Ostia secondo Giancarlo
Articolo a cura di Francesca Faiella
Tutti lo conoscono con questo nome anche se all’anagrafe è Giovanni Rizzi. Dapprima assistente bagnante e poi impiegato nell’ufficio tecnico, ha vissuto e racconta il nostro territorio attraverso ricordi ed aneddoti. Dai salvataggi in spiaggia, agli incontri con le celebrità del tempo, fino alle esperienze nel cinema e nel calcio .
E' un immenso piacere ascoltare le sue storie, belle, appassionanti, colorite, ricche di particolari e dettagli; storie che egli narra con grande enfasi facendo trasparire qua e là una certa emozione per un passato lontano vissuto con intensità, dal quale emerge uno spaccato di Ostia assolutamente unico così come solo chi lo ha vissuto come lui può raccontare. Stiamo parlando di Giovanni Rizzi, alias Giancarlo...sì perchè è così che tutti lo chiamano da quando aveva quattro anni. Giovanni, classe 1944, è stato impiegato alle spiagge di Ostia e successivamente presso l'ufficio tecnico del XIII Municipio. Dal 2010, è in pensione. Giovanni ha prestato servizio come marinaio allo stabilimento “Duilio”, oggi Capanno dal 1965 al 1970 per poi passare negli anni 1970/71 alla “Vecchia Pineta”. Negli anni successivi (1971/72) ha lavorato alla “Casetta” e, dal 1972 al 1980 presso la spiaggia del Comune di Roma a Castelporziano. L'ultimo incarico come assistente bagnante risale agli anni 1980/1992 presso la spiaggia del Camping internazionale. Giovanni passa poi all'Ufficio tecnico del XIII Municipio, dove rimarrà fino al 2010, anno della pensione. Qui si occupa di sorveglianza e sicurezza stradale, ottenendo due encomi in amministrazione per l'attività svolta ed una copia della prestigiosa Lupa Capitolina dall'assessore Davide Bordoni. Ma gli encomi e gli elogi non sono mancati nella vita di Giovanni ed egli racconta gli anni splendidi della Dolce Vita sulle spiagge lidensi.
“Sono stati anni bellissimi e pieni di ricordi - afferma Giovanni - ma anche intensi per l'attività lavorativa. Ho effettuato 37 salvataggi ricevendo due encomi per questo. Nel 1978 ci fu una libecciata che increspò il mare e travolse tre bambini che piano piano venivano inghiottiti letteralmente dalle onde. Mi precipitai in mare e li trascinai a riva, praticando loro, a turno, la respirazione bocca a bocca visto che la spiaggia era fornita solamente di una bombola di ossigeno. Riuscii a salvarli. Era una famiglia argentina che dimostrò nei miei riguardi eterna gratitudine. Per venti anni infatti mi hanno scritto dalla loro terra lettere di ringraziamento ricordando quella nefasta giornata conclusasi fortunatamente nel migliore dei modi”.
Giovanni ricorda anche storie divertenti legate a quegli anni i cui protagonisti erano i famosi “fagottari” tanto citati nei film dell'epoca, famiglie numerose che arrivavano in spiaggia cariche di ogni ben di Dio con l'immancabile cocomero di Ferragosto alle quali, Giovanni e gli altri marinai, facevano scherzi divertenti in un clima di grande entusiasmo generale. “Ho conosciuto tante celebrità in quegli anni - continua Giovanni - tra cui Walter Chiari, Lando Buzzanca, Isabella Biagini, il playboy Pierluigi Torri e tanti altri nomi del jet set internazionale”. Ma Giovanni non si è limitato al lavoro di marinaio; egli si è cimentato nel mondo del cinema e della pubblicità vivendo appieno la bellezza di quei fantastici anni così come si addice ad un uomo che ha saputo cogliere l'essenza della vita. “La mia prima comparsa risale al 1956, avevo 12 anni ed apparii nel film di Alberto Lattuada “Guendalina” con l'attrice Jacqueline Sassard. Poi ho preso parte nel 1965 al film “L'ombrellone” di Dino Risi con Enrico Maria Salerno e Sandra Milo, girato a Riccione. Nel 1966 sono invece stato il protagonista della pubblicità della Coca Cola e ho, inoltre, seguito tre volte “Il Cantagiro” tanto in voga negli anni sessanta. Avevo un grande feeling con mia cugina Paola anche lei amante del cinema e della musica di quegli anni. Ha preso infatti parte alle riprese del video “La tremarella” di Edoardo Vianello nel 1964”.Dolce vita, musica, cinema: Giovanni ha vissuto gli attimi più belli della sua esistenza ma non si è fermato qui. “Sono stato la mascotte della formazione dell'Ostia Mare degli anni 1951/52. Ero il ragazzino che portava il pallone alla squadra. Ma poi ho iniziato a giocare anch'io nei primi anni 60, inizialmente come allievo e poi come juniores, categoria nella quale ho vinto il Campionato regionale 62/63 battendo il Fiumicino. Ci allenavamo spesso al IV Novembre usando gli antichi rifugi come spogliatoi. Ho vinto poi due campionati di prima e seconda categoria con l'Ostia Antica intorno alla metà degli anni sessanta” “Feci poi un provino alla Roma nel 1963, quando nella squadra giallorossa arrivò Sormani. Mi allenavo al campo della Tevere Roma alle Tre fontane -ricorda ancora Giovanni. Ho anche giocato contro grandi campioni che venivano ad allenarsi ad Ostia durante le Olimpiadi del 1960: il campione ungherese Ferenc Puskás ad esempio e ho giocato anche contro Cesare Maldini in una amichevole contro il Milan nello stesso anno”.
Giovanni è stato inoltre colui che ha organizzato il torneo degli stabilimenti alla fine degli anni sessanta e si è cimentato anche con la boxe. Si allenava sotto la supervisione di Romolo Croce, personaggio di spicco della boxe lidense dell'epoca, al “Piccolo ring romano”, che si trovava ad Ostia nelle adiacenze di viale del Lido. Giovanni Rizzi rappresenta la storia di Ostia, ne è parte essenziale ed integrante. Attraverso le sue storie ed i suoi racconti, ci fa rivivere il passato della nostra terra e comprendere maggiormente quelle radici che appartengono a tutti noi residenti.







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