverso le sue molteplici forme. Con mia grande soddisfazione una mia opera, la “statua della pace”, creata in stoffa su un disegno di mia figlia che rappresenta un'eclissi solare, evento verificatasi il giorno della nascita e della morte di papa Giovanni Paolo II, è stata esposta nel centro anziani di San Giorgio di Acilia in occasione dell'anniversario della sua nascita alla presenza di autorità locali e del monsignor Xavier Desire del Vaticano”.
La vita di Elda come detto è stata caratterizzata dall'amore e dall'arte ma anche da una profonda spiritualità dalla quale emerge la figura di Dio “come volante della mia vita”, sostiene Elda. Non ci resta che aspettare di veder realizzati questi deliziosi volumetti dai titoli avvincenti: “Il decalogo della felicità”, “La coppia che scoppia”, “La filosofia dell'amore”, che raccolgono le sue poesie ed i suoi scritti in uno dei quali Elda ha pubblicato due delle quaranta lettere scritte a lei da suo marito prima del loro matrimonio. In realtà però il sogno di questa poliedrica artista è quello di far recitare le sue poesie in teatro, ulteriore forma d'arte alla quale vuole avvicinarsi perchè ….non è mai troppo tardi per mettersi in gioco.








ARTICOLO DE "IL TALENTO"

Riciclo è bello
Articolo a cura di Francesca Faiella 

Inventiva e creatività non hanno limiti per Danila Magnani. Invitata lo scorso anno a portare ad una festa scolastica oggetti riciclati, si è col tempo cimentata nell’assemblarli e lavorarli. E sono così nate collane, bracciali, orecchini, cornici e spille. Veri e propri “gioiellini” che costituiscono un piacevole passatempo nella sua impegnativa vita di mamma.

L'arte del riciclo ha da sempre stimolato la fantasia e le capacità creative di artisti o semplici appassionati. Ne ha subito il fascino anche Danila Magnani, 33 anni, di Ostia, che ha iniziato proprio così a realizzare le sue prime creazioni. Danila fa la mamma a tempo pieno ma riesce sempre a ritagliarsi uno spazio di tempo per mettersi al lavoro: è nata così una linea di accessori davvero originale. “Tutto e' partito dalla scorsa "Festa della primavera" della scuola di mia figlia Sofia - afferma Danila - quando mi e' stato chiesto di portare alcuni oggetti riciclati da esporre. Ho iniziato a spulciare in alcune scatole di stoffe di mia madre e ho trovato tantissimi tessuti. Da qui grazie anche al suo aiuto ho preparato delle shopper bag con pezzi di alcuni campionari di tappezzeria. Poi con qualche scampolo di stoffa ho creato diverse collane”.Il successo è stato immediato per Danila con sua grande soddisfazione. “Con l'arrivo dell'inverno - continua - ho recuperato dei vecchi gomitoli di lana e ho così sperimentato il Telaietto (detto anche caterinetta). Mi sono subito divertita e appassionata e ho così iniziato a creare alcuni modelli di collane e bracciali e poi via via cornici, spille, cerchietti ed orecchini”.I complimenti non sono mancati per Danila e nemmeno le richieste per le sue creazioni. Danila poi veste personalmente i suoi accessori di abbigliamento affinchè, indossandoli, possano essere apprezzati ulteriormente. Effettivamente questi oggetti, pur semplici nelle loro fattezze, acquistano un fascino ancor più straordinario una volta indossati. “Ho ricevuto diversi complimenti - prosegue Danila - in particolare una mia amica, che stava sul treno, e' stata fermata da una signora che le ha chiesto dove avesse acquistato la collana che indossava. Questo episodio mi ha gratificata molto, anche perchè per me non e' un lavoro ma un passatempo piacevole che mi aiuta a spezzare la routine quotidiana molto impegnativa …con due bambine da gestire!Oltre alla “Festa di primavera” alla quale Danila ha partecipato anche quest'anno, è stato possibile apprezzare le sue creazioni anche al mercatino di Ostia. Per visionare gli oggetti di Danila, è possibile consultare la pagina facebook “Col lana”.